
1. TEMPO EFFETTIVO NEL CALCIO: è incredibile come il calcio continui ad essere
l'unico sport al mondo in cui il tempo di gioco non è uguale per tutti
gli incontri (ovviamente negli sport dove esiste il cronometro). Si parla sempre dei 90 minuti di gioco (più recupero), ma in realtà
il tempo effettivo di gioco non è mai uguale e varia in modo sensibile da
partita a partita. Ricordo come lo scorso anno nei due derby di Genova il tempo effettivo - al
termine di partite ricche di tensione e nervosismo - faticasse a raggiungere i
40 minuti. Nella stessa giornata vidi
alcune partite inglesi dove le squadre giocarono incontri con tempo effettivo
superiore ai 60 minuti. Quasi due
sport diversi. Negli ultimi anni sono stati introdotti dei criteri definiti
"oggettivi" per quanto riguarda il
recupero. Un minuto in più per ogni
ingresso di barella, trenta secondi in più per ogni sostituzione. Senonchè è
capitato molte volte che gli arbitri non applicassero queste "correzioni",
accorciando o allungando il tempo di recupero che andava effettivamente dato.
Poi è sorto un altro problema. Cosa succede se ci sono delle interruzioni
durante il recupero? Alcuni ex arbitri e moviolisti sostengono che il tempo di
recupero - a differenza dei 90' regolamentari - debba essere effettivo. Facile
a dirsi, molto difficile da applicare, considerando stanchezza e concitazione
degli ultimi istanti di gioco. Oltre a questo,
la mancanza del tempo effettivo nel calcio comporta diverse situazioni
antipatiche e antisportive. Giocatori che perdono tempo in modo più o meno plateale, portieri che
ritardano le rimesse dal fondo, simulazioni, raccattapalle che consegnano i
palloni lentamente/velocemente in base al risultato o addirittura
raccattapalle e relativi palloni che spariscono inghiottiti dal buco nero
dell'antisportività, sostituzioni fatte "per perdere tempo" (un classico senza
tempo), giocatori che al momento di essere sostituiti si portano nel punto più
lontano possibile e moltissime altre situazioni che contribuiscono a
diseducare e a rendere aleatoria la durata effettiva di una partita.
Insomma, non esistono criteri validi e oggettivi e la difformità esistente
nei tempi effettivi delle varie partite è lì a dimostrarlo.
Introdurre il tempo effettivo nel calcio non sarebbe cosa difficile, per
niente. Molti altri sport, con diffusione e mezzi infinitamente inferiori al calcio
hanno introdotto il tempo effettivo di gioco senza particolari problemi
tecnici. Il basket ha un regolamento molto più complicato di quello calcistico
e necessita di un tabellone molto accurato con segnalazione punteggio, falli
di squadra, falli dei singoli, timeout ecc. Bene, in tutti i campionati e in
tutte le palestre/palazzetti dove si giochi a basket a livello agonistico sono
presenti questi sistemi.
Il tempo effettivo nel calcio comporterebbe degli investimenti e dei
cambiamenti minimi: cronometraggio della partita affidato al quarto uomo (che finalmente
avrebbe un ruolo preciso) o ad altro soggetto nei campi minori, tabellone
luminoso visibile (nei campionati principali il tempo di gioco lo si vede
spesso anche nei tabelloni pubblicitari...) ed eventuale segnale acustico per
indicare la fine dei due tempi di gioco. In questo modo l'arbitro avrebbe un
compito in meno a cui pensare. Il quarto uomo stopperebbe il tempo a gioco
fermo e lo riattiverebbe alla ripresa.
Due tempi da 30 minuti ciascuno per 60' complessivi di tempo
effettivo. Ecco quali sarebbero
i vantaggi dell'introduzione
del tempo effettivo nel calcio:
A) tutte le partite di tutti i campionati durerebbero allo stesso modo e non
ci sarebbero più le clamorose discrepanze che si registrano oggi (anche di
20-25 minuti);
B) certezza del tempo di gioco e quindi niente più proteste e lamentele per il
recupero accordato o per i gol segnati negli ultimi istanti di gioco;
C) sensibile riduzione/cancellazione delle perdite di tempo. Quasi una
tautologia per dire che con l'introduzione del tempo effettivo non avrebbero
più motivo d'essere le sceneggiate, i finti infortuni, le sostituzioni al
94' e tutta le altre situazioni antisportive descritte sopra; Obiettivamente mi sembrano dei vantaggi molto significativi e ne trarrebbe
beneficio lo spettacolo calcistico, con meno polemiche, proteste e
simulazioni.
2- CALCI DI RIGORE CON LA STESSA REGOLA DEI TIRI LIBERI DEL BASKET: una delle regole più cervellotiche e soggetta a interpretazioni difformi
tra i vari arbitri (nonchè ad applicazione molto alterna) è quella relativa
alla
ripetizione dei calci di rigore in caso di ingresso anticipato in area di
rigore da parte di altri giocatori. In passato ci fu un periodo di particolare sensibilità per tale problema,
con arbitri che arrivavano a far ribattere un rigore anche per due, tre volte.
Quest'anno non ho una statistica a riguardo, ma andando a memoria mi sembra di
ricordare che siano stati
davvero pochi i rigori ripetuti nel campionato italiano. Secondo me è una
complicazione regolamentare assolutamente inutile e senza una valida
logica. Mi spiego.
Che senso ha ripetere un calcio di rigore nel momento in cui un giocatore
fa gol? L'ingresso anticipato in area porta un vantaggio indebito solo ed
esclusivamente nel momento in cui il portiere o il palo respingono il tiro e
il calciatore entrato prima ne approfitta per raccogliere per primo il
tiro. Nel momento in cui il rigore viene realizzato non c'entra più niente se uno
o cinque giocatori sono entrati prima del tiro.
Per avere una regola davvero valida occorrerebbe seguire l'esempio del
basket e dei tiri liberi. Quando un cestista effettua il suo ultimo tiro libero gli arbitri devono
valutare se esista o meno
l'invasione anticipata dell'area pitturata, cosa che porterebbe un vantaggio
indebito a rimbalzo in caso di tiro libero sbagliato.
Bene, cosa succede nel
basket?
Se
l'ultimo tiro libero viene realizzato
nulla quaestio. E' punto, l'eventuale
invasione non comporta nessun vantaggio e non c'è motivo di ripetere il
libero. Se invece il giocatore sbaglia, gli arbitri devono valutare chi
effettivamente ha commesso l'invasione. Se è un difensore il tiro libero va
ripetuto. Se è un attaccante (compagno di squadra di chi tira) si fischia
l'infrazione e il gioco riprende con una rimessa dal fondo per la squadra
difendente. Stop.
Una regola semplicissima e valida che potrebbe benissimo essere estesa nel
calcio.
Rigore segnato: gol, non c'è alcun motivo per ripeterlo. Rigore sbagliato?
Se ad invadere per primo è stato un difensore il rigore va ribattuto, se è
un attaccante si fischia una punizione per la squadra in difesa. Stop. Si
eliminerebbero molti problemi. L'unica situazione dubbia potrebbe
verificarsi quando più giocatori invadono contemporaneamente l'area prima
del tiro. In quelo caso, a mio modo di vedere, andrebbe avvantaggiata la
difesa visto che la squadra attaccante ha potuto già usufruire della massima
punizione. Perciò in questa particolare fattispecie, punizione a favore
della difesa. Penso che questo tipo di modifica regolamentare semplificherebbe una
situazione altrimenti troppo soggetta a interpretazioni.
Ecco invece le due proposte di modifica regolamentare specifiche per il calcio
italiano:

3- GIOCATORI IN PRESTITO NON POSSONO GIOCARE CONTRO LA SQUADRA PROPRIETARIA
DEL CARTELLINO: dal punto di vista sportivo e
giuridico trovo incomprensibile la
regola per cui in Italia un giocatore
in prestito
in una squadra possa giocare la o le partite contro la
squadra proprietaria
del suo cartellino.
In Inghilterra e Spagna ciò è asolutamente vietato e penso sia una cosa
normale, quasi scontata. Tra l'altro da noi, paese dei
sospetti e dei
complotti, è davvero originale che si
consenta ad un giocatore di segnare contro la squadra di proprietà oppure
rischiare di accusarlo di scarso impegno nel caso sbagliasse qualche gol
facile o addirittura un rigore in quella partita.
Perciò, personalmente introdurrei il divieto per un giocatore in prestito
di disputare gare ufficiali contro la squadra proprietaria del suo
cartellino.
4- SQUALIFICHE VALIDE IN TUTTE LE COMPETIZIONI NAZIONALI: si è parlato moltissimo della squalifica di Totti dopo il calcione rifilato
a Balotelli nella finale di Coppa Italia. Al di là dell'episodio, un'altra
cosa rivedibile del regolamento italiano è il fatto che le squalifiche del
campionato e quelle della
Coppa Italia siano diversificate, cioè
valgano nella specifica competizione. In
Inghilterra, giustamente,
una squalifica in una qualsiasi competizione va scontata nella partita o
nelle partite successive, qualsiasi sia la competizione che si vada a
disputare (Premier, FA Cup o Coppa di Lega). Sarebbe anche un modo per valorizzare la
Coppa Italia. in questo modo, infatti, si darebbe pari dignità alla coppa
nazionale. Certo, conoscendo la "furbizia" italica, non sarebbe impensabile
vedere i giocatori diffidati cercare appositamente l'ammonizione in campionato
per poterla scontare in Coppa Italia. Qui, però, subentra un discorso già
affrontato, cioè quello di rendere la Coppa Italia una competizione quantomeno
interessante (vedi
proposta di riforma 1
e
proposta di riforma 2) A disposizione per chi avesse voglia di scrivere commenti e osservazioni.