giovedì, febbraio 19, 2015

Come sarebbero le attuali Coppe Europee con la suddivisione Coppa Campioni-Coppa Uefa-Coppa delle Coppe (di Rado il Figo)

A distanza di un paio d'anni, pubblico l'aggiornamento di un post che all'epoca riscosse un ottimo successo. Rado ci spiega come sarebbero le attuali coppe europee (stagione 2014/15) se fossero ancora in vigore le vecchie regole, con la suddivisione tra Coppa Campioni, Coppa UEFA e Coppa delle Coppe. Un salto all'indietro per dare una risposta concreta ai professionisti della retorica nostalgica ("ah, come sarebbe bello se ci fosse ancora la vecchia Coppa Campioni con i soli vincitori dei campionati nazionali"). Personalmente penso che l'attuale Champions League, ad esempio, sia una competizione fantastica, con tutte le migliori squadre a sfidarsi in partite memorabili. Il calcio si è evoluto ed è stato giusto, opinione personale, aprire alla partecipazione delle formazioni non-campioni. L'attuale formula, sempre più munifica, permette inoltre all'UEFA di frenare, almeno per il momento, le pulsioni "Superleghiste" dei club.
Ringrazio Rado per lo straordinario lavoro svolto. Buona lettura.

All’arrivo della fase a eliminazione diretta seguente i gruppi di Champions (CL) ed Europa League (EL), puntualmente si affaccia qualche nostalgico a sentenziare: “Ecco che le coppe tornano a essere vere, com’erano una volta!”. E qualcuno puntualizza, aggiungendo: “Quando in Coppa dei Campioni (CA) andavano solo i campioni nazionali, esisteva la Coppa delle Coppe (CO) e la Coppa UEFA (UE) era una cosa seria e non quell’obbrobrio attuale che non interessa a nessuno!”.

Già due stagioni orsono avevo tradotto in realtà questi lamenti, simulando come sarebbe stata la stagione europea se si svolgesse come prescrivevano le coppe tradizionali: oggi ripeto l’esperimento, completandolo approfondendo alcuni punti all’epoca tralasciati anche solo per semplicità.
Entriamo quindi in una virtuale macchina del tempo e compiamo un salto nel passato, vedendo come si sarebbero svolte le Coppe continentali 2014/15 seguendo le regole in vigore nel 1980/81, quando esordiscono attivamente il ranking UEFA e le teste di serie, reputandola per tale motivo come paradigmatica di “stagione delle coppe tradizionali”. In particolare, proprio il ranking UEFA mi permette di superare uno scoglio altrimenti invalicabile se dovessi applicare le norme applicate fino al 1979/80, e perciò partiamo proprio ricalcolando i coefficienti di federazione 2008/13 come si faceva “nei bei tempi andati”, periodo in cui tutte le vittorie valevano 2 punti e tutti i pareggi 1 punto, senza quindi alcun dimezzamento per quanto ottenuto nei preliminari, e dove i bonus erano di 1 punto per ogni turno raggiunto dai quarti di finale in avanti, cioè né più né meno come nell’EL, senza dover assistere all’orgia della CL in cui ogni stagione è distribuita la bellezza di 222 punti alle 32 squadre che giocano i gironi. Un tempo, infatti, tutte le coppe erano considerate allo stesso livello, da cui uguali bonus per ognuna: in particolare, per la UE, il minor prestigio rispetto a CA e CO, era valutato come adeguatamente compensato dalla maggiore difficoltà tecnica, stante il superiore numero di iscritte provenienti dalle federazioni migliori (leggasi, ai vertici della classifica per coefficiente).
Il “vecchio” ranking è quindi il seguente, dove sono usate, come da qui in avanti, le sigle FIFA a identificare le federazioni europee.

 
Legenda. FED: federazione; CQ: coefficiente quinquennale di federazione (somma dei CA); P: punti raccolti dalle squadre della federazione della riga nella stagione della colonna; S: squadre della federazione della riga impegnate attivamente nelle coppe nella stagione della colonna; CA: coefficiente annuale di federazione (rapporta fra P e S).

Prima di proseguire, tre piccole disgressioni “tecniche”: oltre a quanto sopra ricordato, il coefficiente annuale era calcolato dividendo i punti per il numero di squadre effettivamente scese in campo, mentre oggi si rapportano a quello “di spettanza”. L’unica differenza concreta nel quinquennio considerato si registra nel coefficiente turco 2011/12, dove i 42 punti sono divisi per le 4 squadre attive, mentre colle regole attuali è stato aggiunto anche il Fenerbahçe, squalificato a CL in corso senza aver fatto in tempo a giocare una sola partita.
In secondo luogo, per ragioni di semplicità, tratto il quinquennio 2008/13 come se in esso CL ed EL si fossero sempre svolte colla corrente struttura, anche se la stagione 2008/09 fu l’ultima di UE e la CL era articolata in modo lievemente diverso.
Infine, nel ranking è presente il Liechtenstein, per quanto “fuori classifica” (FC), mentre non compare Gibilterra, avendo esordito nella corrente stagione; posizioni particolari su cui mi soffermerò a tempo debito.

Ahi! Ahi! Se ai tempi odierni l’Italia sta cercando di tenersi stretto il 4° posto, nei tempi che furono il sorpasso è già bell’avvenuto; non solo il Portogallo ci sopravanza ma pure l’Ucraina ha messo la freccia, retrocendoci al 6° posto. Le lacrime da versare sono però meno amare dell’atteso; prima di motivare tale conclusione, diamo un’occhiata alla prossima tabella, dove sono evidenziate le differenze fra ranking “vecchio” e “nuovo”, dal punto di vista del coefficiente e (soprattutto) della posizione in classifica.

Legenda. FED: federazione; CV: coefficiente di federazione 2008/13 calcolato colle regole “tradizionali”; CR: coefficiente di federazione 2008/13 reale; D: differenza fra CR e CV; PR: posizione reale nel ranking 2008/13; V: differenza fra PR e posizione nel ranking “tradizionale”.

Nonostante il taglio netto operato ai bonus di CL, solo 7 federazioni hanno un coefficiente inferiore, fra cui purtroppo l’Italia, che deve l’arretramento in classifica alla seconda perdita in termini assoluti (dietro alla Spagna) ma prima in termini relativi, marcando un brutto -20% (alle nostre spalle la Francia a -18%). Le ragioni della batosta sono duplici: per recuperare i bonus non ricosciuti dal vecchio calcolo alla mera partecipazione ai gironi e agli ottavi di CL, si potrebbe usufruire del “raddoppio” di quanto raccolto nei preliminari ma a causa del 4° posto nel ranking reale, che fa partire i club italiani al peggio al 3° turno di qualificazione di EL, le gare lì giocate sono troppo esigue. Inoltre, rispetto alle “compagne di sventura” accomunate dall’alta posizione nel rankig effettivo (vedi in particolare Spagna, Inghilterra e Germania), l’Italia non riesce nemmeno a limitare i danni, incapaci come sono i suoi club di giungere almeno ai quarti di CL, turno dal quale partono i bonus “old style”, impresa riuscita nel quinquennio 2008/13 solo a Internazionale (2 volte), Juventus e Milan (1 volta).
A questo punto, appaiono naturali due considerazioni. La prima: il ricalcolo giova alle federazioni piccole, le cui squadre sono costrette a partire prima delle fasi a gironi, un vantaggio non indifferente, come visto, coi punti lì conquistati a valere letteralmente due volte il peso attuale, e tanto più ricordando come 30 e passa anni fa i turni preliminari erano uno solo, e pure eventuale, mentre oggi sono ben quattro e pure codificati. In linea teorica, obiezione valida e motivata, tuttavia la tabella soprastante evidenzia che la pochezza tecnica delle interessate è tale per cui, pur raddoppiando il proprio coefficiente, non si schiodano ugalmente dagli ultimi 19 posti.
La seconda: i bonus uniformi favoriscono chi ha più presenze in EL, torneo con un turno e due partite in più rispetto alla CL. Anche in questo caso, l’osservazione è corretta ma… è proprio quanto voleva il ranking dell’epoca! Non scordiamoci che la UE prevedeva anch’essa a regime un turno supplementare rispetto a CA e CO e 3 partite aggiuntive (la finale era disputata con andata e ritorno), però il ranking serviva esclusivamente… a fissare il numero di posti spettanti alle singole federazioni in UE. Per cui, era “giusto” che i risultati ottenuti nella coppa meno prestigiosa avessero maggior peso di quanto ottenuto in CA e CO, giacché tutto era a uso e consumo della UE, anche se è facile verificare come, per il non ottimale algoritmo di calcolo, il coefficiente potenziale diminuisce, ora come allora, all’aumentare delle squadre in lizza.
Essendo entrato in argomento, rinfresco la memoria sui criteri d’iscrizione nelle tre coppe. In CA accedono i campioni nazionali oltre al detentore. In CO, i vincitori della coppa nazionale, sostituibili dalla finalista, oltre al detentore; se quest’ultimo ha pure vinto la coppa nazionale, è iscritta anche la sua finalista. Più articolata la UE, e ci è d’aiuto la tabella sovrastante: al torneo, infatti, accedono sempre e comunque 64 squadre, così suddivise: 4 per ognuna delle federazioni in oro; 3 per ognuna delle federazioni in argento; 2 per ognuna delle federazioni in bronzo; 1 per ognuna delle federazioni in azzurro. Le altre federazioni rimangono… in bianco, non potendo iscrivere alcuna loro formazione; inoltre il detentore, se non iscrivibile a nessuna delle tre coppe europee via tornei nazionali, partecipa alla UE al posto della seconda rappresentante della 21ª federazione (la peggiore di quelle in bronzo), nello specifico la Bielorussia. Le squadre partecipanti sono il vincitore della coppa di lega (purché si abbia diritto a 2 posti e a propria libera scelta) e le meglio piazzate in campionato non già iscritte in CA e CO.
Appare ora chiaro perché abbia scelto la stagione 1980/81 come… “punto di ritorno”: in precedenza, i posti in UE erano distribuiti in modo fisso fra le federazioni, metodo inapplicabile nel contesto odierno per esigenze più pratiche che sportive. Infatti, all’epoca vi erano solo 33 federazioni, col Galles attivo unicamente in CO disputando solo la coppa nazionale (esattamente come oggi il Liechtenstein), ma 3 di esse (Cecoslovacchia, Iugoslavia e URSS) sono nel frattempo scomparse, disgregatesi in una miriade di nuove realtà. Pertanto, applicando la distribuzione “fissa”, sarebbero rimasti scoperti i 6 posti di loro spettanza da riassegnare in modo del tutto personale e soggettivo (anche fossero state privilegiate Rep. Ceca, Serbia e Russia, le eredi più “dirette”). Col ranking UEFA la scelta è affidata ai numeri e quindi in maniera del tutto oggettiva. Un’ulteriore precisazione: come detto sopra, in classifica vi erano solo 32 federazioni (33 meno il Galles), e la soluzione di non assegnare posti a chi si piazza oltre il 32° posto non è una mia semplificazione, bensì la soluzione adottata dall’UEFA quando il numero di sue affiliate iniziò a esplodere, colla confederazione che mantenne sempre in 64 le partecipanti all’omonima coppa (seppur formalmente giustificato dall’assenza nelle neofite nel ranking di riferimento).
Tornando all’Italia, il latte versato è minore dell’atteso perché i due posti persi in classifica comunque la mantengono nella fascia d’argento con 3 posti in UE; dando un’occhiata in generale, puntando l’attenzione su questo dato, si vede che il ricalcolo ha favorito i Paesi Bassi ai danni della Russia, la Croazia a svantaggio della Romania e la Finlandia sulla Scozia, e senza dimenticare tutte le federazioni in coda private della squadra garantita a chiunque in UE dal 1996/97.

Dopo aver illustrato quante squadre ogni federazione può iscrivere e i criteri della loro scelta, svelo chi partecipa ai tornei continentali 2014/15 versione “vecchia maniera”. La tabella sottostante riporta le iscritte, federazione per federazione, in ordine di ranking: ognuna è preceduta da un numero indicante la posizione in campionato (con “b.” chi militava nelle serie inferiori), ed eventualmente seguita dalla sigla fra parentesi del titolo sportivo “particolare” quando necessario per comprenderne la sua presenza. Le coppe sono 3, ma le colonne 4: ho, infatti, inserito anche quella dove confluiscono tutte le squadre che, col ritorno al passato, rimangono fuori dal palcoscenico europeo. Le sorprese non sono poche.

 


Legenda dei titoli sportivi. d: detentore: v: vincitore della coppa nazionale, f: finalista della coppa nazionale; l: vincitore della coppa di lega; fp: vincitore della classifica fair play. Per i campionati la cui struttura rende impossibile stilare una classifica finale completa, il simbolo “?” sostituisce il numero indicante la posizione pertanto non identificabile.


Partiamo dalle assenti: pur con una coppa in più, 70 squadre rimangono a casa. Un numero talmente elevato da far intuire come non possa dipendere esclusivamente dai 3 scambi di fascia sopra ricordati e dalle (ultime) 19 federazioni rimaste senza rappresentanti in UE. Col passare degli anni, infatti, si sono succedute alcune modifiche che hanno via via incrementato le partecipanti. Oltre alla già citata del 1996/97, quando fu concesso a tutti di avere almeno 1 squadra in UE (coll’esclusione del Liechtenstein), i maggiori effetti derivano da altre due situazioni. La prima, nel 1997/98, quando la CL fu aperta anche alle seconde delle migliori 8 federazioni ma non a discapito del loro contingente in UE traducendosi, pertanto, nell’iscrizione di una squadra supplementare a testa. La seconda, nel 2009/10, quando gran parte delle federazioni si videro “restituire” nella neonata EL il posto perso dalla contemporanea abrogazione della Coppa Intertoto.
Il “dimagrimento” delle concorrenti nell’arena continentale è così spiegato: di fatto, tutte le federazioni perdono una o al massimo due rappresentanti, una sorta di “tassa” da pagare per essere tornati nel passato, cui si sottraggono in appena 7: Spagna (“grazie” al Real vincitore di CL ma non della Liga), Austria, Israele, Repubblica Ceca, Polonia, Croazia e Bielorussia, cui si accodano Liechtenstein (per i motivi ormai noti) e Gibilterra (da buon’ultima arrivata, iscrive solo i vincitori dei 2 tornei nazionali), le cui posizioni eccezionali le rendono immuni da ogni cambio di norme.

Le squadre sono scritte in modo diverso, per distinguere visivamente le categorie in cui le ho divise: come punto di partenza, le partecipanti all’EL sono in caratteri normali, e quelle alla CL, in grassetto. È facile verificare che le 70 assenti rientrano tutte nella prima categoria, a ulteriore riprova che l’EL è un torneo letteralmente “all’ammasso”, avendo concesso il passaporto europeo anche a chi un tempo si doveva limitare a osservare le coppe dalla tv, come si suol dire. Abbastanza naturale, invece, che tutte le iscritte alla CA partecipano oggi alla CL: non valendo il contrario, dove sono finite le 25 non “confermate” nella massima competizione? 18 in UE e 7 in CO, apparentemente a confermare che quest’ultimo fosse il torneo meno competitivo dei 3. Tuttavia, gl’intervalli in cui si muove sono profondamente diversi: le retrocesse in CO possono essere da 0 a 15, quelle in UE da 14 a 24; noti i paletti minimi, le prime sono il 46,7% del massimo possibile, le seconde (più del doppio in termini assoluti) solo il 40%.

Finora il ritorno al passato si è rilevato “insoddisfacente”: infatti, tutte le squadre hanno o confermato o peggiorato la propria posizione. Ma vi sono delle eccezioni: in corsivo sono riportati i club che traggono giovamento dalle vecchie norme, grazie alle quali ottengono una partecipazione alle coppe ora loro preclusa. Sono appena due (o forse tre, vedi infra): Crvena Zvezda (nota da noi come Stella Rossa di Belgrado) e Újpest. Da cosa deriva la loro singolarità? Semplice: essendo del tutto sconosciuti il fair play finanziario e la licenza UEFA, ragioni delle esclusioni dei due club citati, l’unico criterio per iscriversi è conquistare il titolo sportivo richiesto. Talmente unico che in caso di squalifica “per fatti di campo” o illeciti sportivi, è pure vietato sostituire le squadre così colpite (se non, di tanto in tanto, nella sola UE). Se scorrete la lista di CA, si nota un buco all’altezza della Turchia: il Fenerbahçe campione nazionale è, per l’appunto, squalificato (anche) per una storia di combine, e il suo posto non è preso (come oggi) dal Galatasaray secondo, costretto a rimanere in CO.
Piccola puntata sull’Italia: il Torino si vede “doppiamente” danneggiato dalle vecchie norme, giacché partecipa oggi all’EL in sostituzione del Parma sesto per il mancato rilascio della licenza UEFA; in altre parole, di una squadra esclusa per un criterio all’epoca inesistente e il cui piazzamento in campionato era pure insufficiente per accedere ai tornei europei.

Il tuffo completo nel passato prosegue colla formula dei tornei, interamente strutturati a eliminazione diretta. Mentre non genere alcun problema la UE, colle sue 64 iscritte fisse, qualche grattacapo arriva da CA (53) e CO (54), costrette a far disputare un turno preliminare rispettivamente a 42 e 44 delle loro partecipanti, per scremarle a 32. Mentre in precedenza erano tutte sullo stesso piano, eccezion fatta per il detentore, dal 1980/81 le squadre iniziano a essere divise in teste di serie (ts) e non teste di serie (nt), scelte in modo assai semplice col quale non si trae alcun vantaggio né dalla posizione nel ranking della propria federazione né dal coefficiente di squadra, quest’ultimo perché… ancora da inventare! Infatti, è ts chi ha raggiunto almeno una volta le semifinali in una qualsiasi fra CA, CO e UE nelle ultime 5 stagioni; “trasportando” il tutto in termini odierni, le “reginette” sono quei club giunti almeno una volta in semifinale in CL ovvero in EL fra il 2009/10 e il 2013/14. Tuttavia, aver vinto le ultime 5 CL o essere stati eliminati in semifinale di EL 2009/10 rimanendo a casa nelle 4 stagioni seguenti non crea alcuna differenza fra ts e ts, tutte considerati alla pari, tranne il detentore posto sempre in cima a tutti.
Questo livellamento, discutibile già all’epoca sul piano “quantitativo” (5 finali valgono 1 semifinale), lo è ancor di più oggi sul “qualitativo”, essendo evidente che il concetto sopra espresso di minor prestigio della UE compensato dalla maggior difficoltà rispetto a CA e CO, non è più applicabile all’EL, decisamente e innegabilmente meno prestigiosa e meno difficoltosa della CL. Ma se ritorno al passato deve essere, lo sia in accezione completa, e quindi mi attengo alla definizione letterale di ts, il che crea, come sarà più chiaro infra, un imbarazzante paradosso.
Proseguiamo con ordine: chi sono le ts? La seguente tabella le illustra divise per manifestazione.

Legenda. T: torneo cui partecipa la squadra (CA: Coppa dei Campioni, CO: coppa delle Coppe, UE: Coppa UEFA); FED: federazione; 10: stagione 2009/10;11: stagione 2010/11; 12: stagione 2011/12; 13: stagione 2012/13; 14: stagione 2013/14. Le caselle della griglia indicano la stagione in cui la squadra è giunta almeno in semifinale in Champions (CL) ovvero in Europa League (EL).

Partiamo dalla CA: le 11 esentate dal turno preliminare sono il detentore, obbligatoriamente, e 10 altre ts scelte tramite sorteggio libero. Tuttavia, qui in totale sono appena 6, per cui sono tutte ammesse direttamente al primo turno, cui accedono anche 6 delle 47 nt scelte sempre tramite sorteggio non vincolato. Si dia però un’occhiata alle 6 ts: 3 di queste (Juventus, Benfica e Basilea) lo sono esclusivamente per i piazzamenti ottenuti in EL. Puntiamo ora l’attenzione sulla Juventus e ipotizziamo che, eccezionalmente, al Galatasaray fosse concesso di disputare la CA al posto dello squalificato Fenerbahçe. Ebbene i turchi non sono ts, per cui corrono il rischio di dover affrontare il preliminare, da cui è esentata la Juventus, ts unicamente per la semifinale raggiunta nell’EL 2013/14, torneo al quale partecipò per essere stata eliminata nella stessa stagione ai gironi di CL… dal Galatasaray! Il paradosso è evidente, e non rimane nemmeno nell’alveo delle pure congetture, essendovi un caso concreto: nel 2012/13 il Benfica perde la finale di EL dopo essere stato eliminato nei gironi di CL dal Celtic; portoghesi e scozzesi sono entrambi in CA ma, per l’appunto, i primi da ts, i secondi no.
Nel primo turno, il cui sorteggio era contemporaneo a quello del preliminare, le 6 ts godono del vantaggio di non poter essere accoppiate fra loro, non concesso alle 6 nt ammesse altrettanto direttamente. Dal secondo in poi, il sorteggio diventa libero. Quasi dimenticavo: ovviamente, le 21 eliminate nel preliminare non confluiscono nel primo turno di UE.

In CO le cose sono molto più semplici: 2 sole ts, esentate dal preliminare assieme a 8 delle 42 nt pescate a sorte. Più sopra avevo menzionato una possibile terza squadra beneficiata dalle vecchie norme: si tratta della Lazio, che potrebbe iscriversi proprio in CO quale detentrice, difendendo così un titolo conquistato 15 anni prima nell’ultima edizione della competizione! In tal caso, avrebbe l’ammissione diretta al primo turno, nell’anomala posizione di detentore nt, costringendo altre 2 squadre supplementari a sorbirsi il preliminare. Uso il condizionale perché, non avendo a disposizione i regolamenti, non so se il detentore della CO 1998/99 avesse diritto a iscriversi alla UE 1999/2000, come credo, anche se poi sul piano concreto i biancazzurri disputarono la CL.
Dal primo turno in avanti si procede come in CA. Piccola postilla: se la Lazio fosse presente, nel primo turno potrebbe scontrarsi col Napoli. Infatti, entrambe sono nt e i derby non sono vietati.

In UE, fortunatamente, le 64 iscritte partono tutte dal primo turno, unica fase dove il sorteggio prevede le ts, non accoppiabili fra loro. Tuttavia le partecipanti sono suddivise in 8 urne da 8 squadre l’una, da cui poi pescare 4 abbinamenti, composte seguendo generici criteri sportivi, geografici e d’opportunità. In concreto, è tutto affidato alla mera discrezionalità dell’UEFA e gli unici vincoli rispettati sono di avere urne con club di 8 diverse federazioni e contenenti lo stesso numero di ts, finché possibile. Essendo queste nove, 8 urne ne hanno una e 1 due. È facile verificare che tale procedura consente alla confederazione europea di scegliere a tavolino le 7 (ovvero 6) avversarie possibili per ogni ts. Nel secondo turno, si segue la medesima procedura, con 4 sole urne ma senza più alcuna ts, rendendo ancora più manovrabile a priori l’esito del sorteggio da parte dell’UEFA. Il meccanismo, colle dovute differenze, è tutt’oggi applicato nei preliminari di EL e, in misura minore, di CL. Solo dal terzo turno in avanti il sorteggio diventa libero.

In conclusione, guardando il nostro orticello, vi è da chiedersi se le tanto rimpiante coppe “vecchia maniera” conservino intatto il loro fascino alla prova dei fatti: nel ranking UEFA si perdono 2 posizioni e si gareggia con 1 squadra in meno, col Torino, doppiamente miracolato, a casa. In CA rimane unicamente la Juventus, sicura solo di evitare il preliminare e di non affrontare Basilea, Bayern, Benfica, Atlético e Real Madrid nel primo turno, grazie però esclusivamente alla stortura regolamentare dei ripescaggi. In CO, se la Lazio potrebbe sorridere per un passaggio europeo letteralmente piovuto dal cielo, il Napoli rischia il preliminare ed eventualmente il derby nel primo turno, potendo in qualsiasi fase incontrare una tra Barcellona, Arsenal e Borussia Dortmund. Infine in UE, il destino di Roma, Fiorentina e Inter è letteralmente nella mani dell’UEFA, potendo scegliere, con pochissimi vincoli, il ristretto lotto delle 7 (o 6 per i nerazzurri nel primo turno, unica ts) possibili loro avversarie.