Cominciamo con l’analisi della spedizione azzurra la grande avventura che ci porterà all’inizio delle competizione nell’Atletica leggera alle Olimpiadi di Londra (vedi programma dettagliato).
Rispetto a Pechino e agli ultimi anni partiamo praticamente con gli stessi atleti di punta, anzi alcuni di loro non sono potuti nemmeno esserci causa infortuni o scarsa preparazione fisica (Di Martino e Howe). Un dato che deve far molto riflettere sul lavoro svolto nel quadriennio olimpico (se il Presidente Arese e il Direttore Tecnico hanno dichiarato che le Olimpiadi sono il momento per tirare le somme di 4 anni di lavoro, allora direi prima di iniziare le competizioni che il lavoro è stato a dir poco disastroso: Berlino 0 medaglie, Daegu 1 della Di Martino, ora assente).
A Londra partiamo con 3 possibili medaglie analizzando gli ultimi mesi di gare e i recenti campionati Europei di Helsinki. In quell’occasione Fabrizio Donato ha conquistato la medaglia d’oro nel salto triplo anche se mancavano i più forti che hanno dato forfait, chi per concentrarsi direttamente alle Olimpiadi in casa (Idowu), chi per infortunio (Tamgho, per lui niente Giochi), chi perché di un altro continente (il campione mondiale in carica Christian Taylor).
Le tre medaglie possibili dell’Italia nell'Atletica leggera a Londra sono:
Alex Schwazer: dato in grandissime condizioni di forma, il campione olimpico della 50km doppierà le due distanze 20 e 50km. Dopo aver avuto grandi problemi psicologici negli ultimi anni (sempre ritiri ai Mondiali ed Europei), in questi ultimi mesi sembra averli risolti brillantemente. Se è al 100% Alex è l’uomo da battere, ma da tenere d’occhio sono gli avversari di sempre (il francese Diniz, i 3 russi e i cinesi). La sua fidanzata Carolina Kostner ha vinto qualche mese fa i Mondiali a Nizza, speriamo che Alex possa festeggiare in famiglia.
Fabrizio Donato: campione europeo nemmeno una settimana fa a Helsinki è sicuramente candidato per una medaglia, non tanto per il titolo appena vinto, ma per la costanza di risultati di quest’estate (la prima volta che gli capita da circa 10 anni) che lo ha portato di media sempre sopra i 17,50 metri, misura che nelle ultime edizioni mondiali ed olimpiche ha sempre portato almeno ad un bronzo se non ad un colore più pregiato. I suoi avversari principali saranno l’istrionico britannico Idowu, il campione mondiale in carica l’americano Taylor, il rumeno Oprea e i possibili outsider cubani (Copello in primis). E’la sua grande, ultima occasione per coronare una carriera molto sfortunata e ricca di infortuni.
Daniele Greco: sempre discontinuo nella sua giovane carriera, può essere la grande sorpresa di queste Olimpiadi. Agli europei si era presentato con la miglior misura di iscrizione, ma è uscito miseramente nelle qualificazioni. Ha un potenziale enorme e può giocarsi tranquillamente il podio se salta come sa.
Può essere la svolta e l’inizio di una grande carriera ai vertici per il giovane pugliese (solo 23 anni per lui).
Passiamo quindi ad analizzare la squadra italiana per settori:
Velocità: solo Libania Grenot può essere da finale correndo però sui limiti del suo primato italiano vicino al muro dei 50 secondi. Agli europei ha fortemente deluso non tenendo sui 3 turni e finendo giù dal podio in una gara in cui era tra le favorite aiutata dalla mancanza delle atlete russe più forti.
Per il resto il reparto velocità è all’anno zero con nessun atleta maschile sui 100,200 e 400 (non accadeva da anni) e oltre alla Grenot la giovanissima Gloria Hooper,che ha speranze di entrare in semifinale e nulla più (personale e minimo olimpico conquistato solo agli Europei un mese fa).
Le staffette sono lontanissime dai livelli di soli 2 anni fa con la 4x100 che solo per problemi altrui potrebbe entrare in finale visto le recenti apparizione e la qualità del quartetto. La 4x400 femminile si regge sulla condizione di forma di Libania Grenot. Se sarà competitiva lei, allora potrebbe esserlo anche l’intera staffetta.
Ostacoli: note liete per l’atletica italiana negli ostacoli come non si era mai visto. Potevamo portare addirittura 4 atleti se Manuela Gentili non avesse fallito il minimo per pochi centesimi.
Emanuele Abate e Marzia Caravelli (entrambi finalisti europei) nei 110 e 100hs sono oramai una certezza e possono crescere ancora. Hanno abbattuto i rispettivi record italiani della specialità dopo 10 anni e oltre, sinonimo che in questo settore si è lavorato bene considerando che dietro di loro crescono talenti come Borsi, Pennella, Perini, Fofana ecc.
Qualificato per il rotto della cuffia ed alla sua prima olimpiade il giovanissimo Bencosme de Leon (bronzo mondiali allievi nel 2009 a Bressanone), che seguito da Fabrizio Mori potrebbe nei prossimi anni diventare un grande protagonista della specialità. Il ragazzo ha margini enormi e doti fisiche fuori dal comune.
Mezzofondo, Fondo e Maratona: 800 e 1500 sono completamente assenti nella squadra azzurra con i vari Cusma, Obrist ormai sul viale del tramonto e i giovani Benedetti,Scapini, Crespi ancora non pronti.
Nei 3000 siepi si è qualificato Yuri Floriani con una grande gara al Golden Gala di fine Maggio. Entrare nei 10 potrebbe essere un grande risultato. Stesso discorso vale per il trio femminile Romagnolo, Weissteiner e Ejjafini in delle gare (5000 e 10.000) dominate dalle atlete africane (occhi al grande duello Tirunesh Dibaba vs Vivien Cheruyot ma ne parleremo tra qualche giorno).
Un occhio di riguardo lo merita Daniele Meucci. Consacratosi ai vertici europei dopo un bronzo (Barcellona 2010) ed un argento (Helsinki 2012) nei 10.000 cerca una conferma a livello mondiale dopo il decimo posto di Daegu nello scorso anno.
Nella maratona maschile Ruggero Pertile, ultimo atleta sopravvissuto all’epoca d’oro della Maratona Italiana cerca di entrare nei primi 10. Dietro di lui non si muove nulla, Lalli e Meucci saranno pronti forse per Rio ma non metterei la mano sul fuoco.
Nella Maratona femminile addirittura 3 atlete qualificate che possono ben disimpegnarsi ed arrivare nelle prime 10.
Lanci: Anche qui tabula rasa, con il solito Nicola Vizzoni (quasi 40 anni per lui) che può arrivare tra i primi 8. Dietro di lui si muove Lorenzo Povegliano che può consacrarsi a livello mondiale dopo un’ottima stagione.
Nel martello femminile invece, Silvia Salis ha lanciato sui suoi limiti ma dovrà migliorarsi per accedere ad una finale a 8 molto difficile per lei.
Nessun atleta nel giavellotto, nel disco e nel peso maschile. Nel peso femminile Chiara Rosa dopo il bronzo europeo tenta di entrare nella finale ad 8 con un lotto di partenti di gran lunga superiori a lei.
Salti: Detto in precedenza delle grandi speranze nel triplo maschile per il resto il vuoto assoluto con il solo Michael Stecchi che si è avvicinato al minimo olimpico nell’Asta maschile.
Bisognerà aspettare le prossime Olimpiadi per vedere all’opera e competitivi i grandi talenti che abbiamo a livello giovanile ( speriamo che non li distruggano prima come fatto con molti in questi anni) come Alessia Trost (campionessa mondiale juniores nel salto in alto) e la Bruni (bronzo sempre nella rassegna iridata under 20 di Barcellona poche settimane fa).
Unica superstite rimane Simona Lamantia che dopo la figuraccia di Daegu ( grandissime critiche dopo l’uscita in qualificazione) cerca un riscatto motivata dal quarto posto di Helsinki e da un livello medio molto basso rispetto a qualche anno fa.
Chi non c’è: grandi critiche hanno sollevato i due forfait di Andrew Howe e Antonietta di Martino. Il primo non ha confermato il suo minimo A del 2011 nemmeno correndo il 20.65 che gli sarebbe falso il minimo B.
Condivido la sua esclusione perché un’atleta come Andrew non può essere un comprimario e se va alle olimpiadi è per un podio non per una semifinale inutile. Lasciarlo a casa è stato un bene proprio per evitare che un talento del genere venga umiliato in questo modo.
Il caso Di Martino invece è un mistero con duri attacchi alla Federazione da parte del suo tecnico e marito che accusa lo staff tecnico di aver mal interpretato un problema di Antonietta in allenamento. Dall’altro lavoro i dottori hanno dichiarato di aver fatto tutto il necessario. Questa storia dolorosa per l’Italia purtroppo avrà degli strascichi e Antonietta potrebbe ritirarsi senza purtroppo giocarsi una possibile medaglia olimpica (Vlasic fuori e livello avversarie basse con solo la Chicherova favorita per l’oro).
Speriamo di sbagliare rispetto alle mie analisi, sarei il primo ad esserne felice, ma se avevo intitolato il mio articolo pre Daegu “Santa Antonietta salvaci tu”, e sanno tutti poi com’è andata, tirate voi le somme…