BLOG-IN DENTRO LO SPORT

Commenti e riflessioni sullo Sport e sul rapporto con Tv, Media, Marketing. Presentazione grandi eventi sportivi (calcio, ciclismo, basket, atletica, rugby), Olimpiadi. Inchieste su doping, diritti televisivi, giustizia sportiva. Recensioni libri sportivi. Blog che promuove la #culturasportiva

GIRO D'ITALIA 2013

Il percorso, le tappe, le altimetrie, le salite del Giro d'Italia 2013. Approfondimenti sulle frazioni più importanti, commenti e analisi su squadre, protagonisti e copertura Tv-Media. (foto by Sirotti - Stephill.tv)

TV - MEDIA - MARKETING

Analisi e commenti sul rapporto tra Tv, Media, Marketing e Sport. News e approfondimenti sul business che ruota attorno ad eventi, squadre e atleti. Approfondimenti su Programmi Tv, Editoria, Social Media, Sponsor, Eventi.

CALENDARIO CICLISMO 2013

Tutte le date del calendario ciclistico World Tour 2013. Dalle prime corse stagionali in Australia, alle Grandi Classiche di primavera, dalle Corse a tappe sino al Lombardia. Senza dimenticare i Mondiali italiani: appuntamento a Firenze a fine settembre. (foto by Sirotti - Stephill.tv)

INCHIESTE E SPECIALI

Le Inchieste e gli Speciali di Blog-In. Analisi su Diritti Tv, Bilanci, Fair Play Finanziario Ranking FIFA, UEFA, Giustizia Sportiva, Doping, ecc. Uno spazio per chi vuole andare "dentro lo sport", approfondendone meccanismi, regole e distorsioni.

domenica, ottobre 26, 2014

Il talento sprecato di Luis Muriel, prigioniero di Di Natale e dei suoi record

Chi segue da lontano le partite dell'Udinese si interroga sul perché Luis Muriel, l'attaccante colombiano classe 1991, non sia ancora riuscito a compiere il definitivo salto di qualità. Nella stagione 2011/12, in prestito al Lecce, tifosi e addetti ai lavori si accorsero del talento smisurato del colombiano. Velocità, potenza, tecnica sopraffina, buone capacità realizzative.  Il primo anno a Udine, nonostante un infortunio che lo costrinse ai box a inizio stagione, Muriel realizzò 11 gol in 22 partite. L'annata 2013/14 avrebbe dovuto essere quella della consacrazione con Brasile 2014 sullo sfondo. Da quel momento, invece, Luisito sembra essersi smarrito. Perché? Quali sono i motivi della sua involuzione o mancata crescita? Certamente la sua tendenza a ingrassare, dovuta principalmente a un regime alimentare non proprio da atleta, lo ha rallentato. Anche qualche piccolo infortunio muscolare non ha aiutato il colombiano. Ma la spiegazione non può fermarsi a questi due fattori. Il vero motivo per cui Muriel non  ha reso per quello che vale - cioè moltissimo - è molto semplice: non è mai stato messo nelle condizioni di farlo. Perchè? Perché Muriel è prigioniero di Di Natale e dei record del capitano. In molti, quando Muriel tornò all'Udinese, prefigurarono una coppia gol strepitosa con Di Natale. In realtà, chi segue attentamente le vicende friulane, sapeva benissimo che la convivenza col capitano non sarebbe stata semplice. Anzi, impossibile. Col passare degli anni e con il susseguirsi dei record, infatti, Di Natale ha accentuato la sua caratteristica di "accentratore" (e se vogliamo di primadonna). Tutta la squadra deve giocare per lui. Tutti devono metterlo nelle condizioni di migliorare i suoi primati. Lo si nota praticamente in tutte le partite con i compagni di squadra, spesso giovanissimi, mandati platealmente a quel paese per un passaggio sbagliato. In passato, un giocatore di sicuro valore come German Denis fu protagonista di una stagione deludente in maglia bianconera. Anche in quel caso non certo per colpa sua. Nelle poche occasioni in cui El Tanque partì titolare fu costretto a fare le veci di Sanchez, snaturandosi completamente per giocare alle spalle di Di Natale che già allora pretendeva la massima libertà offensiva. Peraltro, nell'unica partita giocata al posto di Di Natale nel (suo) ruolo di centravanti, Denis segnò un gol decisivo contro il Napoli.
E' evidente che Di Natale è già entrato nella storia dell'Udinese e i suoi gol saranno ricordati in secula seculorum. Tuttavia, a 37 anni appena compiuti, l'attaccante napoletano ha ridotto di molto il suo raggio d'azione e, quando non va in gol, le sue prestazioni non sono di certo memorabili. A quell'età, un capitano dovrebbe valutare serenamente se siano più importanti i propri record o il bene della squadra. E, nel caso in cui non riesca a essere obiettivo con sè stesso, dovrebbe essere l'allenatore a farglielo capire. Stante l'assoluta incompatibilità tra i due, un ruolo alla Altafini - o alla Del Piero dell'ultimo periodo juventino - sarebbe la soluzione ideale per lanciare definitivamente Muriel e allungare la carriera a Di Natale. Il colombiano non può essere costretto a giocare da rifinitore, da trequartista centrale a supporto di Di Natale. Muriel è un centravanti e come tale deve giocare. Da titolare. Punto. Costringerlo a giocare fuori posizione, magari con compiti di pressing sul regista avversario o farlo partire dalla panchina, concedendogli poche chance da titolare, sono i modi peggiori per sfruttarne le notevolissime doti. 
Vedremo se Stramaccioni avrà il coraggio di prendere una decisione certamente non semplice, forse impopolare (soprattutto a livello di media locali...), ma logica, quasi inevitabile. Per il bene di tutti, Udinese in primis.

sabato, ottobre 25, 2014

Che cosa cambia nel ranking UEFA per nazionali (di Rado il Figo)

Il nuovo metodo di calcolo del ranking UEFA introdotto solo a Euro 2012 ha resistito poco nella sua versione primordiale: già per Euro 2016 (l’edizione successiva del massimo torneo continentale per nazionali) si sono introdotte alcune modiche le quali, nonostante l’irretroattività fissata dall’UEFA, producono comunque effetti anche per il passato.
Le modifiche sono 4 e solo la prima era attesa, stante la nuova formula della fase finale degli Europei: essendo la struttura identica a quella dei Mondiali, pur con 8 squadre in meno, i bonus sono stati uniformati fra le due competizioni, come avevo io stesso facilmente previsto.  Le restanti 3 variazioni sono giunte del tutto inattese: infatti, in secondo luogo, alcuni bonus sono stati ritoccati e per la precisione: 
  • le partite degli spareggi valgono ora 4.000 punti l’una, e non più 6.000;
  • le partite dei gironi finali valgono ora 8.000 punti l’una, e non più 6.000 per quelli dei Mondiali ovvero 9.000 per quelli degli Europei;
  •  le partite degli ottavi di finale valgono ora 12.000 punti l’una, e non più 9.000. 
 In pratica, le partite degli spareggi e dei gironi finali degli Europei valgono di meno (rispettivamente 2.000 e 1.000 punti), mentre quelle dei gironi finali dei Mondiali e degli ottavi di finale valgono di più (rispettivamente 1.000 e 3.000 punti).
L’UEFA, facendo leva sul carattere irretroattivo caratterizzante da molte stagioni le sue modifiche, ha precisato che i coefficienti di ciclo (da me definiti anche “medie ciclo”, da qui in avanti cc) già calcolati rimarranno immutati, non venendo quindi revisionati applicando i nuovi bonus. Come usualmente commento, ciò genera un’ingiustificata disparità di trattamento fra nazionali che, ferma restando ogni altra condizione, si vedono così assegnare un cc diverso esclusivamente in base al torneo in cui hanno raggiunto il medesimo traguardo.  La “manifestazione spartiacque” è, fra l’altro, proprio Euro2012: tutto quanto disputato dopo di esso, partendo da Brasile 2014, è soggetto alla nuova procedura di calcolo. Tuttavia, come anticipato, anche Euro2012 è influenzato da qualcosa del nuovo, creando una situazione per certi versi ancora più paradossale di quella dovuta dal combinato della terza e quarta modifica, come si vedrà.
La riparametrazione dei bonus da una parte permette di uniformare la “formula riassuntiva” per il calcolo del cc, dall’altra costringe a ritoccarla lievemente. Adottando le medesime sigle, questa è ora, sia per gli Europei sia per i Mondiali, la seguente: 

[(D +P) x 10.000 + R x 500 +F + s x 4.000 + G x 8.000 + O x 12.000 + Q x 18.000 + S x 28.000 + F3 x 18.000 + F1 x 38.000] / D
La terza modifica riguarda gli aggiornamenti del ranking, ridottisi da 3 a 2. Ricordo, infatti, che il ranking UEFA, contrariamente a quello FIFA, non conosce revisioni mensili essendo utilizzato solo ed esclusivamente ai fini dei sorteggi degli Europei. Nel dettaglio, il calendario degli aggiornamenti è ora il seguente:
  •  al termine delle eliminatorie (gironi e spareggi) di Brasile 2014, per il sorteggio dei gironi di qualificazione di Euro2016;
  •  al termine dei gironi di qualificazione di Euro2016, per il sorteggio degli spareggi e dei gironi finali di Euro2016.
È “saltato”, come si vede, il terzo, posto al termine degli spareggi degli Europei; quasi certamente, stralcio dovuto per evitare il rischio che una squadra qualificatasi via spareggi potesse avere il cc più recente maggiore della prima del suo stesso girone eliminatorio, come tale passata direttamente alla fase finale. P.es.: il Gruppo B di qualificazione a Euro 2012 aveva visto prevalere la Russia (23 punti) davanti all’Irlanda seconda (21), costretta agli spareggi. Ebbene, sarebbe stato sufficiente ai verdi vincere entrambe le partite dell’appendice, anche solo con un doppio 1-0, per avere un cc 2012 superiore a quello russo (33.918 contro 33.652).
La variazione ricalca quanto deciso per i sorteggi della fase finale degli ultimi due Mondiali, dove si è fatto ricorso al ranking FIFA al suo penultimo aggiornamento proprio per escludere le partite degli spareggi (pur con alcune eccezioni).
La quarta modifica interessa il correttivo disegnato per gli organizzatori delle fasi finali, esentati dalle eliminatorie, per i quali il cc del torneo giocato in casa, a evitare distorsioni dovute dal comprendervi altrimenti solo partite appesantite dai bonus, letteralmente “ricicla” i risultati delle qualificazioni disputate non più nella “precedente” manifestazione, bensì nella “più recente”. Apparentemente si tratta di una diversa definizione del medesimo concetto, ma non è così: la variazione è sostanziale e non solamente formale.
Qui devo aprire una parentesi per correggere una personale semplificazione contenuta nella mia precedente spiegazione: infatti, in quel contesto, avevo scritto che il coefficiente degli organizzatori era calcolato dando valore 0 e non 2 al peso T3 relativo al cc più recente, cioè del torneo ospitato. In realtà, il coefficiente è calcolato come se gli organizzatori avessero giocato solo i due tornei meno recenti; per cui, p.es. quello della Polonia era da calcolare così

(28.913 x 1 + 21.252 x 2) / (1 + 2)
e non come avevo descritto: 

(28.913 x 1 + 21.252 x 2 + 21.252 x 0) / (1 + 2 + 0) 

Il risultato è il medesimo e, nella stesura dell’epoca, era del tutto indifferente, anche sostanzialmente, seguire l’uno o l’altro dei due algoritmi.
Ora non è più così. Infatti, applicando il metodo corretto di calcolo, il cc degli organizzatori è calcolato solo al termine delle eliminatorie del torneo successivo che, a quel punto, diventano le qualificazioni più recenti e quindi da utilizzare a integrare i risultati della fase finale giocata in casa. Per tale motivo, Polonia e Ucraina hanno il cc 2012 che comprende le partite della fase finale di Euro 2012 e delle qualificazioni dei Mondiali 2014 e non più 2010!
Sono parecchi i problemi e i paradossi creati da tale novità: anche se, come detto, gli aggiornamenti del ranking seguono il calendario dei sorteggi degli Europei, nulla vieta di procedere con revisioni diverse, anche mensili, così come stilare un ranking “completo” al termine di ogni torneo (cioè con coefficienti calcolati su 3 cicli e non 2 e mezzo come avviene in concreto). Ora non è più possibile, perché per gli organizzatori bisogna attendere che si esauriscano le eliminatorie successive. Pertanto, il ranking aggiornato a Euro2012 è stilabile solo ultimate le qualificazioni a Brasile 2014, le cui gare sono inserite per “completare” il cc delle sole Polonia e Ucraina. Già qui si possono scorgere i primi paradossi: se Euro2012 è il torneo in cui è stato introdotto il nuovo metodo di calcolo, nella sua versione originale, la classifica al suo termine (… prolungato alle eliminatorie successive) è stata di fatto compilata usando le modifiche introdotte successivamente (il regolamento di Euro2016 è stato pubblicato il 12 dicembre 2013), e quindi applicandole retroattivamente nonostante la puntualizzazione dell’UEFA. Ma non ci si ferma qui: infatti, vediamo come sono stati calcolati i cc 2012 e 2014 dell’Ucraina. Per il Mondiale 2014, gli ex sovietici sono stati eliminati agli spareggi dalla Francia, con un computo finale di 12 gare giocate di cui 7 vinte, 3 pareggiate e 2 perse, con 30 reti segnate e 7 subite, che portano così a 24 punti e una differenza reti di +23. Applicando la nuova formula riassuntiva, si ottiene: 

[(12 +24) x 10.000 + 23 x 500 +30 + 2 x 4.000 + 0 x 8.000 + 0 x 12.000 + 0 x 18.000 + 0 x 28.000 + 0 x 18.000 + 0 x 38.000] / D = [360.000 + 11.500 + 30 + 8.000 + 0 + 0 +0 +0 +0 + 0] / 12 = 379.530 / 12 = 31.628 

Fin qui, tutto come atteso; il cc 2012 si è invece ottenuto applicando la vecchia formula riassuntiva, nonostante fosse stato calcolato per la prima volta dopo l’introduzione delle 4 modifiche illustrate, tant’è che, per l’appunto, è integrato dai risultati delle qualificazioni mondiali usati per il cc 2014! Insomma, una terrificante miscela fra vecchio e nuovo di cervellotica concezione: ricordando che l’Ucraina nell’Europeo casalingo è stata subito eliminata ai gironi, ottenendo 3 punti in 3 gare, con 2 reti segnate e 4 subite per una differenza reti di -2, si ottiene pertanto quanto segue: 

[(15+27) x 10.000 + 21 x 500 + 32 + 2 x 6.000 + 3 x 9.000 + 0 x 18.000 + 0 x 18.000 +0 x 28.000 + 0 x 38.000] / 15 = [420.000 + 10.500 + 32 + 12.000 + 27.000 + 0 + 0 + 0 + 0] / 15 = 469.532 / 15 = 31.302 

Seguendo lo sviluppo della formula, non si può non notare un’altra bizzarria: le 2 gare di spareggio contro la Francia valgono 12.000 punti di bonus per il cc 2012 e 8.000 per il cc 2014!
Alla luce di tutto ciò, la tabella finale della mia precedente spiegazione, che riportava il ranking UEFA aggiornato a Euro 2012, dev’essere corretta inserendo i cc 2012 di Ucraina e Polonia calcolati secondo i dettami (astrusi) ufficiali. Per l’Ucraina, il coefficiente finale passa così da 28.685 a 29.338, mantenendola in 14ª posizione; per la Polonia, da 23.176 a 23.807, un aumento che le permette di superare Lettonia e Austria e issarsi due posti più su, al 28°.
Per finire, il ranking UEFA continua a mantenere una particolare dimenticanza sulle gare terminate ai rigori, che non avevo subito colta. Le partite decise dai tiri dal dischetto assegnano 10.000 punti aggiuntivi al vincitore, purché la gara sia giocata in un turno a eliminazione diretta della fase finale. Sono pertanto esclusi sia i ritorni degli spareggi sia i confronti dell’ultima giornata dei gironi finali dov’è previsto il ricorso ai rigori in particolari circostanze in caso di pareggio (per la cronaca, l’unico caso concreto in cui si poteva arrivare a tale conclusione è stata Turchia-Repubblica Ceca di Euro2008), il tutto per ragioni, condivisibili e facilmente intuibili, di equità: brevemente, i 10.000 punti di premio sono assegnabili esclusivamente alle partite a eliminazione diretta a gara unica. Le quali, però, non sono solo quelle delle fasi finali: infatti, l’UEFA ha tralasciato la (residua) ipotesi riguardante le partite di spareggio dei gironi eliminatori mondiali, cioè quelle sfide fra squadre in perfetta parità di classifica dove, esauriti tutti i precedenti discriminanti, si ricorre alla “bella” secca (possibilmente) in campo neutro. Ipotesi non coperta dai gironi eliminatori degli Europei, dove gli spareggi non sono più contemplati. 

Rado il Figo

martedì, ottobre 14, 2014

I record del Mondiale di Volley Femminile - Considerazioni sparse

Il Mondiale di Pallavolo Femminile 2014, conclusosi domenica con il trionfo degli USA, ha ottenuto un successo straordinario in termini di pubblico e telespettatori. Ben 235.000 persone hanno riempito i palazzetti nei 102 match disputati. A livello televisivo, nonostante la copertura parziale dell'evento da parte di Raisport, gli ascolti sono cresciuti in modo progressivo, toccando i 4.436.000 telespettatori (share del 17.88) per la semifinale Italia-Cina, trasmessa da Rai Due sabato sera (picco massimo di 5.719.000 telespettatori). La finale per il terzo posto Italia-Brasile, domenica pomeriggio, è stata vista da 2.328.000 persone. Se a questo aggiungiamo i dati relativi al tesseramento FIPAV (seconda Federazione dietro al calcio: 367.000 tesserati, di cui 280.000 donne) si può dire che la pallavolo italiana, a livello di seguito e praticanti, specie in campo femminile gode di ottima salute.
Di fronte a questi dati sarebbe fin troppo semplice effettuare le classiche considerazioni sul perché i media italiani si accorgono della pallavolo solamente in occasione dei grandi eventi, sulla disparità di trattamento a livello mediatico tra i vari sport, sulla cultura sportiva italiana, ecc. Blog-In, come sanno bene i lettori più assidui, si batte da sempre per un riequilibrio degli spazi mediatici tra i vari sport. Tuttavia, quantomeno nel caso specifico, penso sia pretestuoso e fuorviante effettuare delle considerazioni critiche sulla scarsa attenzione che queste discipline ottengono al di fuori dei grandi eventi.  Anche perché i media hanno coperto in modo soddisfacente la competizione iridata. Ha detto bene Julio Velasco in un'intervista rilasciata oggi a "La Repubblica":

"Il volley non è contro il calcio. Sono anche un po' stufo di questa contrapposizione, come se la pallavolo o le altre discipline fossero sempre superiori, per qualche ragione, al calcio. E' un falso moralismo. La gente segue il calcio perché tutti i maschi giocano, hanno giocato o vorrebbero giocare a calcio. E non mi venite a dire che fa audience perché girano i soldi: le Tv ce li mettono perché è uno sport che la gente ama, tutto qui. Piuttosto mi stupisce che la Rai si stupisca degli ascolti che fa il volley: ma come, non hanno anche loro una moglie, una figlia, una madre che ci gioca? "

Ecco i motivi per cui non si può partire dai numeri record del Mondiale, per effettuare delle considerazioni critiche sulla scarsa copertura mediatica al di fuori dei grandi eventi:
1. Si è trattato di un Evento (con la E maiuscola) - Come tale rappresenta un'eccezione, non la regola. Il paragone che mi viene in mente è quello col rugby. Le partite dell'Italia impegnata nel 6 Nazioni (o nella Coppa del Mondo o in qualche Test Match di prestigio) ottengono sempre un ottimo riscontro a livello di spettatori e ascolti Tv (almeno prima dell'approdo su DMAX...). Questi match rappresentano però la vetrina, il momento di gala del movimento. Il retrobottega - leggi campionato nazionale - ha ben altro appeal e non può essere preso a modello per sostenere l'ingiustizia del poco spazio sui media.

2. Il livello del campionato italiano - Come scritto dal sempre pungente Stefano Olivari "Nordmeccanica Piacenza-Imoco Conegliano, per citare l’equivalente femminile di Juventus-Roma, continuerà a raccogliere uno share infinitesimale". L'impietoso paragone tra Italia-Cina e Piacenza-Conegliano, fa comprendere come sia impossibile equiparare l'eccezione (Mondiale in casa con Italia brillante protagonista) alla normalità (campionato nazionale con molti club in difficoltà economica e alcune delle migliori azzurre che giocano all'estero).

3. "Effetto Tomba" e diretta su rete generalista - Ad aiutare gli straordinari ascolti televisivi hanno contribuito altri due fattori. Il primo è la c.d. "Legge di Tomba", definizione coniata da Blog-In per spiegare come in Italia "uno sport diventi bello e avvincente solo se c'è un atleta (o un team) italiano che vince. Lo diventa ancora di più se questo atleta è anche un "personaggio" spendibile a livello mediatico".  Nel caso dei Mondiali di Volley è evidente che gli ottimi risultati conquistati dalla squadra di Marco Bonitta siano stati determinanti per aumentare esponenzialmente l'interesse verso la competizione iridata. E se il Mondiale si fosse disputato in un altro Paese, magari con risultati più modesti per l'Italia? E' ovvio che il seguito sarebbe stato assai inferiore. Basti pensare, esempio freschissimo, al Mondiale maschile disputato in Polonia e al séguito nei nostri confini.
L'altro fattore chiave per il successo (anche) televisivo del Mondiale è legato alle dirette su una rete generalista degli ultimi due match. Può sembrare strano, ma ancora oggi la grande maggioranza dei telespettatori italiani "non sa usare il telecomando". Significa che lo zapping, spesso e volentieri, si ferma ai primi 10-15 canali nella numerazione LCN. Ciò comporta una fisiologica penalizzazione per i canali con numerazione alta (Raisport si vede al 57 e 58). Una parte delle persone che ha visto in Tv Italia-Cina è probabilmente capitata per caso su Rai Due, scanalando tra Milly Carlucci e Maria De Filippi.

Conclusioni. La pallavolo in Italia è uno sport vivo, con una base solidissima di appassionati e praticanti. Lo stato di salute del volley professionistico, invece, non è dei migliori, con molti club in difficoltà e di conseguenza dei campionati meno competitivi rispetto agli anni che furono. Nonostante ciò, le grandi competizioni internazionali, con l'Italia protagonista, suscitano un grande richiamo tra  appassionati e tifosi occasionali. I media, in modo parallelo a quanto avviene ad esempio per il Sei Nazioni di rugby, assecondano l'interesse crescente del pubblico e coprono in modo più che soddisfacente il grande evento. Per tutte le ragioni sopra esposte, però, appare forzato partire dai dati - eccezionali - del mondiale italiano per effettuare delle considerazioni critiche sulla scarsa copertura mediatica al di fuori dei grandi eventi.