BLOG-IN DENTRO LO SPORT

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GIRO D'ITALIA 2013

Il percorso, le tappe, le altimetrie, le salite del Giro d'Italia 2013. Approfondimenti sulle frazioni più importanti, commenti e analisi su squadre, protagonisti e copertura Tv-Media. (foto by Sirotti - Stephill.tv)

TV - MEDIA - MARKETING

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CALENDARIO CICLISMO 2013

Tutte le date del calendario ciclistico World Tour 2013. Dalle prime corse stagionali in Australia, alle Grandi Classiche di primavera, dalle Corse a tappe sino al Lombardia. Senza dimenticare i Mondiali italiani: appuntamento a Firenze a fine settembre. (foto by Sirotti - Stephill.tv)

INCHIESTE E SPECIALI

Le Inchieste e gli Speciali di Blog-In. Analisi su Diritti Tv, Bilanci, Fair Play Finanziario Ranking FIFA, UEFA, Giustizia Sportiva, Doping, ecc. Uno spazio per chi vuole andare "dentro lo sport", approfondendone meccanismi, regole e distorsioni.

domenica, novembre 29, 2015

SBS Mobile - La tecnologia italiana al servizio dello sport

Blog-In ha sempre ospitato volentieri le aziende italiane impegnate nel mondo dello sport. Cito Technogym e Piscine Castiglione. Peraltro, il nome SBS è a me molto caro, avendo seguito dopo la laurea il Master in Strategie per il Business dello Sport (Master SBS) organizzato a Treviso da Università Ca' Foscari e Verde Sport (Benetton).
mero titolo esemplificativo. Ovviamente, nello stile Blog-In, le aziende che "ospito" devono possedere un elevato standard qualitativo. In tal senso mi è sembrato doveroso presentare i prodotti dedicati allo sport di un'altra azienda, italianissima (la sua sede è a Miasino, provincia di Novara), vale a dire la SBS S.p.a. Dando un'occhiata al loro sito (a www.sbsmobile.it) balza immediatamente agli occhi la qualità dei prodotti tecnologici presentati.
Nella presentazione aziendale si legge: "Con oltre 15 anni di esperienza alle spalle, SBS sviluppa prodotti tecnologici per telefonia mobile e fissa, computer, notebook, caricabatteria e pile ricaricabili, accessori multimediali e per connessioni. L'ampia e innovativa gamma, che comprende circa 2500 prodotti diversi, è costantemente aggiornata dalle unità di Ricerca e Sviluppo (...)".
Entrando nel nella sezione "prodotti" del sito, si trova la categoria Sport. Non serve che vi illustri tutti i prodotti presenti. Ad ogni modo, già alla sezione "auricolari e cuffie" potete intuire la qualità dei prodotti in vendita nello shop online. Adesso che è arrivato l'inverno, cosa c'è di meglio per chi va a correre di un "cappello invernale con cuffia bluetooth integrata"? Si passa poi agli elementi per la sicurezza, alle protezioni, fino ad arrivare alle Sport Camera, uno degli articoli più di tendenza.

Ho potuto testare un paio di prodotti SBS e posso confermare la loro qualità. In questa video-recensione vi presento gli Auricolari filo stereo Runway e la Luce di sicurezza per scarpa running.
Fate un giro sul sito sbsmobile.it, ne vale la pena.





giovedì, novembre 26, 2015

Sport Invernali, si comincia - La programmazione di Eurosport (27-29 novembre)

La stagione degli sport invernali entra nel vivo sui canali Eurosport: da venerdì 27 novembre saranno in diretta le competizioni di Coppa del Mondo di Sci di fondo, Biathlon, Combinata nordica e Slittino. Nella stagione 2015/2016 Eurosport si conferma la “casa degli sport invernali” con una programmazione di 2000 ore complessive, di cui 800 LIVE, 8 Coppe del Mondo, 9 Campionati Mondiali, 5 Campionati Europei e la copertura di 12 discipline (sci alpino, biathlon, sci di fondo, curling, pattinaggio di figura, slittino, combinata nordica, salto con gli sci, pattinaggio di velocità e short track, sci freestyle e snowboard).

La Coppa del Mondo di Biathlon, che sarà commentata da Dario Puppo e Massimiliano Ambesi, partirà il 29 novembre da Ostersund (Svezia) con due staffette. A completare l’offerta del weekend, al via anche la Coppa del Mondo di Slittino, sugli schermi di Eurosport il 29 novembre, in diretta da Innsbruck (Austria) con il commento di Luca Reboa. 
La Coppa del Mondo di Sci di fondo scatterà da Ruka, in Finlandia, con il Ruka Triple: la tre giorni di gare prevede le sprint a tecnica classica maschile e femminile (27 novembre), la 5km femminile e la 10km maschile a tecnica libera (28 novembre), e la 10km femminile e la 15km maschile a tecnica classica (29 novembre). Al commento si conferma la collaudata coppia composta da Silvano Gadin e Fulvio Valbusa, campione olimpico nella staffetta a Torino 2006. Sempre da Ruka, con il commento di Guido Monaco, il 28 novembre prenderà il via la Coppa del Mondo di Combinata nordica.

Proseguono inoltre le Coppe del Mondo di Sci alpino e di Salto con gli sci, oltre all’ISU Grand Prix di Pattinaggio di figura, già in pieno svolgimento. Lo Sci alpino fa tappa in Nord America: gli uomini saranno impegnati a Lake Louise (Canada) per una discesa libera e un Super-G, mentre le donne saranno ad Aspen (Stati Uniti) per un gigante e due slalom speciali, dei quali uno è il recupero di quello non disputato a Levi . Per il Salto con gli sci l’appuntamento è a Ruka per l’HS 142, mentre la sesta tappa dell’ISU Grand Prix di Pattinaggio di figura è in programma in Giappone, a Nagano. 






PROGRAMMAZIONE EUROSPORT WEEKEND 27-29 NOVEMBRE 2015 -  Di seguito la programmazione di sport invernali in onda il weekend del 27-29 novembre su Eurosport 1 ed Eurosport 2:

SCI ALPINO - Coppa del Mondo femminile da Aspen (Stati Uniti)
27/11 dalle 17:45 LIVE su Eurosport 2 - Slalom gigante 1° manche
27/11 dalle 21:15 LIVE su Eurosport 1 - Slalom gigante 2° manche
28/11 dalle 17:45 LIVE su Eurosport 1 - Slalom speciale 1° manche
28/11 dalle 21:00 LIVE su Eurosport 1 - Slalom speciale 2° manche
29/11 dalle 17:45 LIVE su Eurosport 1 - Slalom speciale 1° manche
29/11 dalle 20:45 LIVE su Eurosport 1 - Slalom speciale 2° manche

Commento: Gianmario Bonzi - Claudia Morandini

SCI ALPINO - Coppa del Mondo maschile da Lake Louise (Canada)
28/11 dalle 19:15 LIVE su Eurosport 1 - Discesa libera
29/11 dalle 19:00 LIVE su Eurosport 1 - Super-G maschile

Commento: Giangiacomo Secchi - Alfredo Tradati

SCI DI FONDO - Coppa del Mondo da Ruka (Finlandia)
27/11 dalle 12:00 LIVE su Eurosport 1 - Sprint tecnica classica
28/11 dalle 10:00 LIVE su Eurosport 1 - 5km tecnica libera femminile
28/11 dalle 11:45 LIVE su Eurosport 1 - 10km tecnica libera maschile
29/11 dalle 10:00 LIVE su Eurosport 1 - 10km tecnica classica femminile
29/11 dalle 11:15 LIVE su Eurosport 1 - 15km tecnica classica maschile

Commento: Silvano Gadin - Fulvio Valbusa

COMBINATA NORDICA - Coppa del Mondo da Ruka (Finlandia)
28/11 dalle 8:45 LIVE su Eurosport 1 - HS 142
28/11 dalle 13:45 LIVE su Eurosport 1 - Gundersen 10km
29/11 dalle 8:45 LIVE su Eurosport 1 - HS 142
29/11 dalle 12:45 LIVE su Eurosport 1 - Gundersen 10km

Commento: Guido Monaco

BIATHLON - Coppa del Mondo da Ostersund (Svezia)
29/11 dalle 13:45 LIVE su Eurosport 1 - Staffetta mista individuale
29/11 dalle 15:15 LIVE su Eurosport 1 - Staffetta mista

Commento: Dario Puppo - Massimiliano Ambesi

SLITTINO - Coppa del Mondo da Innsbruck (Austria)
29/11 dalle 10:45 LIVE su Eurosport 2 - Singolo maschile 1° manche
29/11 dalle 11:15 in differita su Eurosport 2 - Singolo femminile 2°manche
29/11 dalle 11:45 LIVE su Eurosport 2 - Singolo maschile 2° manche
29/11 dalle 13:00 in differita su Eurosport 2 - Doppio 2° manche
29/11 dalle 17:00 in differita su Eurosport 2 - Prova a squadre

Commento: Luca Reboa

SALTO CON GLI SCI - Coppa del Mondo da Ruka (Finlandia)
26/11 dalle 16:45 LIVE su Eurosport 1 - Qualifiche HS 142
27/11 dalle 16:30 LIVE su Eurosport 1 - HS 142
28/11 dalle 15:45 LIVE su Eurosport 1 - HS 142

Commento: Massimiliano Ambesi

PATTINAGGIO DI FIGURA - Trofeo NHK da Nagano (Giappone)
27/11 dalle 8:15 LIVE su Eurosport 2 - Uomini programma corto
27/11 dalle 9:45 in differita su Eurosport 2 - Coppie programma corto
27/11 dalle 11:00 LIVE su Eurosport 2 - Donne programma corto
28/11 dalle 9:45 in differita su Eurosport 2 - Danza programma corto
28/11 dalle 13:00 in differita su Eurosport 2 - Coppie programma libero
28/11 dalle 17:00 in differita su Eurosport 2 - Uomini programma libero
28/11 dalle 18:00 in differita su Eurosport 2 - Donne programma libero
29/11 dalle 6:00 in differita su Eurosport 2 - Danza programma libero
29/11 dalle 7:00 LIVE su Eurosport 2 - Gran Galà

Commento: Massimiliano Ambesi - Angelo Dolfini

lunedì, novembre 23, 2015

Rai Sport punterà sulla Pay per View: la strada giusta per il rilancio

Negli ultimi mesi è emerso in modo sempre evidente più lo scenario futuro della televisione in Italia. Si va verso una integrazione totale tra Tv e Web. Del resto i segnali in tal senso erano stati univoci: accordi tra Sky, Mediaset e i provider di telefonia e connessioni internet, la Tv On Demand, lo sbarco di Netflix, lo studio di nuovi sistemi che fungono da ricevitori e router, ecc. Insomma, a distanza di moltissimi anni dal suo appalesarsi - ricordate i ricevitori satellitari di Tele+ e Stream con l'ingresso per la linea telefonica? - sembra essere finalmente giunto il momento della "fusione" tra Tv e Web.
In quest'ottica il nuovo DG della Rai, Antonio Campo Dall'Orto, stando alle ultime indiscrezioni, starebbe progettando l'ingresso di Viale Mazzini nell'ambito Pay per View e Tv On Demand. Un progetto tardivo se si pensa al vantaggio competitivo acquisito dagli altri concrrenti, ma assolutamente necessario per il rilancio della Rai e di Rai Sport in particolare.
Oltre a questo, ed è un altro progetto improcrastinabile, starebbe finalmente per completarsi la riforma dell'informazione con la nascita di due sole "Newsroom" (accorpamento Tg1-Tg2-Rai Parlamento e Tg3-Rai News-Tg Regionali).

 
RAI SPORT E GLI EVENTI IN PAY PER VIEW (SERIE A?) - Venendo concretamente al progetto di Campo Dall'Orto, la nuova Rai-Pay-per-View inserirebbe nella sua vetrina - si ipotizzano prezzi non elevati, sul modello Netflix - film, fiction, oltre che di partite di calcio, tennis e altri eventi sportivi di livello
Ad esempio, il pacchetto D della Serie A 2016-19 messo all'asta dalla Lega Calcio - trasmissione via web di 3 partite a settimana  - è rimasto invenduto. Un'opportunità da cogliere per Rai Sport, rimasta tagliata fuori sul fronte "grande calcio di club" e sempre più in difficoltà nel proporre contenuti di qualità (vedi "Quale futuro per Rai Sport?"). 
Non mancheranno le polemiche sul fatto che la Rai dovrebbe mantenere un profilo di "servizio pubblico", ma in un sistema concorrenziale come quello televisivo, è imprescindibile restare al passo coi tempi, pena la perdita di posizioni e quindi di ascolti.
Il futuro della Rai e il rilancio di Rai Sport passeranno inevitabilmente da qui.

AGGIORNAMENTO 25/11 - Campo Dall'Orto ha smentito l'interesse della Rai per il mercato pay (vedi).

martedì, novembre 17, 2015

Basket e Volley in Italia: tra marketing e contraddizioni (di Andrea Zito)

Sono le grandi rivali dello sport italiano. Basket e Pallavolo sono due dei vanti del nostro movimento sportivo, ma oggi vivono momenti (a loro modo) difficili, ben lontani dai fasti degli anni ‘90, quelli della “Generazione dei Fenomeni” della pallavolo e dell’abbuffata di campioni nella Serie A della palla a spicchi.
In questo senso il marketing sarebbe il mezzo ideale per entrambe le discipline per recuperare terreno e proporsi in modo migliore nel panorama sportivo nazionale, e non solo.
Ma basket e volley italiani come si posizionano in tale ottica?

Facciamo prima un breve riepilogo delle analogie fra i due movimenti:
a)    Passato vincente a livello internazionale
b)    Base tesserati numericamente assimilabile (ma - vedremo - eterogenea per genere)
c)    Campionati nazionali riferimento della disciplina (con dovuti distinguo)
d)    Federazioni dotate di sponsorizzazioni di rilievo
e)    Forti relazioni con aziende del territorio

Tali analogie, però, nascondono delle differenze (a nostro parere) sostanziali.

BASKET ITALIANO
La pallacanestro da sempre ha un riferimento mondiale, l’NBA, che negli ultimi 25 anni ha trascinato la disciplina ad una notorietà assoluta in tutto il mondo (al contrario della FIBA, la Federazione Mondiale, che negli anni si è vista costretta a limitare il proprio raggio d’azione alle nazionali, cedendo il passo anche all’Eurolega per le competizioni europee per club).


ISTITUZIONI - Il compito di FIP e Lega Serie A non è allora quello di far conoscere la disciplina in sé, bensì di rendere appetibile il prodotto nazionale, che negli anni ha visto la perdita di molte piazze storiche e di gran parte della propria credibilità. Ciò vale non solo per il target del pubblico maschile giovane (che corrisponde tendenzialmente a quello che segue il calcio nostrano), ma anche per quello femminile (mai davvero esplorato in Italia).

COMUNICAZIONE - La comunicazione in ambiente cestistico, dunque, risulta più semplice, vista la possibilità di affidarsi alla “moda” dell’NBA e a un miglior radicamento nelle realtà metropolitane (vedi Olimpia Milano), che l’aiuta ad essere un prodotto più appetibile per un pubblico di massa sul piano mediatico e commerciale.
La Lega Basket sta provando ad allestire dei nuovi servizi per il pubblico e sta cercando di rimediare a scelte politiche passate a dir poco discutibili (elezione di Ferdinando Minucci a presidente su tutte…).
Sui social network si potrebbe fare di più, ma il traino degli Europei ha fatto uscire il basket italico da un periodo di anonimato, portando a un nuovo allargamento del bacino potenziale e a un aumento di contatti e interesse per tutte le squadre, grandi e “piccole”. Vedremo nei prossimi mesi se l’arrivo di nuovi investitori, come il miliardario russo Gerasimenko a Cantù, sia da valutare come una situazione estemporanea/legata a interessi particolari, o un segnale di rinnovato interesse per il basket italiano. Di certo i (pessimi) risultati dei nostri club nelle competizioni europee per club non aiutano e non sono un segnale incoraggiante per la competitività della nostra pallacanestro.
Inoltre il basket italiano sembra aver azzeccato (finalmente) le scelte sul fronte televisivo. In questi mesi si è tanto parlato dei pro e contro delle trasmissioni in chiaro o in pay, ma pochi si sono resi conto che le due soluzioni attingono in bacini molto diversi tra loro.
Per questo motivo sia Lega Serie A che FIP (dopo la quantomeno ardita ipotesi di un canale monotematico, stile Supertennis) hanno scelto di nuovo Sky come partner, ma hanno mantenuto anche la Rai: l’obiettivo è quello di intercettare il pubblico più ampio e variegato possibile, cercando al contempo di innalzare la qualità. (In un certo senso, visti anche i dati di ascolto, l’addio a Gazzetta Tv si sta rivelando una mossa esatta).

VOLLEY ITALIANO
Al contrario del basket, la Serie A di Pallavolo è stata fino a qualche anno fa il campionato di riferimento mondiale. Questa straordinaria base avrebbe dovuto portare al massimo livello la notorietà della disciplina. Al contrario del basket, nella pallavolo italiana il pubblico preponderante è quello femminile, composto per larghissima parte da praticanti (mentre il movimento maschile è a crescita zero da almeno un decennio). 

ISTITUZIONI - Nel Volley il ruolo di FIVB e CEV è quasi asfissiante, con un calendario internazionale che copre ben 6 mesi all’anno. In Italia, visto un maggiore radicamento del volley nella provincia, ci si è concentrati molto solo sulle realtà locali, L’addio ad alto livello di alcune piazze storiche e delle metropoli ha spinto le istituzioni a portare gli eventi azzurri nelle grandi città.

COMUNICAZIONE - Sul piano televisivo, di conseguenza, l’unico interlocutore possibile è diventato la Rai che, sebbene si limiti solo a mandare in onda le partite (“se” le manda, viste la problematiche interne a Rai Sport con l’addio al secondo canale tematico), è ormai la casa della pallavolo, sia nazionale che internazionale.
Sky Sport ha investito molto sul prodotto volley negli anni 2000, ma ha via via ridotto l’impegno (con annesso addio di Lorenzo Dallari), anche a causa di una gestione delle leghe sul fronte manageriale a dir poco carente:
La Lega pallavolo femminile ha una base utenti enorme (viste anche le 300 mila tesserate rosa), ma sotto la presidenza Fabris (a parte alcuni sponsor di rilievo) non si è elaborato un piano marketing chiaro, legandosi in modo troppo vincolante alla gestione Master Group Sport, con frizioni fra i vari proprietari e con le atlete sul fronte delle tutele salariali.
Esempio: la nuova web tv, inaugurata in questa stagione, costa 90 euro all’anno (!) per 5 partite a settimana (allo stesso prezzo si vedono 10 partite di Nba a settimana), senza offerte lancio e non ancora con una qualità eccelsa. 
La Lega maschile, invece, pur organizzando eventi pregevoli, lanciando soluzioni innovative (come la Superlega e la web tv, gratuita in questo caso) ed avendo anch’essa sponsor di rilievo, non possiede un profilo twitter ufficiale (siamo nel 2015, ndr) e usa il profilo Facebook solo per le newsletter, sfruttando i contenuti dei singoli club.

Esempio emblematico sul fronte comunicazione: entrambe le leghe non fanno un restyling del rispettivo sito dal 2008. I club, invece, sono lasciati soli nel creare i piani di comunicazione (ottimi in alcuni casi) e a cercare di slegarsi da una gestione di puro mecenatismo delle società.

Il risultato è che il pubblico della pallavolo di club sembra ormai un’enorme nicchia: pubblico fortemente omogeneo, fatto principalmente di praticanti, appassionati diretti o tesserati. Ma poco o nulla si è fatto per intercettare il pubblico di massa, che, dunque, segue o si appassiona solo alle nazionali.
Paradossalmente, però, deve far riflettere che, nonostante tutto, a essere mediamente più alti sono gli ascolti televisivi della pallavolo e non del basket, sintomo questo di un potenziale inesplorato.

CONCLUSIONI - L’impressione è che il ciclo di vita del “prodotto basket” sia nuovamente ripartito ed è facile prevedere una crescita mediatica del movimento europeo nel prossimo quinquennio: ciò dipenderà anche dal recente sodalizio tra Eurolega e il colosso del marketing IMG, che investirà quasi un miliardo in 10 anni per il consolidamento di un vero e proprio campionato europeo sul modello NBA.

La pallavolo, invece, dopo il boom degli anni ’90, non ha più raggiunto il ruolo mediatico che avrebbe dovuto avere e il ciclo di promozione della disciplina nel pubblico di massa sembra sia ancora fermo al punto di partenza. Le istituzioni mondiali spingono sempre di più per una promozione della disciplina attraverso le nazionali, ma nel frattempo le leghe italiane pensano solo a consolidare l’orticello della squadre già presenti e non a espandere i propri orizzonti.

Andrea Zito
[Nato nel 1993: palermitano ma anche un po' bresciano. Studente di Comunicazione all'Università di Palermo. Appassionato di Marketing, Comunicazione e Sport, qualsiasi esso sia. Incallito ottimista.]


Ho voluto che Andrea scrivesse alcuni post per Blog-In perchè, dopo aver letto i suoi tweet, lo reputo un giovane di talento, con una visione dello sport perfettamente compatibile con quella di Blog-In (passione, multisportività, capacità di analizzare sia gli aspetti tecnici che quelli legati a marketing e comunicazione).

mercoledì, novembre 11, 2015

Sponsor Tecnici Serie A 2015/16 - La classifica dei ricavi

Gli sponsor tecnici rappresentano una risorsa sempre più importante per i club calcistici. Per i meno esperti, si tratta delle sponsorizzazioni delle case d'abbigliamento sportivo che appongono il loro logo sulle maglie da gioco e forniscono il materiale tecnico ai club (divise, tute, borsoni, ecc). Si parla quindi di adidas, Nike, Puma, Macron, Lotto, Givova, Joma, ecc. Gli sponsor tecnici non vanno confusi con gli sponsor di maglia (Pirelli, Jeep, Fly Emirates, Lete, ecc.) che rappresentano un'altra rilevante fonte di ricavo. Tutto ciòa livello generale, poi tra club e aziende d'abbigliamento sportivo ci possono essere vari tipi di accordi a livello commerciale (gestione merchandising, gestione materiale per scuole calcio affiliate e camp estivi, shop, ecc.).
Oggi "La Gazzetta dello Sport" ha pubblicato un interessante articolo in cui analizza la questione "sponsor tecnici" della Serie A 2015/16. Prima di entrare nel merito delle cifre, è utile capire quali sono gli sponsor tecnici delle 20 squadre di A e quali case hanno deciso di investire su più club.
Ecco il riassunto delle sponsorizzazioni tecniche della Serie A 2015/16:


Nike ha in essere 4 contratti con club di A. Due di primissima fascia (Inter e Roma) e due più piccoli, ma con un forte attaccamento...alla maglia da parte dei tifosi (Hellas Verona e Atalanta). In questi ultimi due casi va segnalato che la casa dell'Oregon effettua solo la fornitura di materiale tecnico, lasciando ai club i ricavi dallo shop. Molto presenti anche Kappa e Joma (casa d'abbigliamento spagnola), con 3 club sotto contratto a testa. Adidas ha due soli club, ma si tratta di Juve e Milan. L'azienda tedesca, tuttavia, ha stipulato i due contratti più munifici di tutta la Serie A (vedi sotto). Le italianissime Macron - in Inghilterra la casa bolognese ha dato il propio nome allo stadio del Bolton - e Givova forniscono materiale a due club. Presenti infine anche Legea, HS, Le Coq Sportif e Lotto.
Da notare come nessun club di Serie A sia sponsorizzato dalla Puma, partner tecnico della nazionale italiana e di molte altre nazionali di calcio. Assenti dalla serie A 15/16 anche altri marchi quali Asics, Diadora, Errea e Umbro.


Questa invece la classifica degli sponsor tecnici della Serie A 2015/16 con le cifre degli accordi (fonte: La Gazzetta dello Sport): 


La somma di tutti e 20 i contratti, di fatto, supera i 100 milioni di ricavi per i club. Ai 99,75mln di euro, infatti, vanno aggiunti gli introiti di Atalanta e Verona e quelli della Juventus. Il club bianconero ha rifiutato il fisso da 6 milioni di euro l'anno proposto da adidas per la gestione di merchandising e licensing (in quel caso la Juventus sarebbe stata al primo posto nella classifica dei contratti), accollandosi il rischio di fare da sè. La Juventus ha stimato di poter ottenere più dei 6 milioni di euro garantiti da adidas: la prospettiva è di poter superare abbondantemente la doppia cifra, attraverso un notevole potenziamento del settore (vedi). Da questo punto di vista è interessante la "clausola Real" voluta dalla Juventus: "se in un negozio adidas c’è una maglia del Real deve essercene anche una della Juve".
Solo i primi 3 club italiani sembrano possedere un reale appeal a livello internazionale.
La stessa proporzione potrebbe essere effettuata tra i nostri top club e quelli a livello europeo. Juventus e Milan, infatti, rientrano appena tra i primi 10 club europei nelle sponsorizzazioni tecniche. Al primo posto l'irraggiungibile Manchester United con i suoi 94,1 milioni di euro a stagione.























Le maglie di Germania e Spagna per Euro 2016

Euro 2016 si avvicina a grandi passi. Non si sa ancora su quale canale televisivo avremo la possibilità di assistere agli Europei di calcio 2016 (vedi), ma conosciamo già forma e sostanza delle maglie da gioco di alcune nazionali. Ad esempio quelle dei campioni europei in carica (la Spagna ha trionfato nell'ultima edizione in Ucraina-Polonia con il 4 a 0 inflitto all'Italia in finale) e dei campioni del mondo. Due delle nazionali favorite per il successo finale insieme ai padroni di casa della Francia e, forse, al Belgio dei miracoli (issatosi al primo posto del Ranking FIFA).
Vediamo nel dettaglio le divise ufficiali di Spagna e Germania per Euro 2016, presentate da adidas.

 
SPAGNA - Il nuovo kit della Spagna ha un design classico, con il tradizionale colore rosso e il ritorno ai pantaloncini blu e alle calze scure. Il triangolo è il motivo chiave della maglia: se qualcosa ha caratterizzato la Nazionale negli anni scorsi è stato il loro gioco basato sulle triangolazioni. Quello stile di gioco che ha dominato il mondo del calcio e che da ora in poi non sarà presente solo sul campo ma anche sulla maglia.
Di conseguenza i triangoli sono diventati un elemento distintivo della divisa e fanno parte del suo design. Per la prima volta le tre strisce di adidas non sono più sulle spalle, ma corrono lungo i fianchi in un giallo intenso.
La Spagna indosserà per la prima volta questo kit contro l’Inghilterra venerdì 13 novembre ad Alicante.




GERMANIA - "Die Mannschaft“ ha l’obiettivo di conquistare il titolo in Francia con un classico look bianco e nero. La maglia bianca si combina con i pantaloncini e le calze nere per creare un kit tradizionale, simbolo della nazionale teutonica. La parte frontale della maglia presenta una grafica, ispirata a un codice a barre, che rappresenta i titoli e i successi ai precedenti Campionati del Mondo ed Europei.




lunedì, novembre 09, 2015

Il rapporto della Commissione Indipendente della WADA sul "Doping di stato" in Russia (testo integrale)

Come anticipato dai media specializzati e dall'Avv. McLaren, il rapporto della Commissione Indipendente della Wada sul "Doping di Stato" in Russia, ha squarciato il velo su un sistema corrotto. La WADA, nella conferenza stampa in cui è stato svelato il report, ha contestualmente chiesto alla IAAF (la Federazione Internazionale, coinvolta prealtro in un procedimento parallelo con l'ex presidente Diack accusato di aver coprrto e spalleggiato il sistema doping russo), di escludere la Russia da tutte le competizione internazionali - Olimpiadi di Rio 2016 in primis - fino a quando la Federazione russa non avrà fatto chiarezza. Nell'inchiesta emergerebbe un coinvolgimento delle più alte cariche dello stato russo, oltre che dei servizi segreti.
Il presidente ad interim  della Federazione di Atletica Russa ha respinto sdegnato le accuse, mentre Sebastian Coe, successore di Diack al vertice della IAAF, ha dichiarato: "Le informazioni contenute nel rapporto Wada sono allarmanti. Abbiamo bisogno di tempo per analizzarle correttamente e comprenderne i risultati. Nel frattempo ho invitato il Consiglio ad aprire un procedimento nei confronti della Federatletica russa. Questo passo è stato ponderato, posso dire che faremo tutto ciò che è necessario per proteggere gli atleti puliti e ricostruire la fiducia nei confronti del nostro sport".

IL RAPPORTO WADA (TESTO INTEGRALE) SUL DOPING DI STATO IN RUSSIA - Ed ecco il report completo della Commisione Indipendente della Wada sul doping russo:



Atletica - I Video Documentari all'origine dello scandalo-doping IAAF

Altro che scandalo FIFA. Oggi pomeriggio saranno resi noti i risultati dell'inchiesta della commissione indipendente della WADA sul  sistema di copertura-doping e corruzione vigente in seno alla IAAF (la Federazione Internazionale di Atletica Leggera).  Uno dei tre membri della commissione indipendente voluta dalla WADA per indagare sui fatti che trovano il loro zenit ai Giochi di Londra 2012, l'avvocato canadese McLaren, ha dichiarato: "I risultati dell'inchiesta cambieranno il panorama del mondo dello sport. Qui non si ha solo a che fare con un gruppo di dirigenti che, tramite corruzione e concussione ha gonfiato il proprio portafoglio, ma con un caso che porterà a pesanti modifiche dei risultati e delle classifiche delle più importanti rassegne internazionali". Secondo il Sunday Times nello scandalo IAAF potrebbero essere coinvolti 8 medagliati delle Olimpiadi di Londra 2012. Insomma, uno scandalo di dimensioni clamorose che solo la minor "mediaticità" dell'atletica rispetto al calcio, relega nelle brevi (almeno in Italia).
Cosa sarebbe accaduto? Dopo la denuncia di alcuni atleti russi raccolta dalla ARD (la Tv pubblica tedesca, sempre in prima linea nella denuncia degli scandali doping: capito Rai e media italiani in genere?), autorità sportive e nazionali hanno iniziato le loro indagini. In base a quanto emerso in queste settimane, sembra che i vertici della IAAF abbiano coperto per anni - attraverso un sistema di concussione e corruzione - alcuni atleti russi di primo piano, con valori molto sospetti o addirittura positivi all'antidoping. Le autorità giudiziarie francesi, poi, hanno accusato Lamine Diack, per 16 anni e fino allo scorso agosto presidente IAAF, di aver intascato ingenti somme di denaro dalla Federazione russa per nascondere alcune positività.

 
VIDEO DOCUMENTARI ARD (TV TEDESCA) SU SCANDALO IAAF
Come detto, ARD Das Erste (l'equivalente della nostra Rai Uno) ha mandato in onda due video-documentari che hanno squarciato il velo sul sistema doping vigente in Russia. Si tratta di due lavori di qualità straordinaria, supportati da testimonianze dirette, dati e documenti. Hajo Seppelt, giornalista da sempre in prima linea nelle inchieste sul doping, per questo straordinario lavoro ha ricevuto nel dicembre 2015 l'Oscar del giornalismo sportivo in una cerimonia svoltasi ad Abu Dhabi.
Premio stra-meritato.

Ecco i due filmati nella loro versione integrale

PRIMO VIDEO (2014) - In tedesco (possibilità di inserire i sottotitoli in inglese o francese cliccando su icona ingranaggio>sottotitoli in inglese o francese)



SECONDO VIDEO (2015) - In inglese



venerdì, novembre 06, 2015

Piccola fenomenologia di Valentino Rossi (e del nuovo Motociclismo) di Simone Basso

Se al rumore del can-can sollevato dalla vicenda Rossi-Marquez corrispondesse una massima di Oscar Wilde («Non importa che se ne parli bene o male, l’importante è che se ne parli»), il MotoGP – il prossimo 8 novembre, in quel di Valencia – toccherà il suo vertice (assoluto?) d’interesse. La vicenda in sé, la diatriba generazionale tra i due campioni, è stata sviscerata altrove e nemmeno ci appassiona; meglio invece analizzare le dinamiche (pupare) che muovono il circo del motociclismo.

COMMERCIALIZZAZIONE Che è, oggi, l’evoluzione di una strategia a lungo termine di Dorna Sports, la società madrilena che detiene i diritti commerciali (quindi l’anima...) dello spettacolo. Carmelo Ezpeleta, l’Ecclestone delle moto, ha imposto – soprattutto con l’inizio degli anni Zero – una visione pane e marketing dell’ambaradan. Fatto salvo l’esoscheletro, ovvero la bravura dei centauri, il resto dell’offerta ha inseguito il pubblico generalista della Formula Uno, mirando a un target più giovane rispetto all’automobilismo. La fine dell’era Doohan e l’alba di quella di Valentino Rossi, collegati dal talento e dall’eredità della stessa squadra (con l’ingegnere Burgess a capo), hanno portato via via a una commercializzazione e a una semplificazione dell’evento. In soldoni i protagonisti principali, i fuoriclasse, attraendo investimenti, consolidano la propria posizione: portando in dote gli sponsor, quindi i migliori tecnici, annettono pure i mezzi più sofisticati per sviluppare i bolidi.
Un meccanismo perverso, implementato dalla Dorna stessa, e che è un caleidoscopio di ambiguità: l’arrivo dell’elettronica e la scomparsa delle categorie hanno chiuso il cerchio. L’impressione, ormai da un decennio, è quella di trovarsi di fronte a una rappresentazione verosimile; sempre più lontana dallo spirito (e dalla carne e dalle ossa spappolate) del motociclismo che fu. Con la scusa dell’abbattimento dei costi, il MotoGP ha fagocitato per intero il Mondiale: abolite le classi e il senso delle stesse, ogni cilindrata pretendeva uno stile di guida peculiare, l’impoverimento tecnico è sembrato un effetto collaterale della strategia complessiva.

Un piano che focalizza tutto sulla gara dei big, promossi dalla campagna Dorna a mò di supereroi dei fumetti (colorati e divertenti) con la calcistizzazione forzata dell’ambiente: il pubblico, che prima rispettava il dolore altrui (i rischi, i feriti e gli incidenti mortali), oggidì esulta per la caduta dell’avversario del proprio beniamino. Succede, quando gli affari cancellano il senso storico del giochino: l’antica classe regina, la 500, era la più prestigiosa ma non il solo motivo d’attrazione. La biodiversità di quel motomondiale lo spiegavano benissimo i campionissimi come Angel Nieto, uno che fece la storia della 125 e della 50. O Kenny Roberts, il cowboy americano che rivoluzionò la 500 nella seconda parte dei Settanta, un personaggio ruvido, poco malleabile da media e federazione. L’omologazione ha imposto i quattro tempi a tutto lo scibile del motociclismo, compresa la Superbike, la concorrenza (?) comperata dalla Dorna – nel 2013, quando infastidiva il business del MotoGP – e assimilata, quindi resa innocua, al pari delle categorie di contorno (Moto2 e Moto3).

Vedere l’ospitalità dei Gran Premi contemporanei, più simili a lussuosi duty-free degli aereoporti, fa pensare al contrasto coi camper e i tendoni dell’epoca passata: in fondo, la parola paddock definiva la recinzione prossima alle stalle, nulla di meno vicino all’attuale ostentazione di plastica. La mancia, al di là della reificazione del prodotto principale offerto dalla fiera (il mito della velocità), è la retroazione del caos provocato dal fatto di Sepang.

AFFARE DI STATO? Interessante, quanto sconfortante, assistere allo scambio di insulti – nemmeno fosse una questione di Stato – tra Spagna e Italia. Marca e La Gazzetta dello Sport, i principali quotidiani sportivi, sembrano creature gemelle: fidelizzate al lettore dall’esperanto calcistico, che è soprattutto un linguaggio (di sopraffazione?) e una forma mentis.
Curioso che Rossi e Marquez condividano gli affari: il merchandising di Marc, e anche del fratello Alex, viene prodotto e commercializzato dall’azienda di Rossi stesso, la VR46. I dodici milioni e mezzo di euro fatturati nel 2014 (quasi 13.600.000 in franchi) dimostrano che il conflitto di interessi, nell’universo Dorna, è una benedizione. Avrebbe dello psicanalitico la disamina del rapporto tra il giovane fenomeno e il vecchio reuccio, con in mezzo le reazioni (altrettanto scomposte) dei media e della platea; ma preferiamo un (piccolo) ritratto di Valentino Rossi. Mito del MotoGP e icona italiana.

PREDESTINATO Vale Rossi, eterno bambino, prova a respingere l’assalto – sempre più spietato – del tempo, più che del compagno Jorge Lorenzo. Che ci riesca o no, magari per l’ultima volta, il suo nome rimarrà per sempre nel pantheon della disciplina: forse un po’ sotto i soli Agostini, Hailwood e Roberts; d’altronde le ere del motociclismo, pur rimanendo imprescindibilmente legate al pericolo e alla capacità di andare oltre il limite, sono difficilmente paragonabili. Rossi – un predestinato – ha qualcosa a che fare, nella fisiognomica, con gli elfi e, di pancia, trasmette un vitalismo e un entusiasmo scavezzacollo profondamente italiani.

Campione vitellone, nel senso felliniano del termine (cioè quasi a nascondere il buio dentro), è una figura emblematica del Bel Paese postmoderno. Segue, nell’evoluzione del fuoriclasse esuberante, di un campionismo divertente quanto incolto, le orme di Alberto Tomba e Marco Pantani. Se – nell’immaginario motociclistico – è il personaggio cerniera tra i vecchi centauri e la nuova generazione, è culturalmente perfetto per spiegare il (nuovo?) costume nazionale. I successi, tantissimi, e un’immagine costruita a tavolino, di spontaneità artificiosa, rendono Rossi inscalfibile a qualsiasi rovescio. Essere vincenti, nell’Italia del dopo Berlusconi, è il passepartout per l’immunità vita natural durante.

Anche se si è colpevoli di evasioni milionarie o si fa del mobbing mediatico contro i Biaggi e gli Stoner di turno, prevale la fedeltà, l’appartenenza tribale – della stampa e dei tifosi – al campione hamburger. Che si circonda di una posse adorante e viene commentato – sul canale televisivo tricolore che detiene l’esclusiva – da un telecronista ultrà che sbeffeggia i rivali.
C’è qualcosa di irreparabile, di un’italianità parafascista, nel racconto di questa epica sportiva; al pari, in misura sempre più crescente, nella parrocchietta specifica di ognuno, di altri campioni bandiera dello Stivale. Una narrazione alterata già dalla fonte, da un giornalismo che rincorre i peggiori istinti e rinnovata da riti che – dall’esterno – appaiono inquietanti. Come il ricordo del povero Simoncelli, il dì del funerale, quando – in una chiesa – fecero risuonare il motore di una motocicletta. No comment.

Simone Basso

(Pubblicato il 5 novembre su "Il Giornale del Popolo")

mercoledì, novembre 04, 2015

Nasce una Radio Sportiva Nazionale? Ben venga, ma non sullo stile Sport Mediaset

Qualche giorno fa ho letto un articolo di Calcio&Finanza sul settore Radio sportive. Punto di partenza: la Radio, globalmente, è un medium che gode di ottima salute. I dati d'ascolto di molte emittenti radiofoniche sono buoni (sul metodo di rilevamento ci sarebbero molte cose da dire, ma facciamo finta che sia ok) e, soprattutto, la raccolta pubblicitaria è in crescita (questo sì è un indice oggettivo).
In tutto questo, Mediaset si è mossa recentemente per l'acquisizione dell'80% di R101 e di circa il 20% di Finelco (R105, Virgin, Rmc). In attesa del via libera dell'Antitrust, i ben informati sostengono che Mediaset stia pensando seriamente ad una nuova Radio Sportiva a livello nazionale. L'idea, al netto degli aspetti legati al modello di business, mi sembra meritevole d'attenzione. Anche perché la radio è un mezzo che si presta molto bene alle analisi di eventi sportivi, oltre che ai live (diritti permettendo). Esistono svariati esempi di sport in radio. Sabato Sport e Domenica Sport di Radio Rai sono dei contenitori piacevoli e utili per chi si è a zonzo nel weekend. Stessa cosa per gli approfondimenti sportivi di Radio 24, anche se dopo l'addio di Garanzini, sostituito da Genta-Pardo-Capuano, la qualità media del programma - "Tutti Convocati" al posto di "A tempo di Sport" - si è abbassata sensibilmente. Purtroppo, abitando nel Nord Est, non ricevo il segnale di Radio Sportiva. Alcune volte, però, ho ascoltato i programmi dell'emittente toscana via streaming e devo dire che il servizio offerto è più che apprezzabile, con spazio per molte discipline, non solo per il calcio. In assoluto, l'impostazione di Radio Sportiva è quella che più si avvicina all'idea di informazione sportiva di Blog-In.
Infine, le famigerate radio romane: cito Radio Radio, emittente che si contraddistingue per il buon livello dei dibattiti calcistici.

Come detto, il possibile sbarco di Mediaset nel settore radio-sportive andrebbe accolto in modo positivo. Il problema, tuttavia, è che dalla indiscrezioni di ItaliaOggi, sembrerebbe che la linea editoriale della nuova emittente sarebbe la medesima della redazione sportiva di Mediaset. In pratica, calcio (con particolare riferimento alle solite note), calciomercato, ancora calcio e un pizzico di gossip e motori. Il tutto condito dai promo per le ormai celeberimme esclusive assolute. Insomma, il concetto di sport secondo Mediaset (vedi). Ecco il passaggio chiave dell'articolo:
"(...) La stessa Mediaset – come conferma l’edizione odierna di Italiaoggi – starebbe elaborando altre idee sul palinsesto di R101: in tanti hanno parlato di una evoluzione di R101 in radio sportiva (affidando la gestione dell’emittente alla redazione sportiva e motori del Biscione e a quella di Premium)"
Subito dopo, ad onor del vero, si sottolinea come:
"ogni ipotesi, tuttavia, è ancora prematura".
Meno male aggiungerei. Ad ogni modo, l'indiscrezione sulla possibilità di affidare alla redazione sportiva di Mediaset la guida della (possibile) nuova radio nazionale, mi sembra abbastanza plausibile.
In sostanza, la nuova "Radio Sportiva Nazionale" sarebbe una mera trasposizione radiofonica di Studio Sport e Premium Sport.

 

UN'IDEA DI RADIO SPORTIVA - Sullo stile Blog-In, il palinsesto di una nuova Radio Sportiva Nazionale dovrebbe invece toccare più discipline sportive possibili. Analisi, approfondimenti, magazine, live (ovviamente in base ai diritti acquistabili) con il calcio certamente in primo piano, ma con spazio anche per basket, volley, tennis, ciclismo, atletica, sport invernali, sport USA, rugby, ecc. e approfondimenti sui nuovi temi legati allo sport (economia, marketing, social media). Il tutto puntando il più possibile su competenza ed equilibrio, non certo su polemiche, calciomercato, gossip e amenità varie. Utopistico? Probabilmente sì. Tuttavia, non servirebbe andare molto lontano per creare una radio sportiva di ottima fattura. Nella "mia" radio sportiva ci sarebbero, ad esempio, Gigi Garanzini per gli approfondimenti calcistici, Marco Bonarrigo per il ciclismo e la squadra di "Tutti contro Ambesi" per gli sport invernali (ascoltare per credere). Un presidio radiofonico da dove diffondere conoscenza e cultura sportiva. Probabilmente un'idea troppo poco commerciale - "la gente vuole il calciomercato!" - per poter essere realizzata. Purtroppo.