giovedì, febbraio 26, 2015
Bike Channel - Le gare in esclusiva nel 2015: spiccano Gand-Wevelgem, Romandia e Giro di Svizzera
giovedì, febbraio 26, 2015
Simone Salvador
Bike Channel, canale 214 della piattaforma Sky, regala agli appassionati di ciclismo una ricca programmazione legata al ciclismo da strada, alla mtb, alla bmx e al triathlon. A marzo, dal 16 al 23, si parte con le immagini più spettacolari di tutte le tappe dell'Absa Cape Epic, una delle gare più importanti al mondo del panorama MTB. Sempre la MTB tornerà protagonista anche il 21 ottobre con la splendida Roc d'Azur. Tra la fine di marzo e i primi giorni di aprile, poi, palcoscenico per le classiche del nord: il 25 marzo si parte con la Dwaars door Vlaanderen, poi il 29 appuntamento da non perdere con la Gand-Wevelgem, quindi ad aprile la Scheldeprijs (8 aprile) e la Freccia del Brabante (15 aprile). Nella settimana dal 26 aprile al 3 maggio Bike Channel offrirà due grandi corse a tappe, il Giro di Turchia e il Tour de Romandie. I grandi eventi legati al ciclismo su strada proseguiranno anche nei mesi più caldi: dal 10 al 17 maggio il Tour of California, dal 13 al 21 giugno il Tour de Suisse, dal 17 al 23 agosto il Tour of Colorado e dal 6 al 13 settembre il Tour of Britain.
Per gli amanti della Bmx-Supercross, sul calendario vanno segnate le tappe del campionato del mondo: Manchester (18-19 aprile), Papendal (9-10 maggio), Eneglholm (15-16 agosto), Santiago del Estero (5-6 settembre) e Rock Hill (25-26 settembre).
Il 2015, inoltre, sarà un anno particolarmente importante per il binomio Bike Channel-Triathlon, con oltre 15 eventi in programmazione, comprese tutte le tappe del campionato del mondo ITU, da metà marzo a metà novembre.
martedì, febbraio 24, 2015
Nasce Gazzetta Tv (canale 59 DTT) - Solo news e talk o anche eventi?
martedì, febbraio 24, 2015
Simone Salvador
Dalle ore 07:00 di giovedì 26 febbraio 2015 gli appassionati di sport avranno a disposizione un nuovo canale televisivo: Gazzetta Tv (canale 59 DTT). Come emerso nella presentazione ufficiale avvenuta ieri: "GazzettaTv sarà edita da Digital Factory, società partecipata al 60% da Digicast, integralmente controllata da RCS MediaGroup, e al 40% da DeA 59 del gruppo De Agostini, titolare dell'autorizzazione per la trasmissione sul canale". La redazione di GazzettaTv, diretta da Claudio Arrigoni, sarà composta da 12 giornalisti. Tra di loro alcuni nomi noti al pubblico sportivo (Andrea Berton, ex Eurosport, Deborah Schirru, Federica Migliavacca, Sarah Castellana, Ettore Miraglia, Michele Gazzetti, tutti ex Sportitalia, Marilena Albergo, ex Sky Sport e Sportitalia, Franco Piantanida, ex Radio 24). La redazione si avvarrà poi della collaborazione con il quotidiano e con il sito Gazzetta.it. Tra i conduttori di GazzettaTv ci saranno Paolo Condò, Andrea Di Caro, Luigi Garlando, Carlo Laudisa, Nino Morici. Il volto ufficiale di Gazzetta Tv sarà Viviana Guglielmi, ex 7Gold e Telelombardia.
Gazzetta Tv si avvarrà della partnership di Infront Sports & Media grazie a cui avrà accesso agli highlights delle principali competizioni sportive nazionali e internazionali. Infront supporterà inoltre il canale con la fornitura dei servizi tecnici, produttivi, di post-produzione e di emissione.
GAZZETTA TV: ASPETTATIVE, PUNTI DI FORZA, PERPLESSITA' - Francesco Carione, direttore del sistema Gazzetta tv, ha dichiarato che "l’obiettivo è «lo 0,7 di share media giorno il primo anno, l’1 per il secondo e il terzo". Al di là dell'obiettivo numerico e al netto della pomposità della presentazione, c'è da capire che tipo di canale sarà Gazzetta Tv e quale spazio potrà ritagliarsi nella frammentata offerta televisiva creata dal digitale terrestre. Dando un'occhiata al palinsesto (vedi sotto), l'impressione è che, almeno nei primi mesi, sarà un canale sportivo basato esclusivamente su notiziari, talk e approfondimenti. Gli eventi, per ora, si fermano alla diretta dell'anticipo della Serie A di basket e alla pallavolo femminile la domenica pomeriggio. Troppo poco per parlare di rivoluzione o semplicemente di innovazione.
Ad ogni modo, i notiziari sportivi con marchio Gazzetta dovrebbero essere di buona fattura. O meglio, se l'impostazione dovesse essere in linea con quella del giornale cartaceo, troverebbero spazio diverse discipline (non siamo ai livelli multi-sportivi de L'Equipe, ma nemmeno a quelli mono-calcistici degli altri due quotidiani sportivi nazionali) e ciò sarebbe sicuramente positivo. Se invece dovesse passare la linea web (gazzetta.it), vale a dire calcio, calciomercato, motori e (tanto) gossip, allora saremmo dinanzi a una sorta di Studio Sport in salsa ros(e)a. Tifo indiavolato per la soluzione a).
Ad ogni modo, i notiziari sportivi con marchio Gazzetta dovrebbero essere di buona fattura. O meglio, se l'impostazione dovesse essere in linea con quella del giornale cartaceo, troverebbero spazio diverse discipline (non siamo ai livelli multi-sportivi de L'Equipe, ma nemmeno a quelli mono-calcistici degli altri due quotidiani sportivi nazionali) e ciò sarebbe sicuramente positivo. Se invece dovesse passare la linea web (gazzetta.it), vale a dire calcio, calciomercato, motori e (tanto) gossip, allora saremmo dinanzi a una sorta di Studio Sport in salsa ros(e)a. Tifo indiavolato per la soluzione a).
La qualità dei commenti è garantita visto il livello di alcune delle firme Gazzetta. Su tutti Paolo Condò, che tra le altre cose realizzerà un programma - Condò Confidential - che si avvicinerà al format di Sfide (non è un caso visto che tra i collaboratori di GazzettaTv c'è Simona Ercolani con la "sua" StandByMe). Interessante, e presumo molto seguita, la rubrica dedicata al fantacalcio (+3 Fantanews), così come Sport Science, già visto su Sportitalia.
I maggiori punti interrogativi, però, riguardano i diritti televisivi degli eventi. Chiaramente, entrando in scena a febbraio, era difficile avere a disposizione eventi in esclusiva. Vedremo se nei prossimi mesi GazzettaTv riuscirà ad aggiudicarsi alcuni diritti. Penso ad alcune corse ciclistiche (l'ingaggio di Andrea Berton, storica e apprezzata voce di Eurosport, potrebbe essere un segnale in tal senso), agli sport invernali, al basket, all'atletica leggera. Certamente, con il dimezzamento dei canali sportivi in Rai (vedi), i diritti di alcuni eventi torneranno sul mercato. Considerando poi le cifre messe sul piatto nel piano quinquennale di GazzettaTv (vedi), è probabile che il canale televisivo della Rosea sarà protagonista su questo fronte. Particolare attenzione, a mio avviso, dovrà essere riposta sugli highlights degli sport USA (NBA, NFL, NHL, MLB), sempre più gettonati alle nostre latitudini.
I maggiori punti interrogativi, però, riguardano i diritti televisivi degli eventi. Chiaramente, entrando in scena a febbraio, era difficile avere a disposizione eventi in esclusiva. Vedremo se nei prossimi mesi GazzettaTv riuscirà ad aggiudicarsi alcuni diritti. Penso ad alcune corse ciclistiche (l'ingaggio di Andrea Berton, storica e apprezzata voce di Eurosport, potrebbe essere un segnale in tal senso), agli sport invernali, al basket, all'atletica leggera. Certamente, con il dimezzamento dei canali sportivi in Rai (vedi), i diritti di alcuni eventi torneranno sul mercato. Considerando poi le cifre messe sul piatto nel piano quinquennale di GazzettaTv (vedi), è probabile che il canale televisivo della Rosea sarà protagonista su questo fronte. Particolare attenzione, a mio avviso, dovrà essere riposta sugli highlights degli sport USA (NBA, NFL, NHL, MLB), sempre più gettonati alle nostre latitudini.
Almeno nella prima fase di vita, quindi, GazzettaTv non si differenzierà molto da Sportitalia (che, va detto, dal suo ritorno in onda ha acquistato alcuni eventi di buon livello, Mondiali di basket in primis). Anzi, sarà probabilmente il principale concorrente del canale di Ben Ammar-Criscitiello. Non a caso, nelle scorse settimane Sportitalia si è mossa a livello politico e mediatico per ottenere una revisione della propria posizione nella LCN (ora 153).
La domanda da porsi, quindi, è se c'era davvero bisogno di un nuovo canale con tanto sport parlato e pochissimi eventi. La stessa Rai Sport ha recentemente cambiato strategia, tagliando notevolmente il monte ore dedicato ai talk. Certo, news e talk hanno un costo limitato e permettono di coprire ore di palinsesto. Tuttavia, il genere, sia a livello politico che sportivo, sembra mostrare un po' la corda e anche la presenza di giornalisti di grande prestigio non garantisce grandi ascolti. Sono gli eventi live - di buon livello - a fare la differenza negli ascolti. Staremo a vedere come si comporterà su questo fronte la nuova creatura della Gazzetta. Nella speranza che l'indiscrezione riportata da Milano Finanza lo scorso novembre ("sempre che le cose vadano come previsto. Altrimenti, dopo un anno di lancio, il canale digitale gratuito verrà spento") non si riveli fondata.
PALINSESTO (fonte digital-sat forum) - Questo il palinsesto di Gazzetta Tv per i primi 3 giorni di programmazione.
Giovedì 26 Febbraio
07.00 Gazzetta News
07.15 Gazzetta News
07.30 Gazzetta News
07.45 Gazzetta News
08.00 Gazzetta News
08.15 Gazzetta News
08.30 Gazzetta News
08.45 Gazzetta News
09.00 11x90
09.05 Sport Science
10.00 11x90
10.05 Tuttogol
10.35 Magazine Sci Freestyle
11.00 11x90
11.05 Condo' Confidential
11.35 Campioni a confronto
12.00 11x90
12.05 Sport Science
13.00 Gazzetta News
13.30 Gazzetta News
14.00 Gazzetta News
14.15 Gazzetta News Sottorete
14.45 Gli Autogol
15.00 11x90
15.05 Explorers: avventure pericolose
15.30 Campioni a confronto
16.00 11x90
16.05 Sport Science
17.00 11x90
17.05 The Speedgang - La banda dei motori
18.00 11x90
18.05 Explorers: avventure pericolose
19.00 Gazzetta News
19.30 Gazzetta News
20.00 Gazzetta News
20.30 Gazzetta News
20.45 Gli Autogol
21.00 11x90
21.05 Sport Science
22.00 11x90
22.05 Bomber
23.00 11x90
23.05 Campioni a confronto
23.30 Gazzetta News
00.00 11x90
00.05 Condo' Confidential
00.35 Gli Autogol
00.50 Sport Science
01.45 Gli Autogol
02.00 Gazzetta News
Venerdì 27 Febbraio
07.00 Gazzetta News
07.15 Gazzetta News
07.30 Gazzetta News
07.45 Gazzetta News
08.00 Gazzetta News
08.15 Gazzetta News
08.30 Gazzetta News
08.45 Gazzetta News
09.00 11x90
09.05 Sport Science
10.00 11x90
10.05 Pazzi per i derby
11.00 11x90
11.05 The Speedgang - La banda dei motori
12.00 11x90
12.05 Sport Science
13.00 Gazzetta News
13.30 Gazzetta News
14.00 Gazzetta News
14.15 Gazzetta News Sottorete
14.45 Gli Autogol
15.00 11x90
15.05 Explorers: avventure pericolose
15.30 Campioni a confronto
16.00 11x90
16.05 Sport Science
17.00 11x90
17.05 Bomber
18.00 11x90
18.05 Explorers: avventure pericolose
18.30 +3 Fantanews
19.00 Calciomarket
19.30 Gazzetta News
20.00 Gazzetta News
20.30 Gazzetta News
21.00 11x90
21.05 Campioni a confronto
21.35 Condo' Confidential
22.00 11x90
22.05 Sport Science
23.00 Calciomarket
23.30 Gazzetta News
00.00 11x90
00.05 Gazzetta News Sottocanestro
00.35 Gli Autogol
00.50 Sport Science
01.45 Gli Autogol
02.00 Gazzetta News
Sabato 28 Febbraio
07.00 Gazzetta News
07.15 Gazzetta News
07.30 Gazzetta News
07.45 Gazzetta News
08.00 Gazzetta News
08.15 Gazzetta News
08.30 Gazzetta News
08.45 Gazzetta News
09.00 11x90
09.05 Sport Science
10.00 11x90
10.05 Bomber
11.00 11x90
11.05 Pazzi per i derby
12.00 11x90
12.05 +3 Fantanews
12.35 Gazzetta News Sottocanestro
13.00 Gazzetta News
13.30 Gazzetta News
14.00 Gazzetta News
14.30 Magazine Snowboard
15.00 11x90
15.05 The Speedgang - La banda dei motori
16.00 11x90
16.05 +3 Fantanews
16.30 Tuttogol
17.00 11x90
17.05 Campioni a confronto
17.35 Campioni a confronto
18.00 11x90
18.05 Campioni a confronto
18.30 Condo' Confidential
19.00 Gazzetta News
19.30 Gazzetta News
20.00 Gazzetta News
20.30 Sassari - Cantu' - Diretta
22.00 11 notizie in 90 secondi.
22.05 Gazzetta News
22.30 Campioni a confronto
23.00 Gazzetta News
23.30 Gazzetta News
00.00 11x90
00.05 Gazzetta News Sottorete
00.35 Campioni a confronto
venerdì, febbraio 20, 2015
Il file DBLAB e il "Doping di Stato" italiano degli anni '80-'90
venerdì, febbraio 20, 2015
Simone Salvador
Spesso, quando si parla di vicende di doping che accadono in altri Paesi, alcuni tifosi italiani si danno di gomito sottolineando come, bé sì, era evidente che Tizio fosse dopato. E ovviamente, ça va sans dire, quell'atleta dopato non ha permesso al campione azzurro di turno - al di sopra di ogni sospetto per definizione - di trionfare ed entrare nella leggenda. Non solo. Si dà quasi per scontato che nella nazione di quell'atleta il doping sia la regola. Il caso di scuola è quello dello sport spagnolo, accusato senza distinzione di disciplina e atleta di aver trionfato per anni grazie al ricorso massiccio a pratiche dopanti. Ora, è evidente che la Spagna sia una delle nazioni meno pugnaci nel contrasto al doping e per anni molti atleti di primo livello - non solo spagnoli - hanno trovato nella penisola iberica terreno fertile per le loro pratiche (vedi Operacion Puerto, Operacion Galgo, vicende Armstrong, Hamilton, ecc). Oltre a questo, le istituzioni iberiche hanno fatto ben poco contrastare il fenomeno doping (a oggi la Spagna non si è ancora dotata di una legge antidoping). Tuttavia, sparare nel mucchio, senza uno straccio di prova o documento, appartiene al più becero qualunquismo italiano. Anche perché, giova ricordarlo, l'Italia si è sempre contraddistinta come una delle nazioni più all'avanguardia nell'utilizzo e nel traffico di sostanze dopanti. E in questo caso esistono decine di prove e documenti, oltre a dei veri e propri processi penali e sportivi. Ad aggravare il quadro, poi, il fatto che da noi, a differenza di quanto avvenuto in tutti gli altri Paesi, non ci sia mai stata una confessione, un pentimento da parte dei diretti interessati. Anzi, in molti casi le stesse persone lambite da sospetti o pienamente coinvolte in storie di doping, hanno poi finito per ricoprire primari incarichi dirigenziali o tecnici.
IL PROCESSO CONCONI - Tra le vicende doping emerse in Italia, quella relativa al Centro di Studi Biomedici applicati allo sport dell’Università di Ferrara (da qui CSB), il c.d Processo Conconi, è senza dubbio la più grave e inquietante. Il CONI, all'inizio degli anni '80, stipulò una convenzione - rinnovata poi per una quindicina d'anni - col CSB affinché l'equipe del prof. Conconi, ritenuta tra le più preparate dal punto di vista della metodologia dell'allenamento, seguisse i migliori atleti dello sport azzurro. Di fatto, come si evince dalla nota del PM Soprani (2000): "I servizi elargiti dal Prof. CONCONI al Comitato Olimpico Nazionale Italiano (CONI) vanno riferiti alle diverse Federazioni Sportive Nazionali (FSN) che, di volta in volta, ne hanno tratto beneficio in tal senso, il CONI dopo aver attivato la collaborazione con l’Università di Ferrara, l’ha poi finanziata, coordinata ed aggiornata, così come veniva ritenuto necessario sulla base degli obbiettivi complessivi perseguiti dall’Ente, mentre le FSN l’hanno concretamente utilizzata per raggiungere i diversi obbiettivi specifici previsti, anno per anno. La formalizzazione del rapporto tra il CONI e l’Università di Ferrara è stata realizzata da prima con una serie di contatti preliminari (Anno 1980) avvenuti con scambio di corrispondenza, e contatti per vie brevi. Successivamente concretizzando con delibere della Giunta Esecutiva del CONI, rinnovate anno per anno e successivamente, dall’anno 1981, per mezzo di una Convenzione ventennale. Le FSN hanno beneficiato di tale accordo quadro e a loro volta, nei casi veniva ritenuto necessario, hanno stretto con il Centro del Prof. CONCONI accordi più specifici, sostenuti da deliberazioni dei rispettivi Consigli Federali".
Il problema è che, dietro all'asserita "ricerca scientifica per migliorare le prestazioni degli atleti", si celava un sistema contaminato dal doping. Un sistema basato dapprima sull'emotrasfusione, poi sull'utilizzo di eritopoietina (EPO). Nella sostanza, due facce della stessa medaglia: doping ematico.
Il problema è che, dietro all'asserita "ricerca scientifica per migliorare le prestazioni degli atleti", si celava un sistema contaminato dal doping. Un sistema basato dapprima sull'emotrasfusione, poi sull'utilizzo di eritopoietina (EPO). Nella sostanza, due facce della stessa medaglia: doping ematico.
EPO E FILE DBLAB - Nel libro del prof. Donati "Lo sport del doping", viene ricostruito in modo accurato e con ampia documentazione il periodo dell'emotrasfusione e i rapporti tra Conconi, il CONI le Federazioni Nazionali. Una volta bloccata la pratica della reinfusione del proprio sangue (EMODOPING), iniziò la seconda fase, quella dell'EPODOPING. Nella richiesta d'archiviazione della Procura di Ferrara, viene descritta questa seconda fase: "Si può dire che prende avvio a questo tempo e con queste modalità una seconda fase di asserita ricerca scientifica, totalmente svincolata dalla prima quanto ai contenuti dei programmi di ricerca, che porterà il Conconi e i suoi collaboratori, negli anni a venire, a quel fenomeno di massiccia somministrazione di eritropoietina (EPO) ad atleti professionisti di diverse specialità sportive (ciclismo, sci di fondo, canoa) i cui dati sintetici sono espressi in alcuni files rinvenuti nel server (A 15), sequestrato a seguito dei decreti di perquisizione nella giornata del 29.10.1998 in Ferrara, presso il Centro Studi Biomedici Applicati allo Sport dell’Università (dblab.wdb, epo1.xls, epo2.wks, epo.wdb, epo.wr1, epox.wr1, erp.wdb, ch1.wdb, ch2.wdb, serp.wdb, rerp.wdb, bonerp.wdb, Iaborat.wdb, es-ch1 .wdb).
LA SENTENZA: IMPUTATI SALVATI DA PRESCRIZIONE - La sentenza del Tribunale di Ferrara n.° 533-2003 assolse gli imputati (solo) per prescrizione. Le motivazioni della stessa, tuttavia, non lasciano spazio a interpretazioni. Solamente la decorrenza dei termini processuali permise agli imputati di evitare una condanna, altrimenti certa.
Dall'articolo del Corriere della Sera dell'11 marzo 2004, ecco uno stralcio delle motivazioni per cui gli imputati furono assolti per:
"Il professor Francesco Conconi e i suoi collaboratori, presso il centro di Ferrara, hanno agevolato il doping di molti tra i più grandi campioni dello sport italiano per diversi anni. (...) Il giudice il 19 novembre scorso aveva assolto Conconi e gli altri due medici Grazzi e Casoni solo perché il reato di frode sportiva contestato, per i fatti tra il ' 92 e il ' 95, era caduto in prescrizione (per quelli tra il ' 95 e il ' 97 l' assoluzione era scattata per insussistenza). Senza la prescrizione, i tre imputati non avrebbero dovuto essere assolti. Dunque, ci sono voluti oltre cinque anni, tra inchiesta dell' ex pm Soprani e processo, per certificare ciò che tutto il mondo dello sport, in casa nostra e all' estero, dietro lo schermo dell' ufficialità ha sempre saputo. Anzi, per essere «storicamente» più corretti, ce ne sono voluti complessivamente una ventina: la prima convenzione tra Coni, firmata da Franco Carraro, e centro di Ferrara risale al 1980; la denuncia del dirigente Sandro Donati consegnata a Pescante e Pagnozzi è dei primi anni 90. «Gli imputati - scrive il giudice - per alcuni anni e con assoluta continuità hanno fiancheggiato gli atleti nella loro assunzione di eritropoietina, sostenendoli e di fatto incoraggiandoli nell' assunzione stessa, con la loro tranquillizzante e garante rete di controlli dello stato di salute, di esami, di analisi, di test, tesi a valutare ed ottimizzare gli esiti dell' assunzione in vista dei risultati sportivi, quindi realmente interagendo nel ' ' trattamento' ' , favorendolo, come a loro contestato, nonché, logicamente, fornendo tutti i supporti logistici atti a prolungare nel tempo l' assunzione di eritropoietina. Pertanto - conclude il giudice - sussiste in punta di diritto il reato così come a loro contestato»: vale a dire, frode sportiva per aver agevolato pratiche di doping".
Proprio il file DBLAB, nella freddezza dei numeri riportati, rappresenta la prova più tangibile delle pratiche effettuate presso il CSB. In esso sono raccolti i valori di globuli rossi, emoglobina ed ematocrito degli atleti seguiti presso il CSB. Gli sbalzi dei valori (di natura esogena come stabilito dalla sentenza) sono clamorosi. Alcuni atleti videro il proprio ematocrito innalzarsi di 10-15-25(!) punti, mettendo a serio rischio la propria vita. Come riportato nella stessa sentenza, poi, i valori massimi di ematocrito venivano registrati alla vigilia dei grandi eventi internazionali. Guarda caso.
LA SENTENZA: IMPUTATI SALVATI DA PRESCRIZIONE - La sentenza del Tribunale di Ferrara n.° 533-2003 assolse gli imputati (solo) per prescrizione. Le motivazioni della stessa, tuttavia, non lasciano spazio a interpretazioni. Solamente la decorrenza dei termini processuali permise agli imputati di evitare una condanna, altrimenti certa.
Dall'articolo del Corriere della Sera dell'11 marzo 2004, ecco uno stralcio delle motivazioni per cui gli imputati furono assolti per:
"Il professor Francesco Conconi e i suoi collaboratori, presso il centro di Ferrara, hanno agevolato il doping di molti tra i più grandi campioni dello sport italiano per diversi anni. (...) Il giudice il 19 novembre scorso aveva assolto Conconi e gli altri due medici Grazzi e Casoni solo perché il reato di frode sportiva contestato, per i fatti tra il ' 92 e il ' 95, era caduto in prescrizione (per quelli tra il ' 95 e il ' 97 l' assoluzione era scattata per insussistenza). Senza la prescrizione, i tre imputati non avrebbero dovuto essere assolti. Dunque, ci sono voluti oltre cinque anni, tra inchiesta dell' ex pm Soprani e processo, per certificare ciò che tutto il mondo dello sport, in casa nostra e all' estero, dietro lo schermo dell' ufficialità ha sempre saputo. Anzi, per essere «storicamente» più corretti, ce ne sono voluti complessivamente una ventina: la prima convenzione tra Coni, firmata da Franco Carraro, e centro di Ferrara risale al 1980; la denuncia del dirigente Sandro Donati consegnata a Pescante e Pagnozzi è dei primi anni 90. «Gli imputati - scrive il giudice - per alcuni anni e con assoluta continuità hanno fiancheggiato gli atleti nella loro assunzione di eritropoietina, sostenendoli e di fatto incoraggiandoli nell' assunzione stessa, con la loro tranquillizzante e garante rete di controlli dello stato di salute, di esami, di analisi, di test, tesi a valutare ed ottimizzare gli esiti dell' assunzione in vista dei risultati sportivi, quindi realmente interagendo nel ' ' trattamento' ' , favorendolo, come a loro contestato, nonché, logicamente, fornendo tutti i supporti logistici atti a prolungare nel tempo l' assunzione di eritropoietina. Pertanto - conclude il giudice - sussiste in punta di diritto il reato così come a loro contestato»: vale a dire, frode sportiva per aver agevolato pratiche di doping".
IL COMUNICATO DEL CONI CON L'ARCHIVIAZIONE DELLA PROCURA ANTIDOPING
A distanza di qualche mese dalla pubblicazione delle motivazioni della sentenza (febbraio 2004), la Procura Antidoping del CONI fu costretta - suo malgrado - a emettere un comunicato in cui ribadiva anche in sede sportiva l'avvenuta prescrizione dei fatti contestati nel processo di Ferrara. Tuttavia, la stessa Procura, senza troppi giri di parole, mise all'indice l'intera sistema sportivo italiano dell'epoca. Di fatto, un organo del CONI - seppur dotato di autonomia - accusava il CONI stesso di aver creato un sistema corrotto dal doping.
La Procura, ed è questo uno dei passaggi più significativi del comunicato, sottolinea come:
"Le prove che il Tribunale di Ferrara ha potuto raccogliere in ordine ai fatti verificatisi sino al considerare alla stessa stregua di una positività riscontrata all'esito di esami di laboratorio e tali da fornire lo stesso grado di certezza, ovverosia la certezza che promana da elementi aventi una forza probatoria pressoché insuperabile".
Ecco il comunicato della Procura in cui vengono ripresi ampi stralci della sentenza del Tribunale di Ferrara (in rosso i passaggi più significativi):
UFFICIO DELLA PROCURA ANTIDOPING DEL CONI
La Procura, ed è questo uno dei passaggi più significativi del comunicato, sottolinea come:
"Le prove che il Tribunale di Ferrara ha potuto raccogliere in ordine ai fatti verificatisi sino al considerare alla stessa stregua di una positività riscontrata all'esito di esami di laboratorio e tali da fornire lo stesso grado di certezza, ovverosia la certezza che promana da elementi aventi una forza probatoria pressoché insuperabile".
Ecco il comunicato della Procura in cui vengono ripresi ampi stralci della sentenza del Tribunale di Ferrara (in rosso i passaggi più significativi):
UFFICIO DELLA PROCURA ANTIDOPING DEL CONI
Procedimento
di indagine n. 48/04
Provvedimento di archiviazione
Provvedimento di archiviazione
È
pervenuta al C.O.N.I. la sentenza n.° 533-2003 del Tribunale di
Ferrara, in composizione monocratica, in persona del Giudice dott.
Franca Oliva, emessa nel procedimento penale a carico di Conconi Francesco ed
altri in esito all’udienza del 19.11.2003 e depositata il 16 febbraio
2004, divenuta irrevocabile per mancata impugnazione nel termine di
rito. Detta sentenza veniva trasmessa dal patrocinatore del C.O.N.L,
costituito parte civile nel procedimento, Avv. Prof. Guido Valori.
Giova ricordare che Conconi Francesco, Casoni Ilario e Grazzi Giovanni erano stati imputati, rispettivamente, in qualità di Direttore del Centro di Studi Biomedici applicati allo sport dell’Università di Ferrara (d’ora in avanti Centro), il primo, dipendente della medesima struttura, il secondo, e collaboratore della struttura nonché medico sociale della squadra ciclistica Carrera fino al 1995,
il terzo, del reato p. e p. dagli artt. 81 cpv., 110 c.p. e 1 della
legge n° 401/1989 aggravato per i primi due ai sensi dell’articolo 61
numero 9 c.p. perché, con più azioni esecutive del medesimo disegno
criminoso, in tempi diversi ed in relazione a più competizioni sportive
organizzate dalla F.C.I., dalla F.I.S.I. e dalla F.I.D.A.L., federazioni
sportive nazionali affiliate al C.O.N.I, o da altre federazioni
straniere o enti sportivi internazionali riesaminati dal C.O.N.I., in
concorso tra loro, compivano atti fraudolenti al fine di raggiungere,
attraverso il miglioramento delle prestazioni agonistiche
artificialmente determinate negli atleti, un risultato diverso da quello
conseguente al corretto e leale svolgimento delle competizioni alle
quali gli stessi atleti professionisti avrebbero dovuto partecipare
(quali ad es.: Olimpiadi invernali, Campionati mondiali, Giro d’Italia,
Tour de France); ciò, attraverso le seguenti condotte: somministrando
eritropoietina, farmaco ad azione dopante la cui assunzione è vietata
dall’ordinamento sportivo (C.I.O. e C.O.N.I.) (condotta posta in essere
dal solo Grazzi e limitatamente al periodo gennaio-luglio 1993 nei
confronti dei ciclisti Bontempi, Chiappucci, Chiesa, Roche e Sorensen);
> negli altri casi e periodi: eseguendo prelievi ed analisi
ematiche ed altri test cinici e biomeccanici ed elaborando i dati delle
analisi, con carattere di sistematicità sugli atleti professionisti
indicati nell’elenco sotto riportato, curandone
la preparazione fisica, in attuazione delle convenzioni stipulate dal
Cento con il C.O.N.I. e dei contratti con le predette federazioni
sportive nazionali e squadre ciclistiche ovvero con i singoli atleti; e
contollando nel contempo lo stato di salute degli atleti nei periodi di
assunzione da parte degli stessi di eritropoietina nota agli imputati
interagendo in tal modo con il trattamento e comunque agevolando,
favorendo e contribuendo casualmente al doping degli atleti medesimi.
In sintesi, il Giudice, dopo aver ricordato che una “lunga
e complessa indagine è stata portata avanti dai N.A.S. dei Carabinieri
di Firenze e di Bologna...attraverso una voluminosa acquisizione di
documentazione e di deposizioni testimoniali”, richiama altresì gli
esiti della perizia di ufficio effettuata nel corso dell’udienza
preliminare innanzi al GIP di Ferrara, volta a stabilire la correttezza
tecnico-scientifica delle procedure di prelievo, analisi e indagini
poste in essere nei confronti degli atleti seguiti dal Centro, la
lettura ed il reale valore da attribuirsi a specifici “dati e documenti
introiettati nel corpo probatorio del procedimento”, nonché alcune
reciproche coerenze tra i detti dati e documenti, la scarsa valenza
tecnica di svariate questioni espressamente sollevate dall’imputato
Conconi, l’attendibilità, quale corrispondenza al reale, delle accuse ricavata dai valori di ematocrito tratti dal file denominato DBLAB
nonché le complesse vicende processuali all’esito delle quali si è
pervenuti alla formulazione del solo capo d’imputazione dianzi
trascritto. Quindi, non essendo all’epoca dei fatti contestati in vigore
la legge n.° 376/2000 e, dunque, nell’impossibilità di procedere
penalmente per fatti rilevanti sotto il profilo del doping, il
giudicante si è posto il problema di verificare se nell’ordinamento
esistesse una normativa penale che comunque prevedesse e punisse come
reato il fatto contestato agli imputati; dopo lunga disquisizione sul
punto contenente richiami di precedenti giurisprudenziali, il giudicante
è pervenuto alla conclusione di doversi ritenere che i fatti contestati
nella concreta fattispecie in esame rientrassero nella fattispecie
criminosa prevista e punita dall’art. 1 della legge n.° 401/1989 (frode
sportiva).
Richiamato, poi, l’ampio quadro probatorio
acquisito, il giudicante ha ritenuto che nella specie fosse stato
accertato che “gli imputati hanno per alcuni anni e con assoluta
continuità fiancheggiato gli atleti elencati nel capo di imputazione
nella loro assunzione di eritropoietina, sostenendoli e di fatto
incoraggiandoli nell 'assunzione stessa con la loro tranquillizzante e
garante rete di controlli dello stato di salute di esami, di analisi, di
test tesi a valutare ed ottimizzare gli esiti dell'assunzione in vista
dei risultati sportivi, quindi realmente interagendo nel "trattamento"
e, favorendo, come a loro contestato, nonché, logicamente, fornendo
tutti i supporti logistici atti a prolungare nel tempo l’assunzione di
eritropoietina”. Il Tribunale, poi, ha messo in evidenza gli elementi
emersi dalle indagini compiute sui files e sui documenti sequestrati
quali le grandi oscillazioni di alcuni parametri ematici
indicativi che si sono potute osservare nella successione degli esami
eseguiti sugli atleti rispetto ai loro valori fisiologici, definita
“mostruosa” dal periti d’ufficio, il fatto che le
oscillazioni si fossero verificate in corrispondenza di “precisi
periodi temporali” (valori bassi in periodi di competizione, e, quindi,
progressivamente crescenti sino a raggiungere valori eccezionalmente
alti a ridosso delle gare), la circostanza che le oscillazioni di così
elevata portata si fossero per lo più verificate nelle discipline
sportive c. d. “di resistenza”, potenzialmente in grado di trarre
maggiore vantaggio in presenza di trattamenti a base di eritropoietina;
ha smontato con l’aiuto della perizia d’ufficio la tesi difensiva
dell’imputato Conconi, definendo “non realistica” la motivazione da
questi indicata per giustificare le oscillazioni dei valori ematici ha
dato atto delle analisi ed elaborazione dei dati fornita dai periti
d’ufficio, dei loro rilievi e delle loro conclusioni; ha concluso in
ordine affermando che “non può pertanto negarsi la gravità ed univocità del quadro probatorio nei confronti degli imputati”.
Rilevato, poi, che per i fatti contestati verificatisi successivamente
al 9.8.1995 non sono state acquisite prove sufficienti nei confronti
degli imputati, il Tribunale di Ferrara ha deciso dichiarando
l’estinzione dei reati ascritti agli imputati per intervenuta
prescrizione limitatamente ai fatti verificatisi sino al 9.8.1995 ed
assolvendoli dai reati loro ascritti con riferimento a fatti accaduti
dopo la stessa data con la formula “il fatto non sussiste”.
La
sentenza del Tribunale dl Ferrara e la congerie di fatti in essa
accertati indubbiamente forniscono all’opinione pubblica ampi scorci e scenari del desolante panorama del doping quale scienza applicata allo sport in maniera cosciente, assidua e mirata,
ed offrono ampia materia per l'apertura di un procedimento d’indagine
nei confronti di tutti gli atleti iscritti nell’elenco dinanzi riportato
da parte di questo Ufficio di Procura. I protagonisti, da un lato sono
medici che mostrano di non avere scrupoli nello studiare e sperimentare
gli effetti del doping sugli atleti, non lesinando i loro sforzi in tal
senso e per giunta utilizzando, nel perseguire i propri scopi, il
pubblico denaro sulla base di convenzioni stipulate con il C.O.N.I. ed
alcune Federazioni o squadre sportive, dall’altro sono atleti i cui nomi
sono o sono stati di alta risonanza che, verosimilmente mossi dal
miraggio dell'acquisizione di prestigiosi risultati a livello
internazionale e di medaglie, si sono prestati a fungere da cavie e a
sottoporre a gravissimo rischio la propria salute. Le
prove che il Tribunale di Ferrara ha potuto raccogliere in ordine ai
fatti verificatisi sino al considerare alla stessa stregua di una
positività riscontrata all'esito di esami di laboratorio e tali da
fornire lo stesso grado di certezza, ovverosia la certezza
che promana da elementi aventi una forza probatoria pressoché
insuperabile, per cui appare del tutto superflua l'audizione degli
atleti sopra indicati in considerazione del fatto che atteso il tempo
trascorso dalla data del verificarsi dei fatti che avrebbero potuto e
dovuto contestarsi ai singoli atleti ha fatto si che i relativi illeciti
disciplinari accertati dal giudice penale, tutti in relazione ai fatti
verificatisi sino al 9.8.1995, quelli successivi sono risultati non
provati, debbono essere dichiarati estinti per essere ampiamente decorso
il termine di prescrizione previsto per gli illeciti disciplinari dal vigente regolamento antidoping, conseguendone la non sanzionabilità.
Tuttavia, questa Procura non può esimersi dal considerare che il quadro
d'assieme che è emerso dalla lettura della sentenza in rassegna (...) è
decisamente sconsolante, vieppiù se si pensa che una larga parte degli
sportivi seguiti dal centro diretto dal prof. Conconi sono stati (in
qualche caso sono tuttora) atleti di rango internazionale e di assoluto
prestigio per la massa di risultati raccolti nella carriera e che molti
di essi, ancora oggi che non svolgono più attività agonistica, sono
tesserati e rivestono incarichi dirigenziali o di responsabilità tecnica
di rilievo (a livello di squadre internazionali) nell'ambito delle
federazioni sportive di appartenenza, sino a rappresentare lo sport
italiano ai massimi livelli in consessi internazionali.
Tutto
ciò premesso e ritenuto, questa procura, nel segnalare alla Presidenza
del C.O.N.I. l'opportunità di trasmettere alle federazioni interessate
(FCI, FISI, FIDAL) il presente provvedimento e l'allegata sentenza
533/03 del Tribunale di Ferrara, affinché valutino le ripercussioni che
la gravità dei fatti può avere sulla loro immagine e sulla credibilità
dell'azione da loro prestata nell'interesse dello sport, dispone
l ' a r c h i v i a z i o n e
degli
atti del procedimento disciplinare per intervenuta prescrizione degli
illeciti disciplinari con riguardo a tutti gli atleti compresi
nell'elenco trascritto nella parte iniziale del presente provvedimento.
Roma, lì 24/6/04
IL PROCURATORE CAPO
Avv. Prof. Giovanni Verde
I PROCURATORI
Avv.Prof: Patrizio Spinelli
Avv. Luigi Criscuoli
giovedì, febbraio 19, 2015
Come sarebbero le attuali Coppe Europee con la suddivisione Coppa Campioni-Coppa Uefa-Coppa delle Coppe (di Rado il Figo)
giovedì, febbraio 19, 2015
Simone Salvador
A distanza di un paio d'anni, pubblico l'aggiornamento di un post che all'epoca riscosse un ottimo successo. Rado ci spiega come
sarebbero le attuali coppe europee (stagione 2014/15) se fossero ancora in vigore le
vecchie regole, con la suddivisione tra Coppa Campioni, Coppa UEFA e
Coppa delle Coppe. Un salto all'indietro per dare una
risposta concreta ai professionisti della retorica nostalgica ("ah, come
sarebbe bello se ci fosse ancora la vecchia Coppa Campioni con i soli
vincitori dei campionati nazionali"). Personalmente penso che l'attuale
Champions League, ad esempio, sia una competizione fantastica, con tutte
le migliori squadre a sfidarsi in partite memorabili. Il calcio si è
evoluto ed è stato giusto, opinione personale, aprire alla
partecipazione delle formazioni non-campioni. L'attuale formula, sempre più munifica, permette inoltre all'UEFA di frenare, almeno per il momento, le pulsioni "Superleghiste" dei club.
Ringrazio Rado per lo straordinario lavoro svolto. Buona lettura.
All’arrivo della fase a
eliminazione diretta seguente i gruppi di Champions (CL) ed Europa League (EL),
puntualmente si affaccia qualche nostalgico a sentenziare: “Ecco che le coppe
tornano a essere vere, com’erano una volta!”. E qualcuno puntualizza,
aggiungendo: “Quando in Coppa dei Campioni (CA) andavano solo i campioni
nazionali, esisteva la Coppa delle Coppe (CO) e la Coppa UEFA (UE) era una cosa
seria e non quell’obbrobrio attuale che non interessa a nessuno!”.
Già due stagioni orsono avevo
tradotto in realtà questi lamenti, simulando come sarebbe stata la stagione
europea se si svolgesse come prescrivevano le coppe tradizionali: oggi ripeto
l’esperimento, completandolo approfondendo alcuni punti all’epoca tralasciati
anche solo per semplicità.
Entriamo quindi in una virtuale
macchina del tempo e compiamo un salto nel passato, vedendo come si sarebbero
svolte le Coppe continentali 2014/15 seguendo le regole in vigore nel 1980/81,
quando esordiscono attivamente il ranking UEFA e le teste di serie, reputandola
per tale motivo come paradigmatica di “stagione delle coppe tradizionali”. In
particolare, proprio il ranking UEFA mi permette di superare uno scoglio
altrimenti invalicabile se dovessi applicare le norme applicate fino al
1979/80, e perciò partiamo proprio ricalcolando i coefficienti di federazione
2008/13 come si faceva “nei bei tempi andati”, periodo in cui tutte le vittorie
valevano 2 punti e tutti i pareggi 1 punto, senza quindi alcun dimezzamento per
quanto ottenuto nei preliminari, e dove i bonus erano di 1 punto per ogni turno
raggiunto dai quarti di finale in avanti, cioè né più né meno come nell’EL,
senza dover assistere all’orgia della CL in cui ogni stagione è distribuita la
bellezza di 222 punti alle 32 squadre che giocano i gironi. Un tempo, infatti,
tutte le coppe erano considerate allo stesso livello, da cui uguali bonus per
ognuna: in particolare, per la UE, il minor prestigio rispetto a CA e CO, era
valutato come adeguatamente compensato dalla maggiore difficoltà tecnica,
stante il superiore numero di iscritte provenienti dalle federazioni migliori
(leggasi, ai vertici della classifica per coefficiente).
Il “vecchio” ranking è quindi il
seguente, dove sono usate, come da qui in avanti, le sigle FIFA a identificare
le federazioni europee.
Legenda. FED: federazione; CQ: coefficiente quinquennale di
federazione (somma dei CA); P: punti raccolti dalle squadre della federazione
della riga nella stagione della colonna; S: squadre della federazione della
riga impegnate attivamente nelle coppe nella stagione della colonna; CA:
coefficiente annuale di federazione (rapporta fra P e S).
Prima di proseguire, tre piccole
disgressioni “tecniche”: oltre a quanto sopra ricordato, il coefficiente
annuale era calcolato dividendo i punti per il numero di squadre effettivamente
scese in campo, mentre oggi si rapportano a quello “di spettanza”. L’unica
differenza concreta nel quinquennio considerato si registra nel coefficiente
turco 2011/12, dove i 42 punti sono divisi per le 4 squadre attive, mentre
colle regole attuali è stato aggiunto anche il Fenerbahçe, squalificato a CL in
corso senza aver fatto in tempo a giocare una sola partita.
In secondo luogo, per ragioni di
semplicità, tratto il quinquennio 2008/13 come se in esso CL ed EL si fossero
sempre svolte colla corrente struttura, anche se la stagione 2008/09 fu
l’ultima di UE e la CL era articolata in modo lievemente diverso.
Infine, nel ranking è presente il
Liechtenstein, per quanto “fuori classifica” (FC), mentre non compare
Gibilterra, avendo esordito nella corrente stagione; posizioni particolari su
cui mi soffermerò a tempo debito.
Ahi! Ahi! Se ai tempi odierni
l’Italia sta cercando di tenersi stretto il 4° posto, nei tempi che furono il
sorpasso è già bell’avvenuto; non solo il Portogallo ci sopravanza ma pure
l’Ucraina ha messo la freccia, retrocendoci al 6° posto. Le lacrime da versare
sono però meno amare dell’atteso; prima di motivare tale conclusione, diamo
un’occhiata alla prossima tabella, dove sono evidenziate le differenze fra
ranking “vecchio” e “nuovo”, dal punto di vista del coefficiente e
(soprattutto) della posizione in classifica.
Legenda. FED: federazione; CV: coefficiente di federazione
2008/13 calcolato colle regole “tradizionali”; CR: coefficiente di federazione
2008/13 reale; D: differenza fra CR e CV; PR: posizione reale nel ranking
2008/13; V: differenza fra PR e posizione nel ranking “tradizionale”.
Nonostante il taglio netto
operato ai bonus di CL, solo 7 federazioni hanno un coefficiente inferiore, fra
cui purtroppo l’Italia, che deve l’arretramento in classifica alla seconda
perdita in termini assoluti (dietro alla Spagna) ma prima in termini relativi,
marcando un brutto -20% (alle nostre spalle la Francia a -18%). Le ragioni
della batosta sono duplici: per recuperare i bonus non ricosciuti dal vecchio
calcolo alla mera partecipazione ai gironi e agli ottavi di CL, si potrebbe
usufruire del “raddoppio” di quanto raccolto nei preliminari ma a causa del 4°
posto nel ranking reale, che fa partire i club italiani al peggio al 3° turno
di qualificazione di EL, le gare lì giocate sono troppo esigue. Inoltre,
rispetto alle “compagne di sventura” accomunate dall’alta posizione nel rankig
effettivo (vedi in particolare Spagna, Inghilterra e Germania), l’Italia non
riesce nemmeno a limitare i danni, incapaci come sono i suoi club di giungere
almeno ai quarti di CL, turno dal quale partono i bonus “old style”, impresa
riuscita nel quinquennio 2008/13 solo a Internazionale (2 volte), Juventus e
Milan (1 volta).
A questo punto, appaiono naturali
due considerazioni. La prima: il ricalcolo giova alle federazioni piccole, le
cui squadre sono costrette a partire prima delle fasi a gironi, un vantaggio
non indifferente, come visto, coi punti lì conquistati a valere letteralmente
due volte il peso attuale, e tanto più ricordando come 30 e passa anni fa i turni
preliminari erano uno solo, e pure eventuale, mentre oggi sono ben quattro e
pure codificati. In linea teorica, obiezione valida e motivata, tuttavia la
tabella soprastante evidenzia che la pochezza tecnica delle interessate è tale
per cui, pur raddoppiando il proprio coefficiente, non si schiodano ugalmente
dagli ultimi 19 posti.
La seconda: i bonus uniformi
favoriscono chi ha più presenze in EL, torneo con un turno e due partite in più
rispetto alla CL. Anche in questo caso, l’osservazione è corretta ma… è proprio
quanto voleva il ranking dell’epoca! Non scordiamoci che la UE prevedeva
anch’essa a regime un turno supplementare rispetto a CA e CO e 3 partite
aggiuntive (la finale era disputata con andata e ritorno), però il ranking
serviva esclusivamente… a fissare il numero di posti spettanti alle singole
federazioni in UE. Per cui, era “giusto” che i risultati ottenuti nella coppa
meno prestigiosa avessero maggior peso di quanto ottenuto in CA e CO, giacché
tutto era a uso e consumo della UE, anche se è facile verificare come, per il
non ottimale algoritmo di calcolo, il coefficiente potenziale diminuisce, ora
come allora, all’aumentare delle squadre in lizza.
Essendo entrato in argomento,
rinfresco la memoria sui criteri d’iscrizione nelle tre coppe. In CA accedono i
campioni nazionali oltre al detentore. In CO, i vincitori della coppa
nazionale, sostituibili dalla finalista, oltre al detentore; se quest’ultimo ha
pure vinto la coppa nazionale, è iscritta anche la sua finalista. Più
articolata la UE, e ci è d’aiuto la tabella sovrastante: al torneo, infatti,
accedono sempre e comunque 64 squadre, così suddivise: 4 per ognuna delle
federazioni in oro; 3 per ognuna delle federazioni in argento; 2 per ognuna
delle federazioni in bronzo; 1 per ognuna delle federazioni in azzurro. Le
altre federazioni rimangono… in bianco, non potendo iscrivere alcuna loro
formazione; inoltre il detentore, se non iscrivibile a nessuna delle tre coppe
europee via tornei nazionali, partecipa alla UE al posto della seconda rappresentante
della 21ª federazione (la peggiore di quelle in bronzo), nello specifico la
Bielorussia. Le squadre partecipanti sono il vincitore della coppa di lega
(purché si abbia diritto a 2 posti e a propria libera scelta) e le meglio
piazzate in campionato non già iscritte in CA e CO.
Appare ora chiaro perché abbia
scelto la stagione 1980/81 come… “punto di ritorno”: in precedenza, i posti in
UE erano distribuiti in modo fisso fra le federazioni, metodo inapplicabile nel
contesto odierno per esigenze più pratiche che sportive. Infatti, all’epoca vi
erano solo 33 federazioni, col Galles attivo unicamente in CO disputando solo
la coppa nazionale (esattamente come oggi il Liechtenstein), ma 3 di esse
(Cecoslovacchia, Iugoslavia e URSS) sono nel frattempo scomparse, disgregatesi
in una miriade di nuove realtà. Pertanto, applicando la distribuzione “fissa”,
sarebbero rimasti scoperti i 6 posti di loro spettanza da riassegnare in modo
del tutto personale e soggettivo (anche fossero state privilegiate Rep. Ceca, Serbia
e Russia, le eredi più “dirette”). Col ranking UEFA la scelta è affidata ai
numeri e quindi in maniera del tutto oggettiva. Un’ulteriore precisazione: come
detto sopra, in classifica vi erano solo 32 federazioni (33 meno il Galles), e
la soluzione di non assegnare posti a chi si piazza oltre il 32° posto non è
una mia semplificazione, bensì la soluzione adottata dall’UEFA quando il numero
di sue affiliate iniziò a esplodere, colla confederazione che mantenne sempre
in 64 le partecipanti all’omonima coppa (seppur formalmente giustificato
dall’assenza nelle neofite nel ranking di riferimento).
Tornando all’Italia, il latte
versato è minore dell’atteso perché i due posti persi in classifica comunque la
mantengono nella fascia d’argento con 3 posti in UE; dando un’occhiata in
generale, puntando l’attenzione su questo dato, si vede che il ricalcolo ha
favorito i Paesi Bassi ai danni della Russia, la Croazia a svantaggio della
Romania e la Finlandia sulla Scozia, e senza dimenticare tutte le federazioni
in coda private della squadra garantita a chiunque in UE dal 1996/97.
Dopo aver illustrato quante
squadre ogni federazione può iscrivere e i criteri della loro scelta, svelo chi
partecipa ai tornei continentali 2014/15 versione “vecchia maniera”. La tabella
sottostante riporta le iscritte, federazione per federazione, in ordine di
ranking: ognuna è preceduta da un numero indicante la posizione in campionato
(con “b.” chi militava nelle serie inferiori), ed eventualmente seguita dalla
sigla fra parentesi del titolo sportivo “particolare” quando necessario per
comprenderne la sua presenza. Le coppe sono 3, ma le colonne 4: ho, infatti,
inserito anche quella dove confluiscono tutte le squadre che, col ritorno al
passato, rimangono fuori dal palcoscenico europeo. Le sorprese non sono poche.


Legenda dei titoli
sportivi. d: detentore: v: vincitore della coppa nazionale, f: finalista della
coppa nazionale; l: vincitore della coppa di lega; fp: vincitore della
classifica fair play. Per i campionati la cui struttura rende impossibile
stilare una classifica finale completa, il simbolo “?” sostituisce il numero
indicante la posizione pertanto non identificabile.
Partiamo dalle assenti: pur con
una coppa in più, 70 squadre rimangono a casa. Un numero talmente elevato da
far intuire come non possa dipendere esclusivamente dai 3 scambi di fascia
sopra ricordati e dalle (ultime) 19 federazioni rimaste senza rappresentanti in
UE. Col passare degli anni, infatti, si sono succedute alcune modifiche che
hanno via via incrementato le partecipanti. Oltre alla già citata del 1996/97,
quando fu concesso a tutti di avere almeno 1 squadra in UE (coll’esclusione del
Liechtenstein), i maggiori effetti derivano da altre due situazioni. La prima, nel
1997/98, quando la CL fu aperta anche alle seconde delle migliori 8 federazioni
ma non a discapito del loro contingente in UE traducendosi, pertanto,
nell’iscrizione di una squadra supplementare a testa. La seconda, nel 2009/10,
quando gran parte delle federazioni si videro “restituire” nella neonata EL il
posto perso dalla contemporanea abrogazione della Coppa Intertoto.
Il “dimagrimento” delle
concorrenti nell’arena continentale è così spiegato: di fatto, tutte le
federazioni perdono una o al massimo due rappresentanti, una sorta di “tassa”
da pagare per essere tornati nel passato, cui si sottraggono in appena 7:
Spagna (“grazie” al Real vincitore di CL ma non della Liga), Austria, Israele,
Repubblica Ceca, Polonia, Croazia e Bielorussia, cui si accodano Liechtenstein
(per i motivi ormai noti) e Gibilterra (da buon’ultima arrivata, iscrive solo i
vincitori dei 2 tornei nazionali), le cui posizioni eccezionali le rendono
immuni da ogni cambio di norme.
Le squadre sono scritte in modo
diverso, per distinguere visivamente le categorie in cui le ho divise: come punto
di partenza, le partecipanti all’EL sono in caratteri normali, e quelle alla
CL, in grassetto. È facile verificare che le 70 assenti rientrano tutte nella
prima categoria, a ulteriore riprova che l’EL è un torneo letteralmente
“all’ammasso”, avendo concesso il passaporto europeo anche a chi un tempo si
doveva limitare a osservare le coppe dalla tv, come si suol dire. Abbastanza
naturale, invece, che tutte le iscritte alla CA partecipano oggi alla CL: non
valendo il contrario, dove sono finite le 25 non “confermate” nella massima
competizione? 18 in UE e 7 in CO, apparentemente a confermare che quest’ultimo
fosse il torneo meno competitivo dei 3. Tuttavia, gl’intervalli in cui si muove
sono profondamente diversi: le retrocesse in CO possono essere da 0 a 15,
quelle in UE da 14 a 24; noti i paletti minimi, le prime sono il 46,7% del
massimo possibile, le seconde (più del doppio in termini assoluti) solo il 40%.
Finora il ritorno al passato si è
rilevato “insoddisfacente”: infatti, tutte le squadre hanno o confermato o
peggiorato la propria posizione. Ma vi sono delle eccezioni: in corsivo sono
riportati i club che traggono giovamento dalle vecchie norme, grazie alle quali
ottengono una partecipazione alle coppe ora loro preclusa. Sono appena due (o
forse tre, vedi infra): Crvena Zvezda (nota da noi come Stella Rossa di
Belgrado) e Újpest. Da cosa deriva la loro singolarità? Semplice: essendo del
tutto sconosciuti il fair play finanziario e la licenza UEFA, ragioni delle
esclusioni dei due club citati, l’unico criterio per iscriversi è conquistare
il titolo sportivo richiesto. Talmente unico che in caso di squalifica “per
fatti di campo” o illeciti sportivi, è pure vietato sostituire le squadre così
colpite (se non, di tanto in tanto, nella sola UE). Se scorrete la lista di CA,
si nota un buco all’altezza della Turchia: il Fenerbahçe campione nazionale è,
per l’appunto, squalificato (anche) per una storia di combine, e il suo posto
non è preso (come oggi) dal Galatasaray secondo, costretto a rimanere in CO.
Piccola puntata sull’Italia: il
Torino si vede “doppiamente” danneggiato dalle vecchie norme, giacché partecipa
oggi all’EL in sostituzione del Parma sesto per il mancato rilascio della
licenza UEFA; in altre parole, di una squadra esclusa per un criterio all’epoca
inesistente e il cui piazzamento in campionato era pure insufficiente per
accedere ai tornei europei.
Il tuffo completo nel passato
prosegue colla formula dei tornei, interamente strutturati a eliminazione
diretta. Mentre non genere alcun problema la UE, colle sue 64 iscritte fisse,
qualche grattacapo arriva da CA (53) e CO (54), costrette a far disputare un
turno preliminare rispettivamente a 42 e 44 delle loro partecipanti, per
scremarle a 32. Mentre in precedenza erano tutte sullo stesso piano, eccezion
fatta per il detentore, dal 1980/81 le squadre iniziano a essere divise in
teste di serie (ts) e non teste di serie (nt), scelte in modo assai semplice
col quale non si trae alcun vantaggio né dalla posizione nel ranking della
propria federazione né dal coefficiente di squadra, quest’ultimo perché… ancora
da inventare! Infatti, è ts chi ha raggiunto almeno una volta le semifinali in
una qualsiasi fra CA, CO e UE nelle ultime 5 stagioni; “trasportando” il tutto
in termini odierni, le “reginette” sono quei club giunti almeno una volta in
semifinale in CL ovvero in EL fra il 2009/10 e il 2013/14. Tuttavia, aver vinto
le ultime 5 CL o essere stati eliminati in semifinale di EL 2009/10 rimanendo a
casa nelle 4 stagioni seguenti non crea alcuna differenza fra ts e ts, tutte
considerati alla pari, tranne il detentore posto sempre in cima a tutti.
Questo livellamento, discutibile
già all’epoca sul piano “quantitativo” (5 finali valgono 1 semifinale), lo è
ancor di più oggi sul “qualitativo”, essendo evidente che il concetto sopra
espresso di minor prestigio della UE compensato dalla maggior difficoltà
rispetto a CA e CO, non è più applicabile all’EL, decisamente e innegabilmente
meno prestigiosa e meno difficoltosa della CL. Ma se ritorno al passato deve
essere, lo sia in accezione completa, e quindi mi attengo alla definizione
letterale di ts, il che crea, come sarà più chiaro infra, un imbarazzante
paradosso.
Proseguiamo con ordine: chi sono
le ts? La seguente tabella le illustra divise per manifestazione.
Legenda. T: torneo cui partecipa la squadra (CA: Coppa dei
Campioni, CO: coppa delle Coppe, UE: Coppa UEFA); FED: federazione; 10:
stagione 2009/10;11: stagione 2010/11; 12: stagione 2011/12; 13: stagione
2012/13; 14: stagione 2013/14. Le caselle della griglia indicano la stagione in
cui la squadra è giunta almeno in semifinale in Champions (CL) ovvero in Europa
League (EL).
Partiamo dalla CA: le 11 esentate
dal turno preliminare sono il detentore, obbligatoriamente, e 10 altre ts
scelte tramite sorteggio libero. Tuttavia, qui in totale sono appena 6, per cui
sono tutte ammesse direttamente al primo turno, cui accedono anche 6 delle 47
nt scelte sempre tramite sorteggio non vincolato. Si dia però un’occhiata alle
6 ts: 3 di queste (Juventus, Benfica e Basilea) lo sono esclusivamente per i
piazzamenti ottenuti in EL. Puntiamo ora l’attenzione sulla Juventus e
ipotizziamo che, eccezionalmente, al Galatasaray fosse concesso di disputare la
CA al posto dello squalificato Fenerbahçe. Ebbene i turchi non sono ts, per cui
corrono il rischio di dover affrontare il preliminare, da cui è esentata la
Juventus, ts unicamente per la semifinale raggiunta nell’EL 2013/14, torneo al
quale partecipò per essere stata eliminata nella stessa stagione ai gironi di
CL… dal Galatasaray! Il paradosso è evidente, e non rimane nemmeno nell’alveo
delle pure congetture, essendovi un caso concreto: nel 2012/13 il Benfica perde
la finale di EL dopo essere stato eliminato nei gironi di CL dal Celtic; portoghesi
e scozzesi sono entrambi in CA ma, per l’appunto, i primi da ts, i secondi no.
Nel primo turno, il cui sorteggio
era contemporaneo a quello del preliminare, le 6 ts godono del vantaggio di non
poter essere accoppiate fra loro, non concesso alle 6 nt ammesse altrettanto
direttamente. Dal secondo in poi, il sorteggio diventa libero. Quasi
dimenticavo: ovviamente, le 21 eliminate nel preliminare non confluiscono nel
primo turno di UE.
In CO le cose sono molto più
semplici: 2 sole ts, esentate dal preliminare assieme a 8 delle 42 nt pescate a
sorte. Più sopra avevo menzionato una possibile terza squadra beneficiata dalle
vecchie norme: si tratta della Lazio, che potrebbe iscriversi proprio in CO
quale detentrice, difendendo così un titolo conquistato 15 anni prima
nell’ultima edizione della competizione! In tal caso, avrebbe l’ammissione
diretta al primo turno, nell’anomala posizione di detentore nt, costringendo
altre 2 squadre supplementari a sorbirsi il preliminare. Uso il condizionale
perché, non avendo a disposizione i regolamenti, non so se il detentore della
CO 1998/99 avesse diritto a iscriversi alla UE 1999/2000, come credo, anche se
poi sul piano concreto i biancazzurri disputarono la CL.
Dal primo turno in avanti si
procede come in CA. Piccola postilla: se la Lazio fosse presente, nel primo
turno potrebbe scontrarsi col Napoli. Infatti, entrambe sono nt e i derby non
sono vietati.
In UE, fortunatamente, le 64
iscritte partono tutte dal primo turno, unica fase dove il sorteggio prevede le
ts, non accoppiabili fra loro. Tuttavia le partecipanti sono suddivise in 8
urne da 8 squadre l’una, da cui poi pescare 4 abbinamenti, composte seguendo
generici criteri sportivi, geografici e d’opportunità. In concreto, è tutto
affidato alla mera discrezionalità dell’UEFA e gli unici vincoli rispettati
sono di avere urne con club di 8 diverse federazioni e contenenti lo stesso
numero di ts, finché possibile. Essendo queste nove, 8 urne ne hanno una e 1
due. È facile verificare che tale procedura consente alla confederazione
europea di scegliere a tavolino le 7 (ovvero 6) avversarie possibili per ogni
ts. Nel secondo turno, si segue la medesima procedura, con 4 sole urne ma senza
più alcuna ts, rendendo ancora più manovrabile a priori l’esito del sorteggio
da parte dell’UEFA. Il meccanismo, colle dovute differenze, è tutt’oggi
applicato nei preliminari di EL e, in misura minore, di CL. Solo dal terzo
turno in avanti il sorteggio diventa libero.
In conclusione, guardando il
nostro orticello, vi è da chiedersi se le tanto rimpiante coppe “vecchia
maniera” conservino intatto il loro fascino alla prova dei fatti: nel ranking
UEFA si perdono 2 posizioni e si gareggia con 1 squadra in meno, col Torino,
doppiamente miracolato, a casa. In CA rimane unicamente la Juventus, sicura
solo di evitare il preliminare e di non affrontare Basilea, Bayern, Benfica,
Atlético e Real Madrid nel primo turno, grazie però esclusivamente alla
stortura regolamentare dei ripescaggi. In CO, se la Lazio potrebbe sorridere
per un passaggio europeo letteralmente piovuto dal cielo, il Napoli rischia il
preliminare ed eventualmente il derby nel primo turno, potendo in qualsiasi
fase incontrare una tra Barcellona, Arsenal e Borussia Dortmund. Infine in UE,
il destino di Roma, Fiorentina e Inter è letteralmente nella mani dell’UEFA,
potendo scegliere, con pochissimi vincoli, il ristretto lotto delle 7 (o 6 per
i nerazzurri nel primo turno, unica ts) possibili loro avversarie.