martedì, giugno 11, 2013

La Corsa Segreta - La versione italiana del libro-confessione di Tyler Hamilton

Lo scorso 8 settembre pubblicai il post con le "agghiaccianti anticipazioni" del libro "The Secret Race" di Tyler Hamilton. Si era nel pieno della bufera Armstrong e da lì a pochi giorni uscì il dossier USADA sul "sistema doping più sofisticato nella storia dello sport" (VEDI). Quegli aneddoti suscitarono molto clamore anche in Italia.
In questi mesi diversi lettori mi hanno chiesto quando sarebbe uscita la versione italiana. Ebbene, dopo una lunga attesa, finalmente, giovedì 13 giugno uscirà "La Corsa Segreta", (Tyler Hamilton con Daniel Coyle, Edizioni Limina, 343p., €18,60).

Come da posizione di Blog-In (vedi), il ciclismo di quegli anni, con i suoi "protagonisti" a tutti i livelli, andrebbe completamente resettato. Da questo punto di vista, i riferimenti ai "campioni" di quel periodo, così come le riproposizioni in chiave epica di quelle '"imprese", sono totalmente fuori luogo. "La Corsa Segreta" descrive in modo particolareggiato il mondo del ciclismo professionistico degli anni '90 e 2000. Un mondo devastato dal doping. Un libro fondamentale per far aprire gli occhi a chi vive ancora nel mito di quegli anni.
Ecco alcune delle anticipazioni del libro di Hamilton (per leggerle tutte clicca qui):

LE SACCHE BIANCHE – Nel 1997 sbarcai a Girona in un appartamento nuovo che dividevo con i compagni della Postal. Ci aspettavano gare dure in preparazione del Tour; la Ruta del Sol, i Trofeo Puig, La Vuelta Valenciana. Ero nervoso perché eravamo in venti corridori per soli nove posti al Tour. Le corse erano durissime e terribili. Fu allora che vidi per la prima volta le sacche bianche. Comparivano a fine gara, portate da qualche soigneur, conservate in frigo. Venivano date ad alcuni corridori, i più forti: Hincapie, Ekimov, Baffi, Robin; ad altri no. Capii da quello che ero nella squadra B. Fu in quella occasione che sentii per la prima volta la frase “correre a pane e acqua”. Io correvo a pane e acqua ancora. Corsi la Ruta del sol a pane e acqua. Ma quando mi sentivo sfinito per le gare o gli allenamenti pensavo a quelle sacche bianche. Volevo provare a me stesso di essere più forte di quelle piccole sacche. Ma ci pensavo continuamente.

LA PRIMA VOLTA – E  venne il momento del break down. Mille giorni dopo il mio passaggio al professionismo mi dopai per la prima volta. Parlando con gli altri corridori e ascoltando le loro storie, capii che era un modello di coportamento comune. Il primo anno, giovane e felice di essere lì, fra i pro, pieno di speranze; il secondo, la presa di coscienza; il terzo, la chiarezza di un bivio da imboccare: si o no. Dentro o fuori.

LA CAPSULA ROSSA –  Dopo la Vuelta Valenciana Pedro (Celaya, n.d.r.) venne nella mia camera d’albergo. Mi chiese come stavo. Gli dissi la verità: finito. Non avevo più nulla nelle gambe. Pedro tirò fuori una bottiglia scura ne estrasse una capsula rossa: “Non è doping, è per la tua salute. Per aiutare il tuo recupero. Il tuo corpo ne ha bisogno. E’ sicura. Se tu dovessi correre domani io non te l’avrei data; ma va bene se la prendi adesso e corri fra due giorni”. Compresi bene che se avessi coprso e fossi stato sorteggiato per l’antidoping  sarei risultato positivo.

I TEST ANTI EPO – L’avvento dei test per individuare l’Epo divenne la prova di come Ferrari fosse un gran vantaggio per noi. Le autorità mondiali avevano impiegato anni e milioni di dollari per individuarne uno valido e a Ferrari bastarono pochi minuti per capire come eluderlo. Invece di iniettare una dose intera sotto cute (che prolungava  la presenza dell’epo nel corpo), facevamo iniezioni di piccole quantià direttamente in vena. Al Giro di Svizzera del 2001 Lance voleva essere al meglio della forma. Ferrari gli consigliò di dormire in altitudine e di assumere Edgar (epo) in microdosi, una per notte. Questo avrebbe mantenuto alto il suo ematocrito e avrebbe consentito di eludere i nuovi test sull’Epo che mettevano a confronto le due molecole, quella naturale e quela sintetica. L’altitudine avrebbe stimolato la produzione di maggior Epo naturale aiutando a compensare e nascondere quella sintetica.