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Il percorso, le tappe, le altimetrie, le salite del Giro d'Italia 2013. Approfondimenti sulle frazioni più importanti, commenti e analisi su squadre, protagonisti e copertura Tv-Media. (foto by Sirotti - Stephill.tv)

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CALENDARIO CICLISMO 2013

Tutte le date del calendario ciclistico World Tour 2013. Dalle prime corse stagionali in Australia, alle Grandi Classiche di primavera, dalle Corse a tappe sino al Lombardia. Senza dimenticare i Mondiali italiani: appuntamento a Firenze a fine settembre. (foto by Sirotti - Stephill.tv)

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mercoledì, gennaio 30, 2013

Finale Wembley - Il Pallone ufficiale della seconda fase della Champions League 2012/2013


A due settimane dalla ripresa della Champions League 2012/2013, adidas ha svelato il Finale Wembley, il pallone ufficiale della seconda fase della UEFA Champions League 2012/2013. Finale Wembley sarà utilizzato a partire dal 12 febbraio con l’inizio degli ottavi di finale ed accompagnerà le squadre fino alla finale in programma il 25 maggio a Wembley.

DESIGN - Il design del Pallone è ispirato dal fatto che quella del 2013 sarà la settima finale della massima competizione europea ad essere disputata nello stadio londinese. Wembley ha ospitato le vittorie di alcune fra le più grandi squadre della storia del calcio: il Milan nel 1963, il Manchester United nel 1968, l’Ajax  nel 1971, il Liverpool nel 1978 e il Barcellona nel 1992 e nel 2011.
All’interno dell’ormai iconico design a stella compaiono gli anni in cui sono state disputate le 7 finali, compresa quella ancora da disputare.

Il Finale Wembley sarà il ventesimo pallone ufficiale prodotto da adidas per la UEFA Champions League.

Per ulteriori informazioni:
adidas.com/football
facebook.com/adidasfootball
@adidas_ITA




lunedì, gennaio 28, 2013

Formula Uno su Sky Sport - Il nuovo canale Sky Sport F1 HD (programmi, mosaico interattivo e telecronisti)


Sky Sport, dopo aver annunciato lo scorso giugno l'acquisizione dei diritti televisivi in esclusiva della Formula Uno per la stagione 2013, ha presentato la propria offerta (copertura, canale dedicato, programmi) in una conferenza stampa a Valencia lo scorso dicembre. A fine gennaio, poi, c'è stata la presentazione ufficiale del pacchetto Formula Uno che Sky Sport offrirà agli abbonati nel 2013.

19 GP IN ESCLUSIVA, 9 IN CHIARO (SULLA RAI) - Sky Sport ha acquisito i diritti in esclusiva per tutti i 19 Gran Premi della stagione 2013, mentre 9 GP saranno trasmessi in chiaro. A tal proposito, in data 1 marzo si sono concluse le trattative con la Rai.

Questo il calendario ufficiale dei GP 2013 trasmessi dalla RAI (dirette e differite):



17 mar Australia diretta

24 mar Malesia differita ore 15:00
14 apr Cina differita ore 14:00
21 apr Bahrain differita ore 19:00
12 mag Spagna diretta
26 mag Monaco diretta
09 giu Canada differita ore 01:00
30 giu Gran Bretagna diretta
14 lug Germania differita ore 19:00
28 lug Ungheria differita ore 19:00
25 ago Belgio diretta
08 set Italia diretta
22 set Singapore differita ore 19:00
06 ott Corea differita ore 13:00
13 ott Giappone diretta
27 ott India differita ore 15:00
03 nov Abu Dhabi diretta
17 nov USA differita ore 01:00
24 nov Brasile diretta

SKY SPORT F1 HD: IL PRIMO CANALE DEDICATO ALLA F1 - La principale novità dell'offerta Sky sarà la nascita di un canale interamente dedicato alla Formula Uno: Sky Sport F1 HD. Per gli appassionati un vero e proprio punto di riferimento con la trasmissione interamente in HD (non ci sarà il 3D) di tutti i 19 GP, delle prove libere, delle qualifiche e di tutte le rubriche dedicate (approfondimenti, analisi, interviste, filmati storici, ecc.). In totale, saranno all'incirca 1000 le ore di trasmissione dedicate da Sky Sport al Mondiale Formula Uno 2013.

MOSAICO INTERATTIVO - Come da tradizione, Sky proporrà anche per la Formula Uno il Mosaico interattivo che tanto successo ha riscontrato alle ultime Olimpiadi di Londra (in verità questo servizio è presente da diversi anni per Serie A e Champions League). Queste le opzioni video del Mosaico Formula Uno di Sky, a cui si potrà accedere con il tasto verde del telecomando:
  • La diretta di Sky Sport F1 HD;
  • 3 canali On Board dalla prospettiva dell'auto che si vuole "guidare";
  • Pit Lane;
  • Race Control, un canale diviso in 4 mini schermi con il live di Sky Sport F1 HD, uno delle On Board, il Live Timing e il Race Tracker;
  • Live Timing, il riquadro con i tempi ufficiali per essere sempre aggiornati in tempo reale;
  • Race Tracker, la grande novità del Mosaico, il canale con la mappa del circuito che permetterà di sapere in ogni momento la posizione delle monoposto senza perdere neanche un sorpasso;
  • Highlights, il mini schermo con i momenti salienti del Gran Premio;
Sempre dal mosaico sarà possibile accedere anche a:
  • Messaggi twitter degli spettatori;
  • Classifica Piloti in tempo reale;
  • Classifica Costruttori in tempo reale;
  • Podi;
  • Griglia di Partenza a partire dalla fine delle Qualifiche;
  • Ordine di Arrivo a partire dalla fine del Gran Premio;
  • Calendario.
Inoltre, sempre attraverso il tasto verde, sarà possibile consultare un magazine di approfondimento in onda 7 giorni su 7, che permetterà di visualizzare:
  • Highlights dell'ultimo Gran Premio disputato;
  • Classifica Piloti;
  • Classifica Costruttori;
  • Podi;
  • Griglia di Partenza a partire dalla fine delle Qualifiche;
  • Ordine di Arrivo a partire dalla fine del Gran Premio;
  • Calendario. 

Il mosaico interattivo di Sky Sport dedicato alla Formula Uno (foto da digital-sat.it)
TELECRONISTI E COMMENTATORI - La squadra di commentatori che affiancherà Carlo Vanzini è di altissimo profilo. Ci saranno infatti Jacques Villeneuve e  Marc Genè. Assieme a loro l'ingegner Fabiano Vandone e Sarah Winkhaus da Sky Deutschland.
Come già avvenuto nell'ultimo weekend calcistico, non mancheranno le "cross promotion" da parte di Sky. Tradotto: da qui a marzo gli spot e gli annunci durante i live per il Mondiale di F1 in esclusiva su Sky diventeranno un tormentone.

AUDIO - Per vivere al meglio tutti i GP della stagione, Sky offrirà il doppio audio Dolby 5.1 con la possibilità per i telespettatori di ascoltare i suoni originali della corsa.

SOCIAL MEDIA - Sky, molto attenta all'evoluzione dei Social Network (a volte sin troppo, specie a SkySport24), avrà una pagina Facebook e un profilo Twitter dedicati al Mondiale di F1 2013.

DIRITTI TV - DOVE VEDREMO I GRANDI EVENTI 


giovedì, gennaio 24, 2013

I Fatturati dei primi 20 club calcistici 2013 - Il Real Madrid supera i 500 milioni (Deloitte Football Money League 11/12)




Dopo il successo dello scorso anno (vedi),  anche per il 2013 pubblico la "Deloitte Football Money League", vale a dire il report sui fatturati dei primi 20 club calcistici d'Europa per la stagione 2011/2012.
E' la sedicesima edizione di questo studio che può è utile per capire dinamiche e scenari nel calcio di vertice, anche in ottica FPF. Lo studio riguarda la stagione sportiva 2011/2012 e comprende fondamentalmente 3 "revenues": entrate da stadio (compreso il food&beverage), entrate da diritti televisivi ed entrate commerciali (sponsor e merchandising). Sono esclusi quindi i movimenti finanziari legati ai trasferimenti di giocatori. I dati sono stati ricavati dall'IFRS (International Financial Reporting Standards).
Ecco la classifica dei 20 club calcistici europei con il maggior fatturato per il 2011/2012:


Questi invece i club immediatamente alle spalle dei primi 20:


CONSIDERAZIONI - Rispetto alla stagione 2010/2011 c'è stato un aumento del 10% nel fatturato globale dei 20 club (4.8 miliardi di euro). Nonostante la crisi economico-finanziaria generalizzata, quindi, il prodotto calcio, almeno ai massimi livelli, continua a crescere. Il Real Madrid consolida la prima posizione sfondando quota 500 milioni (512.6 milioni di euro). Distacco praticamente invariato sugli eterni rivali del Barcellona che chiudono a quota 483 milioni di euro. Nel complesso le prime 6 posizioni rimangono invariate con una crescita più marcata per il Chelsea, vincitore della Champions League. 
I balzi più significativi riguardano il Manchester City (+5 posizioni, +116 milioni di euro), Borussia Dortmund (+5 posizioni, +50.6 mln), Juventus (+ 4 posizioni, +41.5 mln) e Napoli (+5 posizioni, +33.5mln). I club italiani tra i primi 20 restano 5, con il Milan che perde una posizione, mentre Inter e Roma ne perdono 4. 
Dalle prime 20 posizioni esce il Valencia e subentra il Newcastle, lo scorso anno al 25esimo posto.
Il Corinthians - squadra che ha recentemente conquistato il Mondiale per club - è la prima squadra non europea con i suoi 94.1 milioni di euro di fatturato. Interessante la proiezione contenuta nella parte introduttiva del report. Secondo lo studio, infatti, i club brasiliani e quelli russi, grazie all'organizzazione dei Mondiali di calcio 2014 e 2018, nei prossimi anni si avvicineranno ai club dei 5 principali campionati europei.
A livello di campionati nazionali, la Premier League si conferma al primo posto con 7 squadre, seguita da Italia (5), Germania (4), Spagna (2) e Francia (2).

FATTURATI NEL DETTAGLIO -  Senza analizzare tutti e 20 i club, possiamo prenderne 4 (uno a testa per Premier, Liga, Serie A e Bundesliga) per capire, tra le altre cose, il diverso peso delle tre voci considerate nello studio (stadi, diritti tv e commerciale).

Il Real Madrid ha aumentato il proprio fatturato di 33.1 milioni di euro (+7%). I blancos hanno visto crescere le entrate da diritti televisivi (+9%) soprattutto grazie alle amichevoli disputate in giro per il mondo. Incrementate anche le entrate commerciali (+9%) con due nuovi munifici sponsor (gruppo bancario  BBVA ed Emirates Airlines) e il rinnovo fino al 2019/2020 con lo sponsor tecnico adidas.
Nel complesso, i 512.6 milioni di fatturato del Real Madrid per la stagione 2011/2012 sono così suddivisi (in milioni di euro): 
  • Matchday (incassi stadio) 126.2 (25%)
  • Diritti televisivi 199.2 (39%) 
  • Area commerciale (sponsor e merchandising) 187.2 (36%) 


Il Bayern Monaco (4° posto), ha appena ufficializzato l'accordo con Pep Guardiola e dall'analisi del fatturato dei bavaresi si comprende come il tecnico catalano sia andato sul sicuro. Dal punto di vista dei risultati la stagione 2011/2012 è stata deludente, con il secondo posto in campionato, la sconfitta in finale di Coppa di Germania (doppietta del Borussia Dortmund) e, soprattutto, la sconfitta ai rigori nella finale di Champions League giocata in casa. Tuttavia, i bavaresi sono il club con le maggiori entrate commerciali.In questo ha certamente contribuito l'ottima performance in Champions League, ma anche le numerose sponsorizzazioni (spicca quella rinnovata con Deutsche Telekom). Rispetto ai principali club europei la Bundesliga ha un mercato dei diritti televisivi meno sviluppato, ma le prospettive, anche in questo ambito, sembrano essere buone. I 368.4 milioni di fatturato sono così divisi:
  • Matchday (incassi stadio) 85.4 (23%)
  • Diritti televisivi 81.4 (22%) 
  • Area commerciale (sponsor e merchandising) 201.6. (55%) 


Il Manchester City (7° posto) è la squadra che ha guadagnato più posizioni rispetto alla passata stagione. Il balzo in avanti è stato possibile grazie all'aumento delle entrate commerciali (prima partecipazione alla Champions League, anche se con eliminazione nella fase a gironi) e sponsorizzazione munifica della Etihad Airlines. Su quest'ultimo aspetto si potrebbe aprire un discorso piuttosto lungo, specie in chiave FPF. Il caso PSG-Qatar con l'interpretazione quale "contratto per lo sfruttamento d'immagine" anziché di "sponsorizzazione" del contributo della Qatar Tourism Authority  (vedi articolo de Il Tifoso Bilanciato") è emblematico. Straordinario il risultato dell'Etihad Stadium che ha registrato il tutto esaurito praticamente in tutti i match disputati (99% di presenze). Da segnalare il contratto con lo sponsor Hugo Boss e la firma per il 2013/2014 con la Nike. Ecco la scomposizione del fatturato dei Citizens (285.6 milioni di euro):
  • Matchday (incassi stadio) 38.1 (13%)
  • Diritti televisivi 109 (38%) 
  • Area commerciale (sponsor e merchandising) 138.5 (49%) 

La Juventus (10° posto) rappresenta il club italiano con il maggior potenziale di crescita per i prossimi anni. I bianconeri, infatti, hanno guadagnato 4 posizioni nonostante la mancata partecipazione per il secondo anno consecutivo alla Champions League. La crescita della Juventus è legata in primis allo Juventus Stadium che ha permesso di triplicare gli incassi nonostante si siano disputate 4 gare in meno rispetto al 2010/2011: da 11.6 a 31.8 milioni di euro. Anche le entrate commerciali sono notevolmente aumentate (73 milioni di euro, +36%) grazie alle sponsorizzazioni. Nel report si sottolinea come la Juventus è destinata a consolidare la propria presenza nelle prime 10 posizioni (si pensi alle entrate provenienti dalla Champions League 2012/2013, già estremamente positiva e a quelle da stadio che aumenteranno sensibilmente), sfidando il Milan per la leadership a livello italiano. I 195.4 milioni di euro di fatturato della Juventus sono scorporati in questo modo:
  • Matchday (incassi stadio) 31.8 (16%)
  • Diritti televisivi  90.6 (47%) 
  • Area commerciale (sponsor e merchandising) 73 (37%) 

REPORT COMPLETO - Ed ecco il report Deloitte 2013 sulla stagione 2011/2012,


IL REPORT DE "IL TIFOSO BILANCIATO" - Questa invece l'analisi del Report Deloitte a cura della "Biblioteca del Tifoso Bilanciato", sito di riferimento per chi volesse approfondire gli aspetti economico-finanziari e giuridici del mondo del calcio. Il documento si intitola "L'oligarchia del calcio europeo, certificata anche da Deloitte" ed è consultabile anche sul sito a questo indirizzo.

martedì, gennaio 22, 2013

Ranking UEFA per Club - Come funziona (di Rado il Figo)

Dopo averci illustrato il Ranking FIFA,il Ranking UEFA per nazionali e le prospettive del Ranking UEFA per club, Rado ci spiega da par suo il funzionamento del Ranking UEFA per Club. Dopo un breve accenno storico, Rado entra nei meandri di questo ranking che, molto spesso, viene citato a sproposito o con scarsa cognizione di causa da molti media nostrani. Una guida fondamentale per chi desidera capirne il reale funzionamento e per sfatare il luogo comune secondo cui "CHL ed EL hanno lo stesso peso ai fini del calcolo del ranking UEFA"...

PREMESSE - Negli ultimi anni se n’è parlato sempre di più, complice il declassamento dell’Italia fino all’attuale 4° posto, colla conseguente perdita di una rappresentante in Champions League (CL), ma, come triste abitudine, all’aumento d’interesse non ha corrisposto un’informazione adeguata, abbandonata a pochi accenni superficiali, spesso errati perché non sorretti da una corretta conoscenza dei suoi meccanismi. 
Il presente scritto ha lo scopo di chiarire le idee sul ranking UEFA per club, illustrandone con esempi tutti i suoi aspetti, dal suo calcolo al suo uso: per esigenze di spazio, eviterò una trattazione storica del suo sviluppo, per quanto interessante, soffermandomi esclusivamente sull’esposizione di quanto utile per la corrente stagione 2012/13.
Il ranking UEFA ebbe la prima applicazione pratica nel 1980/81 coll’unico scopo di determinare il numero di partecipanti alla Coppa UEFA (UE) di ogni federazione, legandolo ai risultati conseguiti dai club di appartenenza nelle coppe europee. Nel corso del tempo, il suo uso è stato allargato tanto da determinare il numero d’iscrizioni anche alla CL (e alla Coppa Intertoto) e, combinato col piazzamento nei tornei nazionali, il turno di partenza nelle competizioni europee.
Cos’è esattamente il ranking UEFA? Una prima sommaria descrizione lo può definire come la classifica delle federazioni UEFA basata sulla somma dei punti medi per squadra di 5 stagioni consecutive di coppe europee per club; p.es.: il ranking 2006/11 si basa sulla somma dei punti medi delle stagioni 2006/07, 2007/08, 2008/09, 2009/10 e 2010/11.
Nella realtà le cose non sono così semplici, per una serie di “correttivi” che allontana l’indice numerico effettivamente usato, chiamato “coefficiente di federazione” (cf), dalla mera somma dei punti medi. Il concetto di partenza è la “prestazione individuale stagionale” (pis), a causa della quale la spiegazione del ranking dev’essere spezzata in due tronconi temporali: il primo che copre le stagioni dal 2006/07 al 2008/09; il secondo dalla stagione 2009/10 in poi; ovvero, fino alla UE e dall’Europa League (EL) in avanti. Infatti, dal 2009/10 l’UEFA ha cambiato le procedure di determinazione della pis ma senza prevedere un aggiornamento secondo i nuovi parametri per le stagioni precedenti; pertanto le pis delle stagioni fino al 2008/09 sono rimaste ancorate al valore determinato all’epoca del loro calcolo. 

IL RANKING UEFA FINO AL 2008/2009 - La pis è, in prima analisi, il numero di punti conquistato da ogni club in una stagione delle coppe europee; tuttavia essa si differenzia da questo elementare dato per l’applicazione di correttivi che tengono conto di vari fattori, come i turni giocati, cercando di livellare il (diverso) punto di partenza nelle competizioni e di premiare chi ha fatto più strada nei tornei.
Il calcolo della pis segue questi punti:

sono considerati esclusivamente i risultati ottenuti in CL e UE, nulla valendo quanto fatto nella Super Coppa UEFA, nel Mondiale FIFA per Club e nella Coppa Intertoto (finché c’è stata). Pertanto le squadre che abbiano partecipato esclusivamente a queste ultime tre competizioni è come non avessero preso parte del tutto alla stagione europea;

come ulteriore restrizione, valgono solo i risultati ottenuti dalla fase a gruppi in poi di CL, e dal primo turno in avanti in UE. Pertanto le squadre eliminate nei primi 2 turni di qualificazione di CL e UE hanno una pis pari a 0; tuttavia i risultati conseguiti nei turni di qualificazione saranno recuperati parzialmente nel calcolo del cf;

sono in tutt’i casi escluse le partite di spareggio, ancora previste in remote ipotesi (ma mai giocate nelle stagioni in esame);

ogni vittoria è compensata con 2 punti (e non 3), ogni pareggio con 1 punto mentre le sconfitte non assegnano punti. A tale fine, il risultato da prendere in considerazione è quello conseguito al 90’ ovvero al 120’ se disputati i supplementari, mentre nulla vale l’esito degli eventuali tiri di rigore;

le partite devono essere effettivamente giocate o quantomeno decise a tavolino. Se, p.es., una squadra superasse i sedicesimi di finale di UE per rinuncia dell’avversaria a disputare entrambe le gare, non le sono quindi assegnate due vittorie a tavolino, e conseguenti 4 punti;

sono previsti dei punti di bonus in ragione di un punto per ogni turno giocato dagli ottavi in poi in CL e dai quarti in avanti in UE; ulteriori 3 punti di bonus sono assegnati ad ognuna delle 32 squadre che partecipano alla fase a gruppi di CL.

Alcuni punti meritano degli approfondimenti. Partendo dall’ultimo, si può applicare più semplicemente la seguente tabella per quantificare i punti di bonus spettanti in base al turno di eliminazione in CL e UE:


Il bonus per la finale è assegnato a prescindere dall’esito della stessa: in CL, sia che si vinca sia che si perda la gara per il titolo, ci si vede comunque assegnare 7 punti aggiuntivi. In effetti, detta assegnazione segue le stesse regole dei bonus riconosciuti per la disputa di tutti gli altri turni dove sono previsti; p.es., i 3 per la partecipazione ai gironi di CL sono attribuiti anche se non ci si qualifica agli ottavi di finale (o non si è ripescati in UE).
Le squadre ripescate dalla CL in UE cumulano i risultati ottenuti in entrambe le competizioni, anche a livello di bonus. P.es.: un club giunto terzo nel girone di CL, ripescato così nella UE dove giunge in finale, ottiene 6 punti di bonus (i 3 per l’eliminazione in CL e i 3 per la finale di UE) da aggiungere a quelli conseguenti ai risultati conseguiti nelle 6 gare del gi-rone di CL e nelle 9 di UE (dai sedicesimi in avanti).
Anche per il ranking UEFA per club si rinnova l’annoso problema dei tempi supplementari considerati a tutti gli effetti un prolungamento di quelli regolamentari, con effetti distorsivi. Si pensi alla squadra Alfa che nei sedicesimi di UE perda l’andata contro Beta per 5-0, salvo poi vincere il ritorno 1-0; in tal caso, Alfa intasca 2 punti per la sua pis. Delta, invece, perde 1-0 l’andata contro Gamma ma nel ritorno ottiene al 90’ una vittoria per 1-0; durante i tempi supplementari Gamma ribalta completamente il risultato, imponendosi al 120’ per 2-1. Delta alla fine non intasca alcun punto per la sua pis avendo rimediato 2 sconfitte: un esito che stride in rapporto all’evidente migliore prestazione rispetto a quella di Alfa, anche a livello “aggregato” (Alfa ha perso “complessivamente” 5-1, Delta solo 3-1).
La pis massima ottenibile (vincendo tutte le gare a prescindere dal turno di partenza) nelle due competizioni è sempre di 33 punti, nonostante la diversa struttura di formula e bonus in CL e UE. Infatti, in CL vi sono 3 turni di qualificazione, come visto ininfluenti a tale fine, fase a gruppi (6 gare), ottavi (2) ,quarti (2), semifinali (2) e finale (1), per un totale di 13 vittorie massime per 26 punti cui sommare i 7 di bonus. Viceversa, in UE vi sono 2 turni di qualificazione, anch’essi ininfluenti, primo turno (2), fase a gruppi (4), sedicesimi (2), ottavi (2) ,quarti (2), semifinali (2) e finale (1), per un totale di 15 vittorie massime per 30 punti cui sommare i 3 di bonus.
La pis massima ottenibile dalla vittoria in UE da una ripescata dalla CL varia in base al turno di ripescaggio. Infatti, si può passare dalla CL alla UE come eliminata o al terzo turno di qualificazione o alla fase a gruppi come terza del proprio girone. Nella prima ipotesi, la pis massima è sempre di 33 punti, giacché si parte dal primo turno di UE; nel secondo scende a 32: il massimo punteggio di una terza nei gironi di CL è di 8 punti (4 vittorie e 2 sconfitte) mentre in UE si giocano solo 9 le gare dai sedicesimi in avanti, e ai 26 punti delle 13 vittorie ottenute si sommano poi i 6 punti di bonus come sopra anticipato.
Se in alto la parità di trattamento è garantita (o quasi), in basso non è così. La pis minima ottenibile da una partecipazione stagionale alle coppe è 0, come ricordato assegnata alle eliminate nei primi 2 turni di qualificazione di CL e UE. Ma uguale pis nulla è attribuita anche a chi è eliminato nel primo turno di UE con 2 sconfitte, anche se lì giunto via turni di qualificazione. In CL, invece, anche se si dovessero collezionare solo partite perse nel girone (di fatto, il primo turno della competizione) la pis è di 3 punti, pari a quelli del bonus. Stranamente l’UEFA non ha mai pensato di attribuire un punto di bonus anche a chi partecipa al primo turno di UE, quanto meno per differenziarne chi vi è eliminato da chi s’è fermato ai turni di qualificazione.
Spiegata la pis, vediamo ora come si arriva da questa al cf. Il passaggio successivo è il calcolo del “coefficiente di fede-razione stagionale” (cfs), definibile anch’esso in prima analisi come la media punti per club stagionale: alla fine, il cf è null’altro che la somma dei cfs di 5 stagioni consecutive. Anche il cf non è la semplice pis media per club, discostandosene per recuperare in qualche modo i risultati conseguiti nei turni di qualificazione. Il calcolo del cf, infatti, adotta la seguente procedura:

si sommano le pis di tutte le squadre di una stessa federazione che abbiano preso parte alla CL e/o alla UE;
a quanto sopra ottenuto si somma 1 punto per ogni vittoria ottenuta da detti club nei turni di qualificazione e 0,5 per ogni pareggio (le sconfitte non assegnano punti);
si divide il tutto per il numero di squadre, con troncamento al terzo decimale, ottenendo il cfs.

Come esempio chiarificatore, calcoliamo il cfs 2008/09 dell’Italia che partecipa alle coppe europee con 8 squadre, colle seguenti pis (in ordine decrescente):

15 punti per l’Udinese, eliminata nei quarti di UE, dopo 12 gare, con 6 vittorie, 2 pareggi e 4 sconfitte, che hanno fruttato 14 punti cui sommare 1 di bonus;
14 punti per la Roma, eliminata negli ottavi di CL, dopo 8 gare, con 5 vittorie, 0 pareggi e 3 sconfitte, che hanno fruttato 10 punti cui sommare 4 di bonus;
14 punti per la Juventus, eliminata negli ottavi di CL, dopo 10 gare con 4 vittorie, 5 pareggi e 1 sconfitta, da cui sottrarre le 2 gare con 1 vittoria e 1 pareggio nei preliminari, che hanno fruttato 10 punti cui sommare 4 di bonus;
12 punti per il Milan, eliminato nei sedicesimi di UE, dopo 8 gare, con 4 vittorie, 4 pareggi e 0 sconfitte, che hanno fruttato 12 punti;
11 punti per l’Inter, eliminata negli ottavi di CL, dopo 8 gare, con 2 vittorie, 3 pareggi e 3 sconfitte, che hanno fruttato 7 punti cui sommare 4 di bonus;
9 punti per la Fiorentina, eliminata nei sedicesimi di UE, dove partecipava quale ripescata dai gironi di CL, dopo 10 gare con 2 vittorie, 5 pareggi e 3 sconfitte, da cui sottrarre le 2 gare con 1 vittoria e 1 pareggio nei pre-liminari, che hanno fruttato 6 punti cui sommare 3 di bonus;
9 punti per la Sampdoria, eliminata nei sedicesimi di UE, dopo 8 gare, con 4 vittorie, 1 pareggio e 3 sconfitte, che hanno fruttato 9 punti;
2 punti per il Napoli, eliminato nel primo turno di UE dove partecipava quale vincitore dell’ultimo turno della Coppa Intertoto, dopo 4 gare, con 3 vittorie, 0 pareggi e 1 sconfitta, da cui sottrarre le 2 gare con 2 vittorie nei preliminari, che hanno fruttato 2 punti.
per un totale di 86 punti (=15+14+14+12+11+9+9+2). Come visto, Juventus, Fiorentina e Napoli hanno disputato i preliminari per 6 partite, con 4 vittorie e 2 pareggi, che aumentano la somma delle pis di ulteriori 5 punti, ottenendo la somma complessiva di 91 punti che, divisa per 8, porta a un cfs 2008/09 di 11,375. Procedendo analogamente per 5 stagioni consecutive, si ottiene quindi il cf (propriamente detto) utile ai fini del ranking UEFA.

In caso di parità di cf, la posizione nel ranking è stabilita dal cfs più recente. P.es., avendo due federazioni uguale cf 2007/12, sarà preferita quello col cfs 2011/12 maggiore; in caso di ulteriore parità, si farà riferimento al cfs 2010/11 e così via a scalare fino al cfs 2007/08. L’UEFA si riserva il diritto sia di dirimere i casi di assoluta parità, sia di deviare da tale procedimento in caso d’opportunità, come accaduto per il ranking 2003/08 per evitare situazioni paradossali nella compilazione del tabellone di EL (un’applicazione corretta del procedimento avrebbe portato la miglior rappresentante montenegrina a dover partire da un turno peggiore rispetto alla seconda e alla terza).
Anche nel cf vi sono dei punti da approfondire. Come visto, il cfs prevede un arrotondamento sempre per difetto al mil-lesimo inferiore, il che porta a volte a posizioni nel ranking diverse di fronte a cf “matematicamente” uguali. P.es., nel ranking 2007/12, il Kazakistan è al 40° posto e l’Islanda al 41°, tuttavia, dando un’occhiata ai singoli cf come evidenziato da questa tabella:


si nota che pur avendo entrambe un cf “matematico” di cinque virgola tre periodico, a fare la differenza è l’aver subito il Kazakistan l’arrotondamento per difetto nel solo cfs 2008/09, al contrario dell’Islanda che ha dovuto patirlo anche nel 2007/08.
Come detto, il cf è la somma dei cfs di 5 stagioni consecutive; tuttavia non sono previsti correttivi se una federazione non ha partecipato alle coppe europee in una o più stagioni comprese in detto arco temporale. P.es.: nel ranking 2003/08, il Montenegro partecipa con un cf 2003/08 che corrisponde al solo cfs 2007/08, non avendo preso parte ai tornei per club nelle prime 4 stagioni di riferimento (anche perché ancora politicamente unito alla Serbia fino al 2006).

IL RANKING UEFA DAL 2009/2010 - Dal 2009/10 la UE va in soffitta sostituita dall’EL mentre è abrogata la Coppa Intertoto (la cui ultima edizione è quindi quella 2008). CL e EL hanno una formula praticamente identica (l’EL conosce solo un turno in più, i sedicesimi di finale), nonostante il diversissimo numero di partecipanti (la CL ha poco meno di 1/3 di quelle totali di EL), ma ai fini del ranking UEFA le due competizioni iniziano a pesare diversamente in modo sempre più pronunciato (checché si senta dire in giro). Ciò è dovuto a una riformulazione dei bonus in CL e della pis per le squadre eliminate nei preliminari
Il calcolo della pis ha conosciuto queste differenze, rispetto al sistema previgente:

valgono solo i risultati ottenuti dalla fase a gruppi in poi sia di CL (come prima) sia di EL;
le squadre eliminate nei preliminari hanno una pis prefissata in base al turno di eliminazione; 
analogamente al punto precedente, anche alcune delle eliminate nella fase a gruppi di EL godranno di una pis fissa;
i punti di bonus sono in ragione di un punto per ogni turno giocato dagli ottavi in poi in CL e dai quarti in avanti in EL; ulteriori 4 punti di bonus sono assegnati ad ognuna delle 32 squadre che partecipano alla fase a gruppi di CL e ulteriori 4 per ognuna delle 16 che partecipano agli ottavi di CL.

Alcuni punti meritano degli approfondimenti. Partendo dall’ultimo, la seguente tabella quantifica i punti di bonus ora spettanti in base al turno di eliminazione in CL e EL:


La diversità di trattamento è evidente, e influenza notevolmente la pis massima (vincendo tutte le gare a prescindere dal turno di partenza) ottenibile in CL e EL, che, come s’è visto, era precedentemente sempre pari a 33 punti (o al peggio a 32). Infatti, in CL dalla fase a gruppi alla finale, si possono totalizzare sempre 13 vittorie massime per 26 punti cui si sommano i 12 (e non più 7) di bonus, per complessivi 38 punti. Viceversa, in EL, pur con 2 partite in più dai gironi alla finale (per effetto dei sedicesimi solo lì previsti), la pis massima è di soli 33 punti (ai 30 delle 15 vittorie si sommano solo 3 di bonus), ottenibile anche da una ripescata, dai preliminari o dai gironi, di CL.
L’introduzione delle pis “fisse” evita l’inconveniente di valutare allo stesso modo tutte le eliminate nei preliminari (anche al loro interno) con chi avesse perso le due gare del primo turno di UE (venendo lì eliminato). La tabella per turno di eliminazione è la seguente:


Con questo sistema una squadra che giunga alla fase a gruppi di CL o di EL sicuramente avrà una pis maggiore di chi è stato eliminato nei preliminari. I “buchi” presenti nella tabella nelle ultime 3 righe di CL sono presto spiegati: per la fase a gruppi è già presente il bonus di 4 punti, garantito per la mera partecipazione anche a fronte di 6 sconfitte su 6. Le assenze per il terzo turno di qualificazione e gli spareggi sono motivate dal fatto che le squadre lì eliminate sono ripescate in EL (rispettivamente agli spareggi e alla fase a gruppi) e pertanto la loro pis dipenderà dai risultati lì conseguiti.
Più dettagliata (e foriera di complicazioni) la pis fissa di 2 punti, assegnata non a tutte le eliminate nei gironi di EL (dove potrebbero anche raccogliere fino a 4 vittorie, con una pis di 8 punti) ma solo a quelle che lì totalizzano al massimo 1 punto (quindi 6 sconfitte o 1 pareggio e 5 sconfitte), e quindi con una pis di 0 o 1, in tal modo evitando che le eliminate negli spareggi ne abbiano una maggiore (pari a 1,5).
La presenza delle pis “fisse” comporta una complicazione nella spiegazione del calcolo del cfs, anche se, al netto dei bonus, è facile constare che non cambia nulla nella pratica. Infatti, nella somma delle pis (il primo passo nel calcolo) bisogna “azzerare” quelle fisse (com’era precedentemente, insomma), coll’unica eccezione (eventuale) della pis fissa di 2 punti assegnata, che pesa per l’esatto numero di punti conseguiti nel girone di EL (quindi o 1 o sempre 0). Per il resto si procede esattamente come fino al 2008/09.

Come esempio chiarificatore, calcoliamo il cfs 2009/10 dell’Italia, che partecipa alle coppe europee con 7 squadre, colle seguenti pis (in ordine decrescente):

31 punti per l’Inter, vincitrice della CL, dopo 13 gare, con 8 vittorie, 3 pareggi e 2 sconfitte, che hanno fruttato 19 punti cui sommare 12 di bonus;
21 punti per la Fiorentina, eliminata negli ottavi di CL, dopo 10 gare con 6 vittorie, 2 pareggi e 2 sconfitte, da cui sottrarre le 2 gare con 2 pareggi nei preliminari, che hanno fruttato 12 punti cui sommare 9 di bonus;
16 punti per il Milan, eliminata negli ottavi di CL, dopo 8 gare, con 2 vittorie, 3 pareggi e 3 sconfitte, che hanno fruttato 7 punti cui sommare 9 di bonus;
15 punti per la Juventus, eliminata negli ottavi di EL, dove partecipava quale ripescata dai gironi di CL, dopo 10 gare con 4 vittorie, 3 pareggi e 3 sconfitte, che hanno fruttato 11 punti cui sommare 4 di bonus;
9 punti per la Roma, eliminata nei sedicesimi di EL, dopo 12 gare, con 7 vittorie, 2 pareggi e 3 sconfitte, da cui sottrarre le 4 gare con 3 vittorie e 1 pareggio nei preliminari, che hanno fruttato 9 punti;
5 punti per il Genoa, eliminata nei gironi di EL, dopo 8 gare, con 3 vittorie, 2 pareggi e 3 sconfitte, da cui sot-trarre le 2 gare con 1 vittoria e 1 pareggio nei preliminari, che hanno fruttato 5 punti;
4 punti per la Lazio, eliminata nei gironi di EL, dopo 8 gare, con 3 vittorie, 0 pareggi e 5 sconfitte, da cui sottrarre le 2 gare con 1 vittoria e 1 sconfitta nei preliminari, che hanno fruttato 4 punti;
per un totale di 101 punti (=31+21+16+15+9+5+4). Come visto, Fiorentina, Roma, Genoa e Lazio hanno disputato i pre-liminari per 10 partite, con 5 vittorie, 4 pareggi e 1 sconfitta, che aumentano la somma delle pis di ulteriori 7 punti, ot-tenendo la somma complessiva di 108 punti che, divisa per 7, porta a un cfs 2009/10 di 15,428.
Come anticipato, nonostante le modifiche apportate, l’UEFA non ha previsto alcun ricalcolo delle pis; p.es., una squadra eliminata negli ottavi di CL nel 2008/09 continuerà a vedersi attribuire nella pis un bonus di soli 4 punti e non di 9, nonostante l’uguale traguardo raggiunto. Stesso trattamento anche per le eliminate nei preliminari fino al 2008/09, che continuano ad avere una pis nulla, e per ogni altra situazione. 
Le differenze fra il “prima” e il “dopo” si possono facilmente cogliere ricalcolando il cfs italiano del 2008/09 colle nuove norme e quello del 2009/10 colle vecchie. Saltando i passaggi inutili, nel 2008/09 si sarebbero avute le seguenti pis:
15 punti per l’Udinese;
19 punti per la Roma (invece di 14);
19 punti per la Juventus (invece di 14);
12 punti per il Milan;
16 punti per l’Inter (invece di 11);
10 punti per la Fiorentina (invece di 9);
9 punti per la Sampdoria;
2 punti per il Napoli;
per un totale di 102 punti (=15+19+19+12+16+10+9+2), cui sommare ulteriori 5 punti per i risultati dei preliminari, ot-tenendo la somma complessiva di 107 punti che, divisa per 8, porta a un “nuovo” cfs 2008/09 di 13,375 (invece di 11,375). Nel 2009/10 si sarebbero invece avute le seguenti pis:

26 punti per l’Inter (invece di 31);
16 punti per la Fiorentina (invece di 21);
11 punti per il Milan (invece di 16);
14 punti per la Juventus (invece di 15);
9 punti per la Roma;
5 punti per il Genoa;
4 punti per la Lazio;
per un totale di 85 punti (=26+16+11+14+9+5+4), cui sommare ulteriori 7 punti per i risultati dei preliminari, ottenendo la somma complessiva di 92 punti che, divisa per 7, porta a un cfs 2009/10 di 13,142 (invece di 15,428). Appare evidente che le differenze si riscontrino esclusivamente nelle pis di chi ha partecipato alla CL e sono tanto più marcate quanto più strada vi si è percorsa. P.es.: l’Inter finalista nel 2009/10 ha ben 5 punti in più rispetto al bonus previsto fino alla stagione precedente per analogo traguardo

L'USO DEL RANKING UEFA - Nella stagione 2012/13, il piazzamento nel ranking UEFA 2006/11 si stabilisce sia il numero di iscritte, totali e per coppa, di ogni federazione sia, combinato col piazzamento nei tornei nazionali, il turno di partenza di ogni partecipante.
La seguente tabella indica il numero di partecipanti, totali, nella CL e nell’EL:

Partecipanti Coppe Europee - Ranking UEFA
Una precisazione: la tabella, così come la successiva, è costruita ipotizzando che il Liechtenstein occupi una posizione dal 33° al 47° posto, condizione essenziale per far “combaciare” il tutto, considerando che detta federazione può iscrivere, non disputandosi il campionato nazionale, esclusivamente 1 squadra (la vincitrice della coppa in EL).
La distribuzione delle iscritte, per un retaggio che si trascina dalla stagione 1999/2000 (quando fu introdotta la CL a 8 gironi iniziali e abolita la Coppa delle Coppe), avviene prima quantificando le iscritte totali e poi determinando quelle per la CL; conseguentemente le partecipanti in EL sono decise per “differenza”. Per tale motivo, mentre nel numero di partecipanti totali e in CL si ha una costante “armonia” (chi ha un piazzamento migliore ha un numero maggiore o al peggio uguale di partecipanti rispetto a chi ha un piazzamento peggiore), in EL si ha una discrepanza rispetto all’uniformità di 3 iscritte per ognuna (eccetto per le ultime 2 federazioni), col risultato paradossale che chi è al 9° posto ha, p.es., una squadra in più rispetto alla capoclassifica (ma quando era ancora UE, le discrepanze erano maggiori).
Il ranking combinato col titolo sportivo acquisito nei tornei nazionali individua il turno di partenza nelle due coppe, secondo la seguente tabella:


I tabelloni reali delle due coppe, tuttavia, possono differire, come sempre avviene, per vari fattori, come la presenza di detentori con titolo sportivo nazionale già sufficiente a partecipare alla coppa europea vinta o per chi tra campionato e coppa nazionale accumuli più titoli per partecipare alla CL e/o all’EL (basti pensare alle posizioni delle due finaliste di coppa nazionale unite ai piazzamenti in campionato). Senza dimenticare le federazioni che fanno valere anche la vittoria in coppa di lega quale titolo per partecipare all’EL.

Potrebbe a prima vista apparire strano che per decidere le partecipanti alle coppe 2012/13 sia il ranking del quinquennio 2006/11, ma tale scelta è dettata da criteri d’opportunità. Infatti, si fosse scelto il periodo successivo 2007/12, apparentemente più logico, si avrebbe come conseguenza di dover cominciare i tornei nazionali 2011/12 senza conoscere fin dal principio il proprio (eventuale) destino europeo. Spero sia rimasto nel ricordo collettivo che l’affermazione dell’Inter nella CL 2009/10 era necessaria (ma non sufficiente: i nerazzurri dovevano imporsi in finale senza ricorrere ai rigori) per far conservare all’Italia il 3° posto nel ranking 2005/10. Ora immaginate se da questo fossero dipese le partecipanti italiane alle coppe 2010/11: fino all’ultimo (ovvero, finché non fosse finita la finale di CL), il Milan (3° in campionato) non avrebbe saputo se doveva cominciare la CL dai gironi o dagli spareggi; la Sampdoria (4ª) se doveva cominciare dagli spareggi di CL o da quelli di EL; addirittura la Juventus (7ª) se disputare l’EL o rimanere a casa. Tuttavia questa soluzione sposta il disagio su quelle poche federazioni colla stagione articolata per anno solare (che, p.es., partecipano alle coppe 2012/13 per i risultati della stagione 2011), il cui numero assai ristretto la fa tranquillamente definire quale il minor dei sacrifici inevitabili.

Termino ricordando che nella stagione 2012/13 si usa anche (parzialmente) il cf 2007/12: esso rileva solo ai fini del calcolo del coefficiente di club (cc), l’indice che classifica le squadre partecipanti ai turni di qualificazione, agli spareggi e alle fasi a gironi ai fini del sorteggio. Il cc è, infatti, la somma della pi 2007/12 (a sua volta la somma delle pis dalla 2007/08 alla 2011/12) e del 20% del cf (sempre arrotondato al millesimo inferiore) di uguale periodo. P.es.: l’Inter ha un cc per il 2012/13 di 104,996, somma delle pis 2007/08 (14), 2008/09 (11), 2009/10 (31), 2010/11 (19) e 2010/11 (18) e del 20% del cf 2007/12 italiano (11,996 = 59,981 X 20%). Contrariamente alla scelta sopra illustrata, qui si è ritenuto (condivisibilmente) di usare i dati più recenti, pur creando qualche bisticcio “valutativo”.

Rado il Figo

Il Ranking UEFA (nazionali e club) aggiornato al dicembre 2012

domenica, gennaio 20, 2013

Lance Armstrong e Marco Pantani. Tra strumentalizzazioni, retorica e disinformazione

Avvertenza. Questo potrebbe essere un post fortemente impopolare. Lo scrivo dopo aver letto un sacco di stupidaggini sulla confessione di Armstrong. Tutte le opinioni sull'intervista del texano a Oprah sono legittime, per carità. Quello che non è condivisibile è l'azzardato accostamento tra Lance Armstrong e Marco Pantani all'insegna del "se penso a quello che hanno fatto a Pantani", "Armstrong dovrebbe scusarsi prima di tutto con il povero Pantani" o "Armstrong è stato protetto mentre Marco è diventato un capro espiatorio e ha pagato per tutti".
Ecco, anche nell'epoca di Twitter e Facebook, un bel tacere non fu mai scritto. Prima di tutto perché non è molto elegante strumentalizzare la morte di una persona per commentare vicende attuali. Quindi, per principio, sarebbe stato meglio non tirare in ballo il Pirata. In secondo luogo, se proprio si deve citare Pantani, occorrerebbe farlo con un briciolo di competenza. L'Italia è un Paese dalla memoria corta e dal qualunquismo imperante in cui molto spesso i commenti sulle vicende d'attualità sono improntati alla retorica di bassa lega, oltre che a una massiccia dose di disinformazione. 
Sia chiaro, non mi interessa minimamente intaccare la memoria di un'atleta che ha  entusiasmato gli appassionati e avvicinato al ciclismo moltissime persone. Non voglio nemmeno sminuire le vittorie di Pantani o entrare nel merito delle sue vicende personali (su questi aspetti consiglio il bellissimo libro "Gli ultimi giorni di Marco Pantani" di Philippe Brunel). Come ho già avuto modo di scrivere per il caso Armstrong, infatti, "il ciclismo a cui abbiamo assistito (stiamo assistendo? vedi intervista pm Roberti) non era uno spettacolo sportivo, ma una rappresentazione farsesca, una messa in scena senza alcun valore tecnico. Con buona pace degli appassionati che hanno investito tempo e denaro al seguito delle corse". Ovviamente le emozioni vissute non si possono cancellare, ma dopo quanto emerso in questi anni appare evidente che in quel ciclismo il doping fosse la regola, non l'eccezione. Valore tecnico zero, dunque. Nessuna credibilità. In tal senso la mia idea è che d'ora in avanti i media dovrebbero citare gli ultimi 25-30 anni di ciclismo solo per parlare di doping, evitando qualsivoglia riferimento a "imprese sportive". In secondo luogo, servirebbe un ricambio di persone a tutti i livelli, media compresi. Via da tutti gli incarichi le persone che hanno vissuto dal di dentro quel periodo e che non hanno fatto nulla per contrastare la devastazione causata dal doping.

Il motivo di questo post, nello stile di Blog-In, quindi, è quello di ripristinare una "verità documentale", sfatando luoghi comuni o giudizi basati su simpatie o antipatie invece che sui fatti. Certo, i fan di Pantani non cambieranno minimamente il loro giudizio, ma per chi basa le proprie opinioni su prove e documenti, le seguenti righe possono essere un aiuto.

1. Pantani non è mai stato trovato positivo ad un controllo. A dire il vero, ad un'interpretazione estensiva, nemmeno Armstrong è mai risultato positivo ad un controllo durante le gare (a parte il caso del certificato retrodatato nel Tour 1999 e le tracce di EPO nelle analisi di Armstrong del 1999 che furono però riscontrate con un test sperimentale del 2005). Com'è stato ampiamente dimostrato, superare i controlli era un gioco da ragazzi, anche perché in molti casi i ciclisti venivano avvisati per tempo e potevano utilizzare delle tecniche più o meno raffinate per eluderli (sostanze mascheranti, centrifughe per abbassare il livello di ematocrito, ecc.). La giustificazione per cui nel 1999 i ciclisti con ematocrito superiore al 50% erano fermati per "tutelare la loro salute" e non per doping è vera solo in parte. Si trattava di un compromesso, accettato con difficoltà da ciclisti e dirigenti (Pantani guidava il partito degli scontenti). Concretamente, in mancanza di test validi per rintracciare l'EPO, l'indice di ematocrito valeva come (fortissima) presunzione di doping. Sei sopra il 50%? Non posso dire con certezza che tu abbia assunto EPO, ma è molto probabile che tu l'abbia fatto. Il compromesso, quindi, riguardava la giustificazione dell'esclusione per 15 giorni: "tutela della salute" anziché "probabile assunzione di sostanze dopanti".
Sull'episodio di Madonna di Campiglio si sono dette molte cose  (nel libro del prof. Donati "Lo sport del doping" sono svelati alcuni retroscena). Sugli episodi precedenti e successivi, invece, si preferisce sorvolare. In tal senso è emblematico - e per certi verso clamoroso - questo esempio. Nella versione italiana di Wikipedia si sostiene che "Le uniche associazioni del Pirata con le pratiche di doping sono relative alle dichiarazioni di Jesús Manzano, reo confesso, che citò Pantani in un contesto in cui si accusavano vari ciclisti di alto livello degli anni novanta, organizzatori, tecnici e sponsor, e a quelle della danese Christina Jonsson, fidanzata di Pantani per sette anni, che in un'intervista al periodico svizzero L'Hebdò riferì che il ciclista cesenate facesse uso regolare di sostanza dopanti". Nella versione inglese di Wikipedia, invece, vengono ricostruite molte vicende in cui il nome di Pantani è associato al doping. Eccole tradotte in sintesi:
  • Pantani è costretto a dire addio al Giro d'Italia 1995 a causa di un incidente (1 maggio 1995). Ricoverato in ospedale il suo ematocrito segna 57,6%.
  • Dopo l'incidente alla Milano-Torino dell'ottobre 1995 Pantani viene ricoverato in ospedale e dagli esami clinici emerge che il suo ematocrito è al 60%;
  • Nel'ambito delle indagini e del successivo processo sul doping praticato nel Centro di Studi Biochimici di Ferrara diretto dal prof. Francesco Conconi, il nome di Pantani rientra nel famoso file dblab con i valori di ematocrito registrati tra il 1993 e il 1995: "In 1994 his haematocrit values fluctuated from 40.7% on 16 March, early in the season, to 54.55% on 23 May, during the first stages of the Giro d'Italia. His values reached 58% on 8 June, after winning two stages of the race, and were 57.4% on 27 July, after the Tour de France. In March 1995 his hematocrit values had dropped to 45% but they reached 56% in July during the Tour de France, where he won two stages, and over 60% in October, after the accident in the Milano-Torino" (dal libro The Death of Marco Pantani: A Biography di Matt Rendell - ripreso da wikipedia inglese).
  • Il Tribunale di Tione (sez. staccata di Trento), nella sentenza per i fatti legati alla positività di Madonna di Campiglio assolse Pantani, si badi bene, "perché il fatto non era previsto dalla legge come reato" (nel 1999 non c'era ancora la legge penale antidoping), non perché il fatto non costituisse reato. E' lo stesso giudice Serao a dichiararlo. Le motivazioni di tale sentenza rappresentano una pietra miliare nella ricostruzione di quanto accadde a Madonna di Campiglio: "Alla luce della testimonianza e delle indicazioni dei consulenti tecnici del PM (Rizzoli e Melioli) si è giunti alla conclusione che il valore anomalo dell'ematocrito, nel caso del controllo effettuato regolarmente, in tutte le sue modalità di prelievo e di conservazione del 5 giugno 1999, durante la tappa del Giro d'Italia a Madonna di Campiglio, era stato certamente dovuto ad una stimolazione farmacologica del midollo eritroide attraverso l'assunzione di eritropoietina (Epo), farmaco destinato alle cure di gravi patologie, incluso nel regolamento del controllo antidoping dalla Federciclismo italiana per il '99 e comportante l'esclusione cautelativa dalla corse secondo il protocollo dell'UCI". Il professor Melioli scrisse che "al 999.000 per cento su un milione la stimolazione dell’eritropoiesi di Pantani è esogena (non proviene cioè dall'organismo) pregressa e molto elevata".

  •  Durante il Giro 2001 avviene la famosa perquisizione dei NAS nelle camere d'albergo delle squadre. Nella stanza di Pantani viene rinvenuta una siringa con delle tracce di insulina. Pantani sostenne che quella notte non aveva dormito in quella stanza. Condannato 8 mesi nel processo sportivo di primo grado viene poi assolto in appello per mancanza di prove.
  • Nel 2006, due anni dopo la sua morte, il Corriere della Sera (vedi) pubblica alcuni documenti secondo cui Pantani nel 2003 era un cliente del dottor Fuentes (Operacion Puerto). A confermarlo anche la testimonianza diretta dell'ex ciclista Manzano.
  • Nel 2013 la Commissione d'inchiesta del Senato francese ha pubblicato l'elenco dei corridori positivi all'EPO nelle edizioni del Tour de France 1998 e 1999. I campioni d'urina furono analizzati con 3 diverse tecniche nel 2004. Tra i 18 corridori positivi rientra anche Marco Pantani, positivo all'EPO in due circostanze nel 1998 (anno in cui il Pirata vinse la Grande Boucle).
  • Infine l'episodio, tutto da dimostrare, relativo al Giro 1998, vinto da Pantani su Tonkov. In un'intervista a Panorama, Ivano Fanini parlò apertamente di uno scambio di provette Forconi-Pantani con il gregario poi squalificato: vedi. Qui sotto l'articolo pubblicato sul "Fatto Quotidiano" il 23 ottobre 2014 a firma Paolo Ziliani.
2. Armstrong dovrebbe chiedere scusa a Pantani. Per quale motivo? I due si sono affrontati pochissime volte e non sono mai stati realmente in competizione per la classifica generale del Tour de France. Armstrong lasciò vincere Pantani sul Mont Ventoux e il Pirata si arrabbiò perché il texano rimarcò il favore davanti alle telecamere. I due non si amavano, ma tutto iniziava e finiva in ambito sportivo. Gli incroci Armstrong-Pantani, di fatto, finiscono con il Tour de France 2000. Le persone a cui Armstrong deve chiedere scusa sono molte, Filippo Simeoni in primis. Con Pantani c'è stata una semplice, breve rivalità sportiva.

3. Pantani capro espiatorio, non protetto, ha pagato per tutti. Anche questo punto ruota attorno allo stop di Madonna di Campiglio. Per molti Pantani fu vittima di una trappola. Sempre nell'imperdibile "Lo sport del doping" di Alessandro Donati, emergono altri retroscena che dimostrano come, in realtà, Pantani non fu bistrattato o perseguitato dalle istituzioni ciclistiche, anzi. Nel 2000, qualche settimana dopo il Tour della famosa tappa del Mont Ventoux, la FCI convocò Pantani (qualcuno sostiene che si "autoconvocò") per le Olimpiadi di Sidney. Considerando il percorso pianeggiante, assolutamente inadatto al Pirata, fu una sorta di risarcimento morale per la mancata conquista del Giro 1999. Tutti gli atleti italiani furono sottoposti agli esami della Commissione Antidoping del CONI, che riscontrò diverse anomalie. Tra gli atleti con indici sospetti anche Pantani. Nel suo caso si parla addirittura di "soppressione, a causa dei reiterati trattamenti con l'EPO, della normale attività di riproduzione dei globuli rossi". La Commissione (Donati e Bellotti in primis) avvisò per tempo il CONI. In tutta risposta, Petrucci e Pagnozzi iniziarono una battaglia a suon di carte bollate contro la Commissione. Lo stesso ineffabile presidente dell'UCI Hein Verbruggen, già chiamato in causa per aver favorito Armstrong&Co., ebbe modo di dichiarare: "Comincio a chiedermi come faccia il CONI a tollerare tra i suoi funzionari due personaggi come Donati e Bellotti che hanno osato accusare Pantani che è un simbolo del ciclismo".
Da questo episodio appare chiaro come le istituzioni non erano poi così ostili al Pirata. Pantani, al pari di Armstrong, infatti, rappresentava una risorsa straordinaria in termini di promozione e rilancio del ciclismo dopo i fatti del 1998 (Caso Festina). Anzi, un vero duello tra i due avrebbe fatto le fortune dell'intero movimento. Per questo appare illogico credere alla tesi del complotto nei confronti del Pirata. A chi sarebbe convenuto? Non certo al CONI, alla FCI, all'UCI, agli organizzatori delle grandi corse, agli sponsor per i quali lo scalatore romagnolo rappresentava una gallina dalle uova d'oro. Dopo Campiglio Pantani avrebbe potuto tranquillamente correre il Tour del 1999, ma, come sappiamo, non si rialzò più. Qui, però, subentrano fattori umani e personali su cui, come detto, non voglio addentrarmi.

In conclusione, prima di coinvolgere a sproposito Marco Pantani attraverso una strumentalizzazione retorica e fuorviante, sarebbe meglio pensarci due volte. O quantomeno informarsi.

FONTI

venerdì, gennaio 18, 2013

L'intervista a Lance Armstrong di Oprah Winfrey - Video integrale e alcune riflessioni. #Dossier-Doping [8]

La tanto attesa intervista a Lance Armstrong di Oprah Winfrey è finalmente andata in onda. Nonostante le  anticipazioni, le parole del texano rappresentano un momento storico del rapporto sport-doping. Non mi interessa commentare la figura di Armstrong, l'ho già fatto (vedi) dopo l'uscita del Dossier USADA.  In questo post preferisco soffermarmi sul mondo del ciclismo nel suo complesso. Quella di Armstrong è la confessione di uno degli atleti più importanti degli ultimi 15 anni sull'utilizzo personale e sulla diffusione patologica del doping nel ciclismo. E' la prova provata che quello a cui abbiamo assistito (stiamo assistendo? vedi intervista pm Roberti) non era uno spettacolo sportivo, ma una rappresentazione farsesca, una messa in scena senza alcun valore tecnico. Con buona pace degli appassionati che hanno investito tempo e denaro al seguito delle corse. La classica affermazione "se tutti erano tutti dopati, allora i valori tecnici e le reali qualità finivano per emergere" è totalmente sbagliata. Dal rapporto USADA e da tantissimi altri documenti in questi anni si evince che esistevano più livelli di doping in base a disponibilità economica e bravura dei medici coinvolti. Oltre a ciò, l'effetto del doping sul fisico varia da atleta ad atleta.

5 PULITI SU 200 (FORSE) - Secondo Armstrong: "Nei miei Tour su 200 corridori forse ce n'erano 5 che non si dopavano..." e ancora "vincere senza doping nella mia generazione non era possibile". Si potrebbe sostenere che Armstrong cerchi una giustificazione personale sparando sul gruppo. In realtà le indagini e le inchieste degli ultimi anni, soprattutto della giustizia ordinaria, hanno dimostrato come in questo sport - stiamo parlando di ciclismo e la giustificazione "ma negli altri sport non ci sono controlli così numerosi" non regge - fosse (sia?) uno sport devastato dal doping.
Per capire la portata di questa deriva, consiglio questo sito in cui sono raccolti nomi e cognomi di tutti i ciclisti che hanno avuto a che fare col doping. Ogni commento ulteriore penso sia superfluo:


PASSAPORTO BIOLOGICO - Nella stessa intervista, però, emerge uno spiraglio, una speranza per il futuro. Armstrong sostiene che con l'entrata in vigore del passaporto biologico la situazione è migliorata ed è più difficile sfuggire ai controlli. Speriamo. Come sostiene il pm Roberti, però, è la testa delle persone che va cambiata. Oltre alle teste vanno cambiate anche le stesse persone che hanno governato e governano il ciclismo tutt'ora. Occorre una profonda opera di sensibilizzazione. Tempo stimato: moltissimi anni. Nel frattempo il ciclismo chiederà un disperato atto di fede ai suoi tifosi. L'ultimo. 

INTERVISTA IN TV ITALIANA - L'intervista di Lance Armstrong andrà in onda questa sera, venerdì 18 gennaio, alle ore 21.05 sul canale DMAX (canale 52 digitale terrestre, canale 808 piattaforma Sky).

TRASCRIZIONE INTEGRALE INTERVISTA - La trascrizione integrale dell'intervista sul sito della BBC (clicca qui).

mercoledì, gennaio 16, 2013

L'intervista a Tuttobici del pm Roberti: "L'EPO cinese, vera regina dei Giochi di Londra" - Dossier-Doping [7]


Per il #Dossier-doping di Blog-In pubblico parte dell'intervista rilasciata dal pm di Padova Benedetto Roberti a Tuttobici di dicembre (clicca qui per leggere l'intervista completa). Roberti sta conducendo un'indagine senza precedenti sul mondo del doping. Il suo lavoro è stato determinante nella vicenda Armstrong-Ferrari. Tra qualche giorno chiuderà la sua inchiesta che negli ultimi mesi si è allargata, scoperchiando un giro d'affari milionario. Alcuni passaggi dell'intervista rilasciata al direttore Pier Augusto Stagi (a cui vanno fatti i complimenti per lo scoop) lasciano letteralmente a bocca aperta anche chi in questi anni si è fatto una cultura sul doping; tra i più clamorosi il racconto del doping a livello amatoriale, quello su un tossicodipendente preparatore di una squadra dilettantistica e il riferimento all'eritropoietina cinese, vera protagonista alle ultime Olimpiadi di Londra... 

È dal 2010 che il pm Be­nedetto Roberti sta lavorando alacremente per contrastare la piaga del doping nello sport e nel ciclismo in particolare. Ha scoperchiato aspetti fino a poco tempo fa sconosciuti e per certi versi anche sconcertanti: conti svizzeri, finti contratti d’im­magine, assistenza completa in caso di positività, pagamenti estero su estero che coinvolgerebbero anche diverse squadre, triangolazioni con il Prin­cipa­to di Monaco e la Svizzera. Insomma, un giro d’affari quantificabile in non meno di 30 milioni di euro. 
(...) Seguendo proprio la pista Ferrari, Ro­berti si è trovato davanti a degli elementi che hanno portato, di fatto, all’apertura dell’inchiesta americana della Usada contro il sette volte vincitore del Tour, ma alla fine ha trovato tanto e molto di più. 

Roberti, è appassionato di ciclismo? 
Molto. A 17 anni sono stato letteralmente cat­turato dal fascino delle due ruote. Ho corso an­che qualche Gran Fondo, oggi però faccio so­lo passeggiate. 

Facendo le Gran Fondo, quindi, avrà visto chis­sà quante cose che non andavano… 
Diciamo che mi sono fatto proprio una bella cultura in materia. Loro non sapevano chi fossi e io prendevo nota di tutto, ho capito certi meccanismi. Bisogna essere ciechi per non vedere certe cose. Il mondo amatoriale è di gran lunga peggiore di quello professionistico. Sarebbe da fermare in blocco, fanno cose inaudite, con una facilità e una semplicità che fanno rabbrividire solo al pensiero. Ho visto tantissime persone che si fanno le supposte di cortisone poco prima del via, lì sulla linea di partenza,  davanti a tutti. E partecipanti che si iniettano con naturalezza sostanze di ogni tipo. Non parliamo poi delle gare sotto l’egida della consulta Udace: sarebbero tutte da chiudere. Sono pericolose e non sono nemmeno gare di ciclismo. Per­so­ne di una certa età che vanno a 60 all’ora per due ore di fila: cose che lasciano a bocca aperta. Il problema è che nel ciclismo regna la più assoluta stupidità, non l’ignoranza. E la stupidità è molto peggio dell’ignoranza. È più difficile educare, far capire. Una persona ignorante non conosce, ma ha un margine per poter colmare un vuoto, lo stupido è segnato: per sempre. E nel ciclismo di stupidi ce ne sono davvero troppi. Il Ventolin usato come se fosse Iodosan oppure una caramellina al miele. C’è un problema di sottocultura generale. Non si guarda alla salute, non ci si pone alcun problema. Anche se non si hanno delle doti, si fa di tutto per poter arrivare prima dell’amico. Mi creda è una cosa aberrante.


Poi si è occupato della positività di Ema­nuele Sella…
Esattamente. Grazie a quell’indagine sono riuscito a vedere da dove proveniva quella famosa Cera della Roche, che era al tempo l’eritropoietina del mo­mento. Era di facile utilizzo e senza l’obbligo di temperatura controllata, quindi si poteva trasportarla senza l’ausilio dei famosi frigoriferini. E si è poi arrivati all’arresto del ser­bo Aleksan­dar Nikacevic, ex professionista della Cerchi Alessio, ct della nazionale dilettanti della Serbia. L’altro punto di riferimento di Nikacevic era Donato Giuliani, ex gregario di Gio­vanni Battaglin negli anni ’70, direttore sportivo di una formazione di giovani, la Ha­dimec Nazionale Elettronica, una squadra italo-svizzera i cui membri italiani sono entrati tutti nell’inchiesta. Tutti rei confessi e trovati in possesso di sostanze dopanti di ogni tipo, dall’epo al gh, igf1, ecc. In un interrogatorio, il buon Giu­liani si è così giustificato: “Nel ci­clismo è sempre stato così; se non vinco non arrivano i soldi degli sponsor e per vincere ci vuole il do­ping”. Giuliani è stata una figura molto importante, ci ha spiegato tutto, ci ha aperto gli occhi. Le racconto un’altra cosa, che le da una fotografia del ciclismo…



Ci dica.
Non le faccio il nome perché non è im­portante, ma la sua storia è emblematica. Un tossicodipendente padovano era preparatore alla Varedo Miche­lin, una formazione dilettantistica lombarda. Frequentava il SERT perché co­cainomane e a casa sua abbiamo trovato di tutto. Portava in giro una borsa ver­de nella quale teneva farmaci di ogni tipo: ormoni femminili, testosterone, Ventolin, gh e così via. Questi era un tossico, tutti lo sapevano, ma nessuno provava il minimo imbarazzo. Nel ciclismo non ci si scandalizza più di nulla. Tutto è normale, tutto è lecito. Sono anche convinto che loro si considerino più uomini degli al­tri, perché rischiano, perché sono furbi, perché osano e si fanno grandi agli oc­chi degli stolti. Lo ripeto, nel ciclismo di stolti ce ne sono troppi.

Ma secondo lei il ciclismo è tutto marcio?
Non tutto, ma non è messo per niente bene e creda a me, non è cambiato nul­la. Non è vero che la situazione negli ultimi anni è migliorata. Non è cambiato assolutamente nulla. Abbiamo a che fare con persone senza scrupoli che si iniettano di tutto, senza nemmeno sa­pere cosa stanno facendo. Prodotti trafugati da ospedali, oppure provenienti da Paesi dell’Est senza nessuna garanzia e loro si fanno emodiluizione senza alcun problema.

Che idea si è fatto?
Che non si può combattere il doping solo con la repressione. Il problema è cambiare le teste, fare cultura, ricreare un senso di responsabilità. In questo mondo non c’è più il senso dell’imbarazzo. Si è sfacciati, sfrontati e spietati. Ma il problema non è solo del ciclismo: è il mondo di oggi che è così. Nar­co­tiz­zato, drogato da mille sollecitazioni, an­che e soprattutto culturali. C’è gente che non sa più distinguere il bene dal male.

Cosa ha da dire a Renato Di Rocco che l’ha accusata di aver tradito i patti, di non aver collaborato con la Procura del Coni?
Non ho mai replicato e non replico nemmeno questa volta. Ci sono delle regole procedurali da rispettare. Esiste il segreto istruttorio. Ho letto che io non avrei fiducia nel Coni: è falso. Io ho sempre collaborato con loro e continuerò a farlo.

Ma come è messo il calcio? 
Sono sicuramente più organizzati, diciamo anche più furbi. C’è un’attrezzatura umana e di sistema migliore. Certo, qualche sospetto ce l’ho anche per loro, perché vedo che ci sono cal­ciatori che da un anno all’altro aumentano in maniera considerevole le loro masse musco­lari. Ci sono ragazzi che hanno muscolature armoniose e dopo una sola estate si ripresen­tano che sembrano omini di gomma. E, so­prattutto, sono soggetti a continui infortuni e non si reggono più in piedi. Il calcio ha avuto tanti casi analoghi, anche recenti. Non sono io a dirlo, ma a distanza di tempo sono stati gli stessi calciatori ad ammettere di aver fatto ri­corso al doping, perché oggi il calcio è sì sport di abilità, ma anche e soprattutto di corsa: chi arriva prima sul pallone ha la meglio. Ma i club di calcio possono disporre di centri specializ­zati, di strutture qualificate per ridurre al mi­nimo i rischi. 

Togliere tutti e sette i Tour ad Armstrong do­po così tanti anni, ha senso? Non trova che sia una decisione un po’ ipocrita? 
Ci dovrebbe essere la prescrizione, dopo ot­to anni…. L’Uci dovrebbe togliere la licenza a team manager come Bjarne Riis, che è un reo confesso. Invece, non solo non gli hanno tol­to il Tour che ha vinto nel ’96, ma è lì che lavo­ra come se niente fosse. 


Ha mai incontrato in questi anni il presidente Renato Di Rocco?
Mai e l’avrei anche incontrato volentieri. Mi sarebbe piaciuto dirgli che bisogna puntare su giovani tecnici ma anche su nuovi dirigenti, medici e preparatori. Certo, capisco che non è facile. I fondi sono quelli che sono e anche la lotta al doping è quella che è, ma bisogna provarci. Cosa può insegnare un corridore degli anni Novanta che ha corso nell’epoca dell’eritropoietina? Insegnare quel ciclismo, non un altro.


Ma su chi cadrebbero le maggiori responsa­bilità? 
Le famiglie non sono esenti da colpe. Fami­glie che non sanno nemmeno cosa sia un’ali­mentazione corretta e imbottiscono i loro ra­gazzini di hamburger e Red Bull. Ma lo sa che questa bevanda che va tanto di moda tra i gio­vani è una vera bomba? Non è doping, questo no, ma è carica di caffeina, taurina e vitamine di ogni tipo. Ci sono ragazzi che nel loro vali­gino hanno aghi a farfalla, flebo, siringhe pron­te. Borracce contenenti Coca Cola, caffeina, contramal e teofilina. La teofilina e la caffeina combinate assieme sono altamente nocive per la salute. Le ho fatte analizzare recentemente dall’ospedale di medicina legale di Padova: i risultati mi hanno confermato la loro tossi­cità. 

Insomma, il quadro è desolante… 
Molto. Le dico solo che quest’anno hanno va­rato una eritropoietina cinese, di cui non co­nosco il nome, che è assolutamente invisibile ai controlli antidoping ed è stata la vera regi­na dei Giochi di Londra. Pare che ne abbiano fatto ricorso un po’ tutti. Il Cio e la Wada ne so­no a conoscenza: lo sport è malato. Tutto lo sport. Insomma, cerchiamo di vivere la favola bella dello sport, ma la storia che tutti voi sie­te costretti a raccontare è molto diversa dalla realtà. E per il momento è solo un grande in­ganno.





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