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Tutte le date del calendario ciclistico World Tour 2013. Dalle prime corse stagionali in Australia, alle Grandi Classiche di primavera, dalle Corse a tappe sino al Lombardia. Senza dimenticare i Mondiali italiani: appuntamento a Firenze a fine settembre. (foto by Sirotti - Stephill.tv)

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mercoledì, gennaio 28, 2015

Le maglie della Nazionale italiana di Rugby 2015

Il 2015 sarà un anno speciale per il rugby azzurro. Non solo 6 Nazioni ma anche la Coppa del Mondo (Gran Bretagna, 18 settembre-31 ottobre). A pochi giorni dal debutto nel 6 Nazioni 2015 - 7 febbraio Italia-Irlanda - ecco le nuove divise della nazionale italiana di rugby, le terze disegnate da adidas dall’inizio della partnership avviata a luglio 2012.

DIVISA AZZURRA
Svelata il 19 dicembre in occasione del lancio della campagna RBS 6 NAZIONI 2015 di DMAX, la nuova divisa azzurra della Nazionale Italiana di Rugby è stata sviluppata nell'arco di due anni da un team di ingegneri e designer adidas insieme a collaboratori esterni esperti di rugby.
Dopo la Rugby World Cup del 2011 un'analisi condotta dal brand a tre strisce, basata sul feedback dei giocatori, ha rivelato come il "fit" sia l'aspetto più importante per una maglia da rugby orientando il processo di ricerca su una tecnologia esclusiva finalizzata a migliorare la performance degli atleti.


È stato quindi usato Woven Ripstop, un tessuto estensibile che consente ai giocatori un movimento ottimale. Utilizzato nel settore della vela per la sua massima resistenza, flessibilità, elasticità e traspirabilità, questo tessuto fa di questa maglia da rugby la più resistente che adidas abbia mai realizzato. Dettaglio ancor più rilevante è che il tessuto della maglia della FIR è stato prodotto in Italia.
adidas ha creato due diverse maglie in base alla posizione in campo: una per gli avanti e l'altra per i tre quarti. Entrambe le maglie sono state sviluppate in base ai risultati del processo di mappatura del corpo durante le fasi di gioco assicurando benefici nelle prestazioni: aderente per i tre quarti e con il massimo grip per gli avanti.
La grande novità rispetto alle due versioni precedenti è il colore del kit, non più tutto azzurro: a differenza del passato, i pantaloncini sono blu con una trama gessata e i calzettoni blu con dettagli azzurri.
Il tricolore posizionato sul colletto, le 3 strisce sulle spalle blu per richiamare colletto, pantaloncini e calzettoni, e l’oro dei loghi adidas e FIR forniscono al kit un tocco di eleganza.
La nuova divisa azzurra sarà in vendita a partire da febbraio 2015.

DIVISA BIANCA

La seconda divisa, che verrà utilizzata il 15 marzo all’Olimpico contro la Francia, presenta maglia bianca, come da tradizione, pantaloncini azzurri con una trama gessata e calzettoni azzurri con dettagli bianchi.
Il tricolore è posizionato sul colletto e le 3 strisce sulle spalle sono azzurre per richiamare logo adidas, colletto, pantaloncini e calzettoni. Logo FIR in oro.



EDISON SCEGLIE IL “LATO B” DEL RUGBY AZZURRO 
Edison sarà presente al Torneo 6 Nazioni 2015 come sponsor di maglia della nazionale azzurra, che sostiene per l’ottavo anno consecutivo, diventando anche main-sponsor della Federazione Italiana Rugby nel Progetto Scuola.
Il marchio Edison campeggerà sul retro della maglia da gioco, sul pantaloncino, nell'abbigliamento pre-gara e nel kit di allenamento (maglia e pantaloncino) che verrà utilizzato in tutte le partite della Squadra nazionale maggiore. Si tratta di una novità resa possibile dai nuovi regolamenti internazionali che ora consentono l’utilizzo di uno sponsor anche sul dorso della maglia.

Edison intende lo sport come strumento di diffusione di valori capaci di attivare processi virtuosi di sviluppo sociale. E’ per questo motivo che vuole portare lo sport anche nel mondo della scuola promuovendo insieme alla Federazione Italiana Rugby un progetto rivolto a 2.300 scuole e 600 mila ragazzi su tutto il territorio nazionale. Il Progetto Scuola del Rugby comprende interventi in classe di un tecnico/educatore che presenta il Rugby e i suoi valori; Campionati Studenteschi, organizzati dal Ministero dell’Istruzione, e Campionati degli Enti Scolastici (Under 10, Under 11 e Under 12 miste, Under 14 e Under 16 maschili o femminili) per ragazzi che si allenano una volta alla settimana a scuola e partecipano alla competizione fra Enti Scolastici o con le squadre dei Club e Feste di Rugby che vengono organizzate ogni anno, in autunno e in primavera, con la partecipazione di squadre a livello regionale.

Sempre più spesso Edison abbina la propria immagine a progetti che abbiano una valenza contemporaneamente sportiva e benefica. E’ questo il caso dell’iniziativa “Sport all’Opera”, un progetto in collaborazione con la Fondazione Cannavò rivolto ai detenuti del carcere di Opera di Milano, e “L’Ovale al Beccaria” che ha portato il rugby dell’ASR Rugby Milano nell’Istituto minorile Cesare Beccaria di Milano e nella Casa di Reclusione di Bollate.

martedì, gennaio 27, 2015

Formula 1 2015 - Il calendario dei Gran Premi trasmessi da Sky Sport e Rai Sport

Sky ha reso note le gare del Mondiale di Formula 1 2015 che trasmetterà in esclusiva. Saranno 11 su 20 previsti in calendario, i GP del 2015 trasmessi in diretta esclusiva da Sky Sport F1. Di conseguenza, la Rai trasmetterà in differita gli stessi 11 Gran Premi, mentre manderà in onda in diretta i restanti 9 (diretta anche su Sky che detiene i diritti). Il GP del Messico - new entry del calendario 2015 - sarà un'esclusiva Sky. Il Gran Premio di Montecarlo, a differenza della passata stagione, sarà in diretta anche sulla Rai.
Per quanto riguarda gli orari di trasmissione, tendenzialmente la Rai trasmetterà in differita pomeridiana (ore 14:00) i GP disputati nel corso della mattina italiana, mentre trasmetterà in prima serata (ore 21:00) quelli previsti al pomeriggio.
Da ricordare come Sky dedichi un intero canale (Sky Sport F1 HD) al Mondiale di F1 con la possibilità di accedere al mosaico interattivo.


Questo il calendario dei GP di Formula 1 2015 con l'indicazione delle esclusive Sky e delle dirette anche su Rai Sport (orari italiani):
  1. 15 Marzo - GP Australia ore 06:00 esclusiva Sky
  2. 29 Marzo - GP Malesia ore 09:00 esclusiva Sky
  3. 12 Aprile - GP Cina ore 08:00 diretta Sky e RAI
  4. 19 Aprile - GP Bahrain ore 17:00 esclusiva Sky
  5. 10 Maggio - GP Spagna ore 14:00 esclusiva Sky
  6. 24 Maggio - GP Monaco ore 14:00 diretta Sky e RAI
  7. 7 Giugno - GP Canada ore 20:00 esclusiva Sky
  8. 21 Giugno - GP Austria ore 14:00 esclusiva Sky
  9. 5 Luglio - GP Gran Bretagna ore14:00 diretta Sky e RAI
  10. 19 Luglio - GP Germania ore 14:00 esclusiva Sky
  11. 26 Luglio - GP Ungheria ore 14:00 diretta Sky e RAI
  12. 23 Agosto - GP Belgio ore 14:00 esclusiva Sky
  13. 6 Settembre - GP Italia ore 14:00 diretta Sky e RAI
  14. 20 Settembre - GP Singapore ore 14:00 diretta Sky e RAI
  15. 27 Settembre - GP Giappone ore 07:00 esclusiva Sky
  16. 11 Ottobre - GP Russia ore 13:00 esclusiva Sky
  17. 25 Ottobre - GP USA ore 20:00 diretta Sky e RAI
  18. 1 Novembre - GP Messico ore 20:00 esclusiva Sky
  19. 15 Novembre - GP Brasile ore 17:00 diretta Sky e RAI
  20. 29 Novembre - GP Abu Dhabi ore14:00 diretta Sky e RAI
ALTRI CANALI PER VEDERE LA F1 - Per chi volesse vedere tutti i GP in diretta, pur non disponendo dell'abbonamento a Sky, è possibile sintonizzarsi sul canale svizzero-tedesco RTL in chiaro su Astra 19,2° Est. Chi abita in prossimità del confine sloveno può usufruire di TV Slovenija 2. Stesso discorso per il confine svizzero con RSI La2 e per gli abitanti delle province di Bolzano e Trento che sul loro dtt hanno la possibilità di sintonizzarsi sul canale austriaco ORF.

immagine tratta da digital-sat.it

venerdì, gennaio 23, 2015

I Fatturati dei primi 20 club calcistici 2015 - Deloitte Football Money League 2013/2014: analisi e commento

Come da tradizione, gennaio è il mese della Deloitte Football Money League, la classifica dei fatturati dei primi 30 club al mondo (la classifica 2015 si riferisce stagione 2013/14). La Football Money League è lo strumento più semplice e immediato per verificare lo stato di salute dei club calcistici e comprendere gli scenari futuri del calcio europeo e mondiale.
Il ranking tiene conto delle tre principali voci di entrata per i club (esclusi i trasferimenti di calciatori): entrate da stadio, entrate commerciali, diritti televisivi. Quest'anno Deloitte ha voluto inserire nel report anche i dati relativi ai social media (Facebook e Twitter). Un segnale di come la l'interazione  via web con i tifosi di tutto il mondo, sia ormai una componente imprescindibile nelle strategie dei club.


REAL MADRID SEMPRE PRIMO - Il Real Madrid (nell'immagine il render del nuovo Bernabeu) si conferma al primo posto con 549.5 milioni di euro di fatturato. Un'enormità. Nonostante una stagione deludente dal punto di vista sportivo, il Manchester United sale al secondo posto, superando la soglia dei 500 milioni di euro. E' vero che i Red Devils nella prossima classifica sconteranno la mancata partecipazione alla Champions League 14/15. Tuttavia, con i maggiori proventi dei diritti televisivi della Premier League e le nuove sponsorizzazioni milionarie in arrivo (vedi), il ManU potrà contendere il primato al Real Madrid. Proprio il discorso dei diritti televisivi della Premier League ci permette alcune riflessioni. I ricavi dai diritti Tv della Premier League sono aumentati in modo sensibile nell'ultima stagione e sono destinati a crescere ulteriormente nelle prossime. I club della Premier sono riusciti a fare sistema, vendendo al meglio in giro per il mondo il loro prodotto calcistico. Così, come sottolineato dal report Deloitte, nelle prime 20 posizioni della Money League ci sono 8 club inglesi, che diventano 14 nei primi 30 e 20 nei primi 40. Nelle classifiche dei prossimi anni tale dato è destinato a consolidarsi.
Ma non di soli diritti tv vive la Premier League. Analizzando lo score degli 8 club inglesi presenti in classifica, si nota un buon bilanciamento tra ricavi da diritti tv, botteghino ed entrate commerciali.
L'Italia da questo punto di vista rimane ferma al palo, o meglio alla Juventus. Il club bianconero è stato l'unico, nonostante la devastazione causata da Calciopoli, a prevedere il futuro, dotandosi di uno stadio di proprietà e continuando a investire sullo sviluppo commerciale, unica strada percorribile per tenere testa ai colossi europei. Non a caso la Juventus è l'unico club italiano nelle prime 10 posizioni della classifica. Non mi addentro nel solito, annoso discorso relativo al gap accumulato dal calcio italiano a livello di stadi e di entrate commerciali rispetto ai principali campionati europei. Resta il fatto che senza stadi di proprietà e senza uno sviluppo commerciale degno di questo nome, i club nostrani sono destinati a perdere ulteriori posizioni. Attualmente, le uniche due àncore di salvezza sono rappresentate dai diritti televisivi e dalla partecipazione alla Champions League. Per un'analisi sul punto rimando a questo articolo de "Il Tifoso Bilanciato".
Il Bayern Monaco (3° posto, 487.5 €m) è il club da prendere a modello per le entrate commerciali: ben 291.8€m, vale a dire il 60% dei ricavi complessivi del club. A dire il vero, il record di entrate commerciali apparterebbe al PSG, ma sul dato (327.7€m) pesa notevolmente la "sponsorizzazione" della Qatar Tourism Authority.

CLASSIFICA FATTURATI 2015 (SU STAGIONE 2013/14)
Deloitte Football Money League


Queste invece le posizioni dalla 20 alla 30:


Questo il report completo - Deloitte Football Money League 2015 /stagione 2013/14):






lunedì, gennaio 19, 2015

Lettera aperta a Silvio Martinello (con risposta)

Pubblico uno scambio di missive con Silvio Martinello, ex grande ciclista e attualmente commentatore tecnico per Rai Sport. Blog-In sta conducendo da oltre due anni una piccola campagna d'informazione e sensibilizzazione sull'argomento doping. Recentemente è tornato in auge il tema Marco Pantani. I media, imbeccati dall'abile regia dell'avv. De Rensis, legale della famiglia del Pirata, hanno dato grande risalto ai possibili nuovi sviluppi (?) legati ai due episodi più importanti nella vita del ciclista romagnolo: Madonna di Campiglio e Rimini. Purtroppo, è inizata una specie di telenovela in cui hanno trovato spazio le tesi complottistiche più improbabili.
Come da tradizione di questo blog, ho voluto riportare al centro della discussione documenti, evidenze processuali ed elementi oggettivi per fornire ai lettori gli strumenti necessari a districarsi in una vicenda così delicata. 
Da ultimo ho trovato nell'archivio del Corriere della Sera.it, un'intervista del 2000 a Silvio Martinello. Trovandola ricca di elementi particolarmente interessanti, ho deciso di scrivere una lettera aperta all'ex ciclista padovano. Grazie anche al supporto di alcuni lettori del blog, la lettera è stata letta da Martinello, il quale ha puntualmente risposto alle domande in essa contenute. Ringrazio pubblicamente Silvio per la disponibilità e la cortesia dimostrate e per avermi concesso la possibilità di pubblicare la sua risposta.

LETTERA APERTA A SILVIO MARTINELLO (10 gennaio 2015)

Egregio sig. Silvio Martinello,

le scrivo questa lettera aperta dopo aver trovato una sua intervista al Corriere della Sera, rilasciata alla vigilia delle Olimpiadi di Sydney (15 settembre 2000). Il titolo dell'intervista "Martinello denuncia: c'è doping tra noi" e il suo contenuto mi hanno molto colpito. Alcuni passaggi sono estremamente duri e diretti, soprattutto se si tiene conto che nel ciclismo del 2000 vigeva quel codice dell'omertà (parola esportata da noi italiani), ben descritto nel libro "The Fall - Ascesa e caduta di Lance Armstrong". Mi complimento con lei per il coraggio e la schiettezza dimostrate. Questo blog è impegnato da oltre due anni in una campagna d'informazione e sensibilizzazione sul tema doping. Uno dei punti chiave dell'intervista è quello relativo a Marco Pantani. Lo so, non è molto elegante parlare di chi non c'è più. Tuttavia, a partire proprio dall'ultimo Giro d'Italia - con alcune tappe dedicate alla memoria del Pirata - e a seguito del can-can mediatico per le riaperture delle inchieste sui fatti di Madonna di Campiglio 1999 e Rimini 2004, la figura di Pantani è stata nuovamente proiettata al centro della scena. L'ultimo esempio è la puntata di Sfide di domenica 4 gennaio 2015. La tendenza, piuttosto marcata, è quella del revisionismo, dell'agiografia depurata da fatti, evidenze processuali e documenti emersi in questi anni. La sua intervista al Corriere fu rilasciata 15 mesi dopo i fatti di Madonna di Campiglio, poche settimane dopo le due vittorie di Pantani al Tour del 2000 (Mont Ventoux e Courchevel). Proprio per la sua collocazione storica, quella intervista assume un'importanza notevolissima nel lavoro di ricostruzione di quanto accaduto al Giro 1999 e più in generale in quel periodo. 

Riporto le sue parole:

http://archiviostorico.corriere.it/2000/settembre/15/Martinello_denuncia_doping_tra_noi_co_0_0009159125.shtml"Marco Pantani ha perso e sta perdendo l'occasione di dare una spallata allo sport poco pulito. Ha tenuto e continua a tenere un atteggiamento che non capisco. Ma insomma perché nessuno ha il coraggio di ammettere 'ho sbagliato'. Sono sicuro che Pantani, se avesse semplicemente affermato 'signori, sono caduto in errore', ne sarebbe uscito più forte di prima, più ammirato di prima. La gente lo avrebbe perdonato immediatamente. Un periodo di stop e di nuovo in sella a testa alta. Lui è un grande. Ho conosciuto Pantani tanti anni fa, quando era sconosciuto. E' cambiato. In gruppo ci parlavamo, era motivato. Ora fa certe sparate che sono infelici. Se la prende col mondo intero. Arriva al punto di autoconvocarsi per la nazionale a Sydney scavalcando tutti e subito dopo essersi ritirato dal Tour. E' giusto? Mi auguro che a posteriori, almeno nel suo intimo, sappia ammettere che ha gestito malissimo la sua storia".

E sui fatti di Madonna di Campiglio al Giro 1999: 

"Quando è accaduto il fatto di Madonna di Campiglio, in verità, circolavano da tempo certe voci. Circolava la voce che lo avessero già sorpreso e ammonito. Che lo avessero invitato a smetterla. No so. Certamente in quel Giro lui andava come un treno. In salita è sempre andato ma... E la sua squadra, tutta la sua squadra, filava che era un piacere. Lui a caldo affermò: mi hanno fregato... Come interpretarla? Io la interpretai così: fino a questo momento è rimasto tutto coperto, mi hanno coperto, adesso mi hanno scaricato. Anche lui ha parlato di complotto. E ha insistito all'infinito. Per trascinare nel tempo e chissà per quale motivo l'attenzione sulla sua vicenda. Forse le persone attorno lo hanno consigliato male".

http://archiviostorico.corriere.it/2000/settembre/15/Martinello_denuncia_doping_tra_noi_co_0_0009159125.shtml

Non voglio metterla in difficoltà, ma penso che il suo contributo sia molto importante. Per questo le scrivo per chiederle se, a distanza di 14 anni, conferma quelle sue dichiarazioni. 
E' vero che circolavano quelle voci in gruppo ("già sorpreso e ammonito" "invitato a smetterla")? Se sì, può fornirci qualche particolare in più? Pensa che "l'autoconvocazione" per le Olimpiadi di Sydney 2000, dimostri come le istituzioni sportive (CONI, FCI, la stessa UCI) fossero in realtà ben disposte nei confronti di Pantani e che quindi non lo osteggiassero come sostenuto da molti? Perché sosteneva che il Pantani del 2000 era molto diverso da quello conosciuto qualche anno prima? E' vero che era diventato uno dei capi del gruppo?
Infine, se in una prossima telecronaca o programma Rai si ritornasse sul tema Pantani, sui presunti complotti e sulla questione di Madonna di Campiglio, se la sentirebbe di ribadire quanto detto nell'intervista al Corriere?
So che non è per niente facile uscire dal coro delle celebrazioni - specie di chi la circonda durante le telecronache -, ma avendo grande considerazione della sua persona e stima per la sua professionalità, ritengo che il suo contributo possa essere fondamentale per ripristinare una verità storica.

Fiducioso di ricevere una sua risposta, le porgo i miei cordiali saluti

Con stima,

Simone Salvador





MAIL DI RISPOSTA DI SILVIO MARTINELLO (16 gennaio 2015)

Gent.mo Simone,
ho letto attentamente la sua “lettera aperta” indirizzata al sottoscritto. Prima di entrare nel merito e rispondere alla sue domande, le confermo che non solo non è elegante parlare di chi non c’è più, ma anche fuori luogo, ma questo è solo il mio modesto parere. In molti che seguono il mio blog personale mi chiedono di affrontare la vicenda di Marco, ma non mi interessa e non mi va.

Ciò nonostante rispondo volentieri alle use domande.

1- Nel gruppo circolavano le voci, confermo, ma voci erano e voci rimangono, dare seguito a delle voci non serviva e non serve a nulla, se non a fare delle chiacchiere, inutili ed inutile.
2- Ritengo, come allora, che “l’autoconvocazione” avallata dalla FCI di allora sia stato un boomerang per Marco stesso, le istituzioni probabilmente cercavano di fare quanto nelle loro possibilità per provare a riabilitare il Pantani corridore campione. Alla storia del complotto da parte delle istituzioni non ho mai creduto e non crederò mai, e finora elementi probanti in tal senso non ne sono emersi, a parte un nauseante tam tam mediatico.
3- Pantani era cambiato perché la notorietà e la fama ti cambiano, e poi perché veniva gestito come un soggetto da guardare e non toccare, come una star cinematografica, il ciclismo è ben altro, anche e soprattutto contatto diretto con il pubblico.
4- Era certamente un “capo” del gruppo, lo si diventa per carisma, risultati, personalità, spessore, aveva tutte queste caratteristiche, normale fosse un trascinatore.

In telecronaca credo di non aver mai fatto un passi indietro su nessun tema, esprimo ed ho sempre espresso la mia opinione, non ho nessuna intenzione di cambiare, se capiterà ne parlerò.
Però mi consenta una riflessione. Di quale verità storica sta parlando? Pantani era un corridore della sua epoca, la stessa del sottoscritto, e si muoveva come tutti i corridori di quell’epoca, sottoscritto compreso, rispettava le regole di allora. In una sola occasione, importante, gli è fatalmente capitato di non essere in regola, come accaduto a tantissimi altri. Questa è la verità. Lui non ha mai accettato quanto accaduto, gridando al complotto e scivolando sempre più negli abissi che lo hanno inghiottito. Lei conosce altre verità?
Spero di esserle stato utile.
Buona serata

Silvio Martinello

RISPOSTA ALLA MAIL DI SILVIO MARTINELLO (18 gennaio 2015)

Gent.mo sig. Martinello,

prima di tutto la ringrazio per la cortesia e la puntualità dimostrate.
Sono perfettamente d’accordo con lei su due questioni. Sarebbe meglio non parlarne più. Vero. Il problema è che negli ultimi mesi è iniziato un “nauseante tam-tam mediatico” come da sua definizione. Una sorta di telenovela in cui hanno trovato spazio le tesi complottistiche più improbabili. Ho ritenuto che non si potesse accettare passivamente una simile mistificazione, peraltro ampiamente smentita da evidenze processuali e documenti. Da qui la lettera aperta e gli altri post sul tema.
Concordo pienamente anche con la sua sintesi: “lui non ha mai accettato quanto accaduto, gridando al complotto e scivolando sempre più negli abissi che lo hanno inghiottito”. Nulla da eccepire.
Venendo alla sua domanda, vale a dire se conosco o meno altre verità, le posso dire che no, non ne conosco altre. Quando parlo di “verità storica” mi riferisco esclusivamente a quella documentale e processuale. Un esempio. Sui fatti Madonna di Campiglio giornali e Tv non hanno mai ricordato che si è già celebrato un processo (Tribunale di Tione, sez. staccata di Trento) in cui è stato stabilito, al di là di ogni ragionevole dubbio, che i controlli furono regolari e che il valore anomalo dell’ematocrito derivasse da stimolazione esogena. Questo è il mio concetto di “ripristinare una verità storica”.
La sua risposta rappresenta in tal senso un prezioso contributo. Grazie.

Cordiali saluti

Simone Salvador


immagine tratta da www.kreiszeitung.de

giovedì, gennaio 15, 2015

Il futuro nebuloso di Rai Sport

Lo scorso lunedì 12 gennaio, il direttore di Rai Sport Carlo Paris ha presentato, per la prima volta in Tv, il piano editoriale. Tra le molte novità prospettate, ve ne sono alcune di un certo rilievo. Su tutte il dimezzamento dei canali (addio a Rai Sport 2), il minor spazio per i talk, l'introduzione dell'HD (finalmente), la maggior interazione con le reti generaliste.
La notizia principale, a mio parere, è il dimezzamento dei canali, con la cancellazione di Rai Sport 2. Penso sia una pessima notizia per appassionati, Federazioni, club e sponsor dei c.d. sport minori. Come ho sostenuto tempo fa, la programmazione di Rai Sport 1 e Rai Sport 2 andava razionalizzata e resa riconoscibile ai telespettatori. In questi anni, invece, i palinsesti sono stati spesso confusi e pasticciati. Ultimamente, poi, Rai Sport 2 è stato sfruttato malissimo, con repliche su repliche di eventi non certo memorabili (durante le Feste di Natale sono stati rimandati in onda i match dei sedicesimi di Coppa Italia).
Con la cancellazione di Rai Sport 2 e un solo canale a disposizione, molte discipline troveranno spazio solo in differita, altre non lo troveranno affatto. Se poi si dovesse puntare sul calcio (Rai Sport detiene i diritti della nazionale...), lo spazio per tutti gli sport olimpici diventerebbe minimo. Non proprio una prospettiva rosea per molte discipline, sempre più sacrificate sull'altare del Dio Pallone. 
Dando per buono il ritorno di alcuni eventi sportivi - quelli di grande richiamo - sulle Reti generaliste, il problema degli spazi per tutti gli sport, con inevitabili ripercussioni sul fronte acquisizione diritti, si acuirà nei weekend. Concretamente, come farà un solo canale a trasmettere i campionati di basket, volley, pallanuoto, rugby, gli sport invernali, il ciclismo, ecc? Cosa succederà quando ci sarà la contemporaneità tra due o più eventi? Già con due canali a disposizione Rai Sport non ha brillato per elasticità (vedi). Sullo sfondo, poi, le Olimpiadi di Rio de Janeiro 2016 che Rai Sport trasmetterà in esclusiva. Viale Mazzini pensa di poter gestire entrambe le settimane olimpiche con un solo canale? Lo si potrebbe anche fare in realtà. Di certo, però, non attraverso la famigerata "Rete olimpica", alias Rai Due, vista a Torino 2006 e Pechino 2008. In quelle due occasioni, infatti, le dirette olimpiche furono interrotte in continuazione da pubblicità ed edizioni del Tg2. Staremo a vedere. Sicuramente non mancheranno gli impietosi paragoni con il mosaico olimpico di Sky. 



Lodevole l'impegno per il sociale, lo spazio che sarà dato ai disabili, quello per i reportage. Anche qui, tuttavia, le intenzioni si scontrano con il problema del canale unico.
Infine due annotazioni. Le rubriche "storiche" (Perle di Sport, Memorie Sport, Dedicato a...), rappresentano un'opportunità, non un problema. Chi può vantare un archivio come quello della Rai? I filmati d'epoca vanno (andavano) valorizzati attraverso una programmazione chiara e riconoscibile. Spesso, invece, sono stati utilizzati come "riempitivi", finendo così per essere sviliti, o, ancora peggio, per essere presi a pretesto dagli ipercritici per sottolineare i pochi eventi a disposizione di Viale Mazzini. 
In questi giorni Rai Sport sta trasmettendo come di consueto i match di Coppa Italia. Rai Sport, oltre a imporre il tanto vituperato (da loro stessi...) calcio-spezzatino con partite a orari rivedibili, appoggia (eufemismo) la discutibilissima formula ideata dalla Lega di Serie A. Capisco la volontà, in ottica ascolti, di avere due semifinali con delle squadre blasonate. Tuttavia, penso che per non assistere a spettacoli desolanti, con partite dal basso contenuto tecnico, per di più disputate in stadi semi-deserti, la stessa Rai dovrebbe spingere per riformare e rendere più godibile il torneo (vedi proposta di riforma Coppa Italia di Blog-In).
Per capire come cambierà lo sport in Rai basterà aspettare lo spegnimento di Rai Sport 2 (non è stata indicata una data precisa). Vedremo, anche se lo scenario sembra alquanto nebuloso.

Per maggiori informazioni sul piano editoriale di Rai Sport: www.digital-sat.it/ds-news.php?id=39116

AGGIORNAMENTO 16/01/2015 - Bocciato il piano editoriale presentato da Carlo Paris (vedi).

AGGIORNAMENTO 22/01/2015 - Intervista a Carlo Paris con la conferma del dimezzamento dei canali (vedi)

AGGIORNAMENTO 29/06/2015 - Intervista a Carlo Paris che ribadisce il dimezzamento dei canali che avverrà a settembre 2015 (vedi).

martedì, gennaio 13, 2015

La Coppa d'Africa 2015 in esclusiva su Eurosport

Come da tradizione, sarà Eurosport il canale di riferimento della Coppa d'Africa. L'edizione 2015, la numero 30 del torneo, si disputerà in Guinea Equatoriale dal 17 gennaio all’8 febbraio. La Coppa d'Africa 2015 si sarebbe dovuta disputare in Marocco, ma il Paese magrebino ha rinunciato a causa dei problemi legati al virus ebola. 
I canali Eurosport proporranno 31 partite in diretta, di cui 22 su Eurosport e 9 su Eurosport 2 (canali 210 e 211 di Sky). La copertura complessiva dedicata alla manifestazione sarà di oltre 160 ore di programmazione, di cui 70 LIVE.

COMMENTATORI, PROGRAMMI E ORARI DEI MATCH - Il team di commento che guiderà gli spettatori alla scoperta dei nuovi talenti del calcio africano sarà composto da Stefano Benzi, Andrea Distaso, Fabio Fava e Federico Zanon.Nelle prime due giornate della fase a gironi, il primo match sarà in onda alle 17:00 e il secondo alle 20:00, mentre le partite della terza giornata si giocheranno in contemporanea alle 19:00, con la partita principale in programma su Eurosport. Durante la fase a eliminazione diretta, i quarti di finale (31 gennaio, 1 febbraio) vedranno le partite in programma alle 17:00 e alle 20:00, mentre le semifinali (4 e 5 febbraio) e la finale (8 febbraio) saranno in onda alle 20:00.
Ogni giorno prima della prima partita in programma andrà in onda “Kick-off”, una breve introduzione ai match a venire con statistiche e interviste. L’introduzione sarà più ampia nella fase conclusiva del torneo per presentare al meglio semifinali e finale.

Nelle prime due giornate della fase a gironi e in occasione dei quarti di finale è previsto un magazine, “Half time”, in onda tra la fine del primo incontro, iniziato alle 17.00, e il secondo incontro in programma alle 20.00. Il magazine, della durata di 45 minuti, ripercorrerà i migliori momenti della giornata, con le ultime notizie e le storie più interessati. All’interno di “Half time” troverà posto anche “Inside Mali”, una rubrica sulla nazionale del Mali, capitanata dal giallorosso Keita, che sarà seguita in esclusiva giorno per giorno da una troupe di Eurosport.

Tra le 16 squadre che partecipano alla fase finale della competizione, divise in quattro gironi, spicca l’assenza dei campioni in carica della Nigeria, che hanno mancato a sorpresa la qualificazione. Occhi puntati sull'Algeria di Brahimi, miglior giocatore magrebino del 2014, e sulla Costa d'Avorio di Yaya Touré e Gervinho che, senza Drogba, vuole riscattare le delusioni delle passate edizioni. Si candidano come possibili outsider il Senegal e il Camerun, assente due anni fa in Sudafrica.


GRUPPI COPPA D'AFRICA 2015
Questi i quattro gironi. Le prime due classificate di ognuno si qualificano per i quarti di finale:

Gruppo A: Guinea Equatoriale, Burkina Faso, Gabon, Rep. del Congo

Gruppo B: Zambia, Tunisia, Capo Verde, RD del Congo

Gruppo C: Ghana, Algeria, Sudafrica, Senegal

Gruppo D: Costa d’Avorio, Mali, Camerun, Guinea

Sarà possibile seguire l’evento in diretta anche online da PC, dispositivi mobile iOS e Android, nonché da connected TV tramite il servizio di streaming online Eurosport Player. Aggiornamenti in tempo reale e saranno disponibili inoltre sul sito Yahoo! Eurosport e tramite l’app Eurosport.com.

mercoledì, gennaio 07, 2015

Il gol di Astori e i giornali romani - La scomparsa dei fatti

Il gol fantasma di Astori in Udinese-Roma ha inaugurato tra le consuete polemiche il 2015 della Serie A. Ieri sera avrei voluto scrivere un post sul comportamento, ineffabile, dell'arbitro Guida. L'arbitro campano si è reso protagonista di una delle peggiori nefandezze a cui abbia assistito negli ultimi anni. Attenzione, gli episodi gol-non gol sono i più difficili da valutare per un arbitro. Quindi, di per sé, non è uno scandalo se un arbitro e i suoi assistenti sbaglino per pochi centimetri. Il problema, nel caso specifico, è il modo in cui Guida ha agito. Convalidare un gol trovandosi a 20 metri dalla porta, per giunta in posizione frontale alla stessa con alcuni giocatori in traiettoria, invertendo la decisione dell'arbitro di porta - perfettamente in linea e a pochi metri dal pallone - va oltre il semplice e giustifcabile errore (perché di errore si tratta). Siamo vicini all'abuso di potere. La non assegnazione del rigore su Kone, poi, (Guida si trovava nella stessa posizione di prima, anzi, più vicino...), è la classica ciliegina sulla torta.
Alla fine, però, ho desistito dallo scrivere un simil articolo perché questa tipologia di polemiche non appartiene alla linea di questo blog. L'episodio del gol fantasma di Astori, comunque, consente di effettuare un paio di considerazioni:
  • E' l'ennesima conferma che gli arbitri di porta sono perfettamente inutili. Non vedono, vedono male, non si prendono la responsabilità di una decisione e, a volte, quando la prendono, inducono in errore lo stesso arbitro.
  • E' la conferma del solito, infinito ritardo con cui l'Italia - forse - introdurrà una miglioria (goal-line technology) che ridurrà le polemiche, quantomeno nei pochi casi di gol fantasma che si verificano in una stagione.
MEDIA ROMANI -  Come detto, ieri sera avevo abbandonato l'idea di scrivere tale articolo. Dopo aver visto le immagini di Sky Sport - fermo immagine della telecamera perfettamente in asse con la porta ed elaborazione al computer simil goal-line technology (vedi sotto) - ero andato a dormire con la certezza che il pallone di Astori non avesse superato la linea di porta. Invece, mi sbagliavo clamorosamente. 

 
Immagine Sky Sport









Elaborazione Sky Sport

Leggendo le prime pagine dei quotidiani romani, infatti, ho scoperto che il gol di Astori era buono. Ecco i titoloni dei tre principali giornali della Capitale (Corriere dello Sport, Il Messaggero, Il Tempo).
























Il Corriere dello Sport, ben lungi dal titolare "Scandalo" o "Campionato falsato", come avvenuto in altre occasioni,  dice soltanto che "è polemica sul gol di Astori a Udine", affrettandosi a sottolineare che, comunque, il gol c'era. A supporto viene inserito il fermo immagine. Uno dei due di Sky Sport, visti sopra? Ovviamente no. C'è quello, incontrovertibile, proveniente dalla telecamera in tribuna centrale (distanza di 60 metri dalla porta, in diagonale). Il direttore De Paola, poi, si spende nel consueto, equilibratissimo editoriale dal titolo "Sì alla tecnologia, no alla strategia anti-giallorossi". Ça va sans dire.
Il Messaggero di Roma va oltre e già nel titolo fuga ogni dubbio: "Regolare il gol all'Udinese". Una certezza granitica, corroborata anche qui dalla stessa immagine del Corriere dello Sport. 
Infine Il Tempo, che negli ultimi mesi si è reso protagonista di un deciso cambio di linea editoriale, con titoloni e immagini ad effetto, è quello più sicuro della regolarità del gol di Astori. Addirittura, prende in giro, in dialetto romano, chiunque dica il contrario: "E nun ce vonno sta". Del resto l'immagine dalla tribuna centrale del Friuli, non quella in asse con la porta, è sin troppo evidente.

Ora, non voglio entrare in pedanti disquisizioni su prospettive, oggetti sferici, proiezioni ecc. E' sin troppo evidente che, potendo contare su una telecamera perfettamente in linea e sull'elaborazione al computer, sia fuori luogo, oltre che fuorviante, utilizzare qualsiasi altra telecamera e conseguente fermo immagine. A maggior ragione se il fermo immagine utilizzato proviene da una telecamera che si trova fuori asse, a 60 metri alla porta del misfatto. 
I giornali romani, e non solo loro (complimenti a Massimo Caputi per l'epic fail su Twitter), però, hanno utilizzato l'immagine in diagonale perché più utile e funzionale alla loro causa: dimostrare che il gol di Astori era buono, quindi che la vittoria della Roma è stata legittima ed il campionato perfettamente regolare (ma non era falsato dopo poche giornate?). Ma che razza di giornalismo è questo? Capisco le logiche commerciali, il bacino d'utenza, il supportare le ragioni della o delle squadre di riferimento. Nella mia ingenuità, però, penso sempre che deontologia professionale, obbiettività e amor proprio dovrebbero comunque prevalere su tifo e bandiere. Qui non si tratta più di giornalismo schierato o tifoso. Siamo allo stravolgimento della realtà. Alla scomparsa dei fatti. Si nascondono le immagini più eloquenti che dimostrano A, per puntare su un'altra, fuorviante, che dimostra B. Assurdo. Soprattutto se si parte dal presupposto che i mezzi d'informazione dovrebbero avere il compito di informare, riportando i fatti. Non di deformarli.

AGGIORNAMENTO 08/01 - Questa mattina ho letto l'articolo della Gazzetta a firma Francesco Ceniti (lo stesso giornalista che ha sposato la causa dei complotti su Pantani) sull'episodio di Guida, con relativo giudizio assolutorio (sigh!) del designatore Messina. Nell'immagine tratta da twitter (@Mau_Romeo) è evidenziato il virgolettato di Guida "avevo la visuale libera, ero sicuro che la palla avesse oltrepassato del tutto la linea". A fianco il fermo immagine con la posizione dello stesso Guida nel momento in cui il pallone colpito da Astori non oltrepassa la linea di porta. Nell'articolo, poi, si spiega come Messina giustifichi Guida anche in occasione del rigore non assegnato su Kone "perché in occasioni simili, quando non si capisce bene chi tocchi il pallone è meglio non fischiare". Siamo alla presa in giro. Assoluta.


lunedì, gennaio 05, 2015

#SfidePantani - La peggior puntata nella storia di Sfide

Sono sempre stato un fan di "Sfide", il programma di Rai Tre che racconta storie di atleti e squadre. Ieri sera, domenica 4 gennaio, è stata trasmessa in prima serata la prima puntata del 2015, dedicata a Marco Pantani. Visti i precedenti (speciale di Italia 1 del 14 febbraio 2014) e la risonanza mediatica delle scorse settimane per la riapertura dell'inchiesta di Rimini sulla morte del Pirata, attendevo con curiosità la puntata di Sfide. L'argomento Pantani, infatti, è estremamente difficile e scivoloso. In primis perché si parla di una persona che non c'è più e in secondo luogo perché il Pirata, per le vittorie e per la fine tragica, è stato proiettato nella dimensione del Mito. Esistono ancora moltissimi tifosi di Pantani e, come ho avuto modo di riscontrare in prima persona, risulta molto difficile ragionare con loro di fatti e prove. Nell'ultimo periodo, la famiglia del Pirata, grazie al lavoro dell'avv. De Rensis, ha dato nuova linfa alle due teorie, entrambe di stampo complottistico, sui due avvenimenti più importanti nella vita di Pantani: Madonna di Campiglio 1999 e Rimini 2004. Personalmente, dopo aver letto e riportato sul blog documenti ed evidenze processuali, mi sono sempre schierato contro tali ipotesi. Su Campiglio e sul doping ho scritto questo articolo (vedi). Sul giallo della morte di Rimini ho invece scritto questo post. Su quest'ultima vicenda, poi, consiglio la lettura del libro di Andrea Rossini "Delitto Pantani - Ultimo Chilometro (segreti e bugie)", uscito poche settimane fa.
Bene, dopo aver visto la puntata di #SfidePantani, posso dire di aver assistito alla peggior puntata nella storia di Sfide. Non discuto la prima parte della trasmissione, dedicata alle imprese sportive di Pantani. Quella, come al solito, è stata elaborata in modo magistrale. Come temevo, però, le questioni più spinose sono state affrontate nel peggior modo possibile. Il programma ha infatti appoggiato apertamente e unilateralmente le teorie complottistiche ("vittima sacrificale"), relative a Campiglio e a Rimini. Nessun riferimento ai dati processuali, nessuna intervista o commento di persone che hanno seguito da vicino le due vicende e la pensano in modo diverso. Si è ribadito più di una volta come Pantani "non è mai stato squalificato per doping" (nemmeno Armstrong se per questo...), senza nemmeno citare il file dblab, gli sbalzi dell'ematocrito, la sentenza del Tribunale di Tione su Madonna di Campiglio, l'inchiesta del Senato francese con le analisi sui campioni di urina del Tour 1998, l'Operacion Puerto, ecc. (per maggiori info vedi dopeology). Immancabile, poi, il pretestuosissimo e tendenzioso confronto con Armstrong.
Insomma, una puntata agiografica che, volendo alimentare la leggenda di Pantani, ha preferito dare spazio alle teorie del complotto anziché citare fatti, prove e documenti. La via più semplice. La più sbagliata.
In questi giorni sto leggendo "The Fall - Ascesa e caduta di Lance Armstrong". Bene, confermo che il giornalismo anglo-sassone è cento, mille volte migliore rispetto a quello italiano, almeno di quello che antepone emozioni e storie romanzate a fatti ed evidenze processuali. Nel libro su Armstrong vengono riportati fatti, testimonianze, prove, documenti. A questo punto capisco perché "The Death of Marco Pantani: A Biography", il libro più documentato sulla carriera di Pantani, sia ben presto scomparso dalle librerie. Riportare i fatti in modo oggettivo, anteponendoli a sentimenti ed emozioni. Questo dovrebbe essere il compito del giornalismo. Dovrebbe, appunto.

immagine tratta da digital-sat.it




Madonna di Campiglio 1999 - L'ematocrito di Pantani nella ricostruzione del prof. Donati

Marco Pantani fu fermato il 5 giugno 1999 a Madonna di Campiglio per il valore fuori norma del suo ematocrito (51.9% contro il limite del 50%), alla partenza della penultima tappa del Giro d'Italia. Il Pirata stava dominando quel Giro e si apprestava a regalare l'ultima perla nella frazione del Mortirolo. Su quella mattinata all'Hotel Touring si sono lette e dette un sacco di cose e la teoria del complotto, sostenuta da familiari, amici e tifosi di Pantani, ha trovato nuova linfa nel lavoro dell'avv. De Rensis. In molti hanno parlato di "Pantani capro espiatorio", "Pantani vittima sacrificale", ecc. Personalmente ho sempre sostenuto la tesi opposta, vale a dire che per il ciclismo, dopo lo scandalo Festina al Tour 1998, Pantani era la gallina dalle uova d'oro, l'atleta su cui fondare il rilancio dell'intero movimento. Le vittorie del ciclista romagnolo portavano tifosi, ascolti televisivi, sponsor, soldi. Un circolo virtuoso che faceva comodo a tutti, dall'UCI in giù. Per questo, e alla luce delle evidenze processuali, non ho mai creduto al complottismo su Pantani (vedi).
La ricostruzione di quella vicenda - cruciale per la vita professionistica e non di Pantani - del prof. Sandro Donati, contenuta nel suo libro "Lo sport del doping" e riportata in questo video, va nella direzione opposta, riportando fatti e situazioni che non hanno mai trovato spazio sui media. Ricordo che all'epoca Sandro Donati era uno dei promotori della campagna antidoping del CONI "Io non rischio la salute" e visse da vicino quel Giro d'Italia assai tormentato.
A chi continua a sostenere le ipotesi complottistiche, pongo i seguenti quesiti:

- Qual era il valore di ematocrito naturale di Pantani?
- Come mai a fine Giro d'Italia, quando cioè l'ematocrito dovrebbe scendere a seguito dei prolungati sforzi, il valore di Pantani si aggirava intorno al 50%?
- Perché Pantani, come dichiarato dal suo medico, si misurava costantemente l'ematocrito (lo fece anche la sera prima)?

Qui il video con la ricostruzione del prof. Donati della mattinata di Madonna di Campiglio 1999: