Si sono conclusi domenica pomeriggio a Parigi i Campionati Europei di Atletica Leggera indoor, edizione con molti dei big assenti come due anni fa a Torino ma con ottime prestazione di alcuni grandi personaggi. Darò un bilancio della manifestazione dando un voto agli atleti come già fatto nell'articolo precedente sugli Europei outdoor di Barcellona.
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Fabrizio Donato vola a 17.70 |
Fabrizio Donato: Voto 10 e lode: nella gara di salto triplo non mancava nessuno dei big (assenti solo Idowu e i cubani) e Fabrizio non ha tradito le attese, sfornando una prestazione leggendaria.
L’italiano non saltava più di 17,50 da 2 anni e in una sola gara ha frantumato il suo vecchio record italiano prima di 11 e poi di 14 cm (17,73) entrando come ottavo nelle liste all time mondiali della specialità. Peccato per il quinto salto che se tenuto lo avrebbe proiettato su livelli fantascientifici. Per superarlo Tamgho ha dovuto saltare il record del mondo e questo la dice lunga sulla prestazione super del finanziere.
Per gli statistici, quella di ieri è stata la più grande finale in termini di prestazioni e media salti di tutti i tempi indoor.
Teddy Tamgho: Voto 10: il francese quest’anno ha cambiato allenatore affidandosi ad Ivan Pedroso, ex re del lungo in lungo degli anni 90. La tecnica è ancora molto grezza ma il talento immenso del francese fa la differenza. Nella gara di domenica, salta ben due volte 17,92, battendo il suo fresco record del mondo di 1 cm (unico record del mondo ed europeo della manifestazione).
Antonietta di Martino: Voto 9,5: era la strafavorita della vigilia con le assenze della Vlasic e della Friedrich, ma dopo il 2,04 slovacco di poche settimane fa, anche loro avrebbero avuti seri problemi a superare Antonietta. Ha dominato la gara dal primo all’ultimo salto, chiudendo con un 2,01 di livello internazionale. Incrociamo le dita per Daegu.
Francis Obikwelu: Voto 9: bentornato Francis! Dato per atleta finito dopo l’argento olimpico 2004 dietro il superdopato Gatlin e i due ori europei del 2006, il portoghese è tornato alla grande ad altissimi livelli conquistando l’oro nei 60 metri su due big come Dwain Chambers e il francesino LeMaitre, grande deluso della manifestazione.
Simona La Mantia:Voto 8: vince l’oro in una gara dai contenuti mediocri. Il triplo femminile, a parte Savigne e Ripakova, è a un punto fermo con livelli di eccellenza sui 14,70, ben lontani dai fasti degli scorsi anni. Simona, comunque, è bravissima a conquistare l’oro e a ritornare sui livelli che l’avevano resa una grande promessa da ragazza.
4x400 Italia e Emanuele di Gregorio: Voto 7: la prima pur conquistando un quarto posto sempre di ricorsa, batte il precedente record italiano di 1 secondo e mezzo, questo senza l'italiana più forte, Libania Grenot, che non ha corso le indoor per dedicarsi solo all’appuntamento mondiale estivo.
Emanuele invece, ha retto fino alla fine arrivando quarto, un leggero passo indietro rispetto a due anni fa a Torino, ma questa volta il podio è formato dai 3 che hanno dominato la specialità negli ultimi anni e una medaglia di legno seppur dolorosa ci può stare.
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Antonietta Di Martino: oro |
Giovani Italiani: Voto 7: i talenti crescono e la finale di Fassinotti nell’alto e quella di Marta Milani nei 400 ne sono un esempio. Non sono entrambi dei diamanti splendenti, ma all’Italia di questi tempi servono anche queste prestazioni per risollevarsi.
Cristof LeMaitre: Voto 5: dato come co-favorito insieme a Dwain Chambers nei 60, parte malissimo e finisce terzo battendo al foto-finish il nostro Di Gregorio. Conquista una medaglia importante soprattutto per la crescita caratteriale del giovane francesino.
Regia Francese: Voto 4: in una gara stellare come quella del triplo, fa vedere solo i salti dei francesi e si scorda del 17,73 di Donato. Campanilismo alle stelle, ridicolo.
Giuseppe Gibilisco: Voto 3: inizia e finisce la gara in 10 minuti con 3 nulli nella sua misura d’ingresso 5,50. Non è la prima volta che Giuseppe ne combina una delle sue, è stato sempre discontinuo in questi ultimi anni. O tutto o nulla, ma se fosse riflessivo non sarebbe Gibilisco!
Vittorio Virgili